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Inizia oggi, a Roma, l’annuale convegno nazionale di Agi, l’associazione specialistica delle giuslavoriste e dei giuslavoristi d’Italia. Il titolo è “Fondata sul lavoro”. La presidente di Agi, Tatiana Biagioni, sottolinea l’importanza dell’evento che proseguirà fino a sabato.
Presidente Biagioni, il convegno di Agi avrà quest’anno come punti di riferimento il lavoro e la Costituzione. È un binomio ancora molto solido?
Solido, ma con diverse criticità. Il lavoro è un pilastro sociale e democratico, un valore fondante della nostra Costituzione e in quanto tale da difendere. La priorità è fare fronte ai problemi derivanti dalla crisi economica globale, ma anche reinterpretare i cambiamenti dovuti al Green Deal, alla rivoluzione digitale e agli interventi di questi ultimi anni sul diritto e sul processo del lavoro. Il dialogo tra imprese e sindacati, parti sociali e istituzioni, è lo strumento per affrontare queste sfide, e, come da tradizione di Agi, il convegno sarà uno spazio di confronto sulle tematiche del lavoro all’insegna della pluralità e della dialettica. Auspichiamo che sia un momento per rileggere in chiave attuale la tutela dei diritti, il bilanciamento tra difesa dei lavoratori e la libertà di impresa, il rapporto tra Corti nazionali ed Europee, le pari opportunità.
In riferimento all’attenzione rivolta alla Costituzione verrà distribuito oggi il libro contenente gli interventi del Presidente delle Repubblica. Qual è il senso di questa iniziativa?
Nel 2019 abbiamo pubblicato tutti gli interventi del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in tema di lavoro. A distanza di 5 anni abbiamo replicato con un ulteriore libro, un aggiornamento de “Il lavoro del Presidente” con i suoi discorsi dal 2019 all’inizio del 2024 esteso anche alla questione femminile e alle pari opportunità. Nella prefazione di questa nuova pubblicazione, Raffaele De Luca Tamajo, avvocato, professore emerito di Diritto del lavoro nell’Università di Napoli “Federico II”, già presidente del Comitato Scientifico di Agi, ha evidenziato come “il lavoro del Presidente” stia diventando sempre più gravoso in un’epoca storica di grande complessità. Nella sua rilettura degli interventi della massima autorità dello Stato coglie un solido principio ispiratore: il lavoro come strumento di democrazia a salvaguardia dei principi costituzionali. Come dice infatti il presidente Mattarella, il lavoro è “motore dell’economia, ma è altresì elemento che sorregge il funzionamento della società: rappresenta esso stesso un valore su cui si basa la coesione di una comunità. Per questo merita riconoscimento e tutela: è una componente essenziale della dignità di ciascuno”. Con questo filo conduttore nasce il richiamo alla Costituzione e il titolo del nostro convegno “… Fondata sul lavoro”, che vede la partecipazione di oltre 700 avvocate e avvocati.
Stiamo assistendo a costanti cambiamenti nella professione forense. I giuslavoristi non ne sono esenti?
La crisi della professione è sotto gli occhi di tutti: crescita esponenziale nel passato degli iscritti agli albi, crollo dei redditi e forbice a danno delle avvocate. La rivoluzione digitale, i mutamenti socio- economici e quelli normativi, il rapporto con le Istituzioni europee, il ruolo dell’avvocatura anche fuori dal processo, sono tutti fattori che hanno contribuito e contribuiscono a cambiare il nostro lavoro. Governare il cambiamento e anticiparlo: le avvocate e gli avvocati del lavoro hanno dovuto ampliare l’ambito di attività che non è più solo giudiziale ma si svolge spesso anche attraverso consulenze che possono toccare temi quali i contratti di assunzione, la gestione del rapporto lavorativo, il diritto antidiscriminatorio, le certificazioni, l’applicazione corretta delle direttive Ue.
Il tema delle pari opportunità è molto sentito anche tra le avvocate e gli avvocati giuslavoristi?
Molto sentito e tra gli obiettivi statutari della nostra associazione, come testimonia anche l’impegno di parità di genere nei panel del convegno. È importante affrontare il differenziale retributivo tra uomini e donne avvocate, con queste ultime che guadagnano il 50% in meno secondo il rapporto Censis- Cassa Forense. È bene ricordare che le avvocate sono in numero sempre maggiore tra i giovani che accedono alla professione e la situazione va analizzata con attenzione anche in ottica previdenziale. Insomma, il tema non è più solo al “femminile”: è il grande problema di tutti.