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Un centro studi che si chiama "Demoskopika" ha elaborato i dati forniti dal Ministero della Giustizia sulle intercettazioni telefoniche. I risultati sono molto interessanti. Negli ultimi sei anni sono stati spiati 3 milioni di italiani, cioè circa il 7 per cento della popolazione compresa tra i 18 e gli 80 anni. Vuol dire che se entri in un ristorante a caso, anche piccolo, dove stanno pranzando una trentina di persone, almeno un paio di loro ha il telefono sotto controllo oppure ce lo ha avuto (e magari uno sei proprio tu...).Non esiste nessun altro paese al mondo con livelli così alti di spionaggio sulla vita privata della popolazione. Su base annua, i telefoni intercettati sono circa 140 mila (ma le persone intercettate molto di più: circa mezzo milione). In Gran Bretagna (paese con un indice di criminalità decisamente superiore al nostro) i telefoni intercettati sono circa 3000 (circa il 2 per cento, rispetto al dato italiano).Naturalmente i costi di questa attività sono altissimi. Nel lasso di tempo esaminato da "Demoskopika" sono stati spesi 1 miliardo e 400 milioni di euro. Ho fatto questo calcolo: se portassimo le intercettazioni a livello britannico avremmo un risparmio del 98 per cento, più o meno, che sui sei anni vuol dire un miliardo e 370 milioni, e dunque su base annua vuol dire circa 228 milioni. Questi 228 milioni basterebbero per assumere 2000 magistrati (se li calcoliamo al costo medio della categoria: in realtà appena assunti costano meno, quindi se ne potrebbero assumere anche 3 o 4 mila). Cioè si aumenterebbe almeno di un quarto il numero dei magistrati (oggi sono 8000) e si suppone che si porrebbe fine a tutte le sofferenze di carenza del personale delle quali speso l'Anm si lamenta.L'obiezione riguarda l'efficienza del sistema. Si tratta di stabilire questo: la Giustizia deve essere una macchina potente in grado di indagare, cercare prove e indizi, verificare, investigare sui delitti, oppure deve essere un apparato burocratico che presiede un sistema di intercettazioni "a strascico", da Grande Fratello, e quando trova qualcosa che non va arresta e usa l'intercettazione come prova?Sono due modelli non solo di giustizia, ma di società, completamente diversi. Nel primo c'è un grado di libertà molto alto e la libertà è il valore fondante del patto sociale e civile; nel secondo il grado di libertà è molto più contenuto, c'è una forte dose di autoritarismo, la privatezza è un disvalore, e probabilmente il grado di sicurezza è leggermente più alto.Qui in Italia però ci troviamo in una situazione paradossale. Perché la Costituzione e le leggi dello Stato hanno scelto il primo modello, quello della libertà, ma il funzionamento reale della giustizia investigativa - spesso in modo illegale - risponde quasi sempre al secondo modello.Molte volte abbiamo polemizzato sull'illegalità degli arresti preventivi (che violano quasi tutti il codice di procedura), ma anche le intercettazione a "strascico", come si dice in gergo, violano la legge. La quale prevede che si possa intercettare un telefono solo se già esistono robusti indizi di colpevolezza. Ora, ragioniamo un attimo sui dati di Demoskopika: tre milioni di persone spiate e tra queste 827 mila "bersagli" (la differenza tra le due cifre sta nel fatto che gli 827 mila sono intercettazione autorizzate, tutte le altre sono casuali e avvengono perché una qualunque persona parla col "bersaglio"). E' chiaro che nessuno può credere che contro queste 827 mila persone già esistessero seri indizi di colpevolezza. E la dimostrazione che non esistevano sta nel fatto che il 99 per cento dei mandati di cattura si basa esclusivamente sulle intercettazioni, senza nessun altro indizio.Dunque in realtà basterebbe rispettare la legge per "decimare" le intercettazioni. E allora perché non si riducono? Perché sono il tesoretto sul quale è stato siglato l'accordo tra informazione e magistratura. Le intercettazioni sono il carburante, ormai, del grande giornalismo italiano, e, senza di loro, i giornali non sopravvivono.Diciamo la verità: quel miliardo e 400 milioni è il vero costo del finanziamento pubblico dei giornali.