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Nel 2016 si costituì all’Università di Tolone, in collaborazione con studiosi dell’Università di Poitier, e dell’Università di Firenze, un Réseau pour l’étude des theories du complot. Un primo incontro si tenne proprio a Tolone nel 2016 e un secondo a Firenze l’ 8 marzo del 2018. Il tema del convegno fiorentino riguardava la disinformazione e la democrazia. Post- verità, social media e retoriche del complotto. Ne uscì un volume ( Viella 2018) curato da Benedetta Baldi, Presidente del corso di studio in Scienze umanistiche per la comunicazione dell’Università di Firenze. Non c’era bisogno di esser profeti per capire che l’ingresso repentino nell’età della Rete e nella fase più estesa della globalizzazione avrebbe comportato ogni tipo di distorsione e di manipolazione di realtà davanti a fenomeni sempre più complessi e difficili da comprendere. Se poi, per ragioni che derivano dalla pandemia che sta sconvolgendo il mondo, si diffonde e addirittura si amplifica la paura sino all’inverosimile, unificando il circolo mediatico e allineandolo al flusso virale, allora non ci sarà più spazio né per la ragionevolezza né per la scienza. Davanti a questioni sensibili come la sicurezza o la paura, la salute pubblica e il rischio inarrestabile del contagio, la fiducia nella scienza indipendentemente dal merito dei virologi, rischia di venir meno. Anzi più gli “scienziati” si offrono ai mezzi di comunicazione più entrano in conflitto fra loro. Più il virus dilaga, più la scienza perde terreno. La fucina dei complottisti si surriscalda e si diffonde più del virus stesso, che rimane invisibile e misterioso, minaccioso e impietoso. Qualcuno poteva pensare che davanti alla catastrofe sanitaria e a quella economica, le divisioni politiche sarebbero passate in secondo piano e le forze si sarebbero unite in Italia, in Europa e nel Mondo per fronteggiare un nemico globale. Si è visto tutto il contrario sospendendosi anche alcune libertà fondamentali per via del tempo di eccezione, si è ulteriormente aggravato il clima di sfiducia. Nessuno si fida più di nessuno. Gli epidemologi sono diventati come gli allenatori di calcio e tribù di seguaci sono pronte a scendere in campo a favore degli “ottimisti o dei “rigoristi”. Senza curarsi troppo della pandemia in sé, ma schierandosi con gli uni o con gli altri. Una rassegna del complottismo richiederebbe molte pagine. Per ultimo, dopo i sospetti sulla Cina come untore globale, si è passati alle torri wireless 5g che favorirebbero il corso del Covid- 19. Sono sicuro che il Réseau pour l’étude des theories du complot avrà molto lavoro, ma già nel libro citato si può trovare un bel repertorio.