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È stato osservato che, in fondo, questo Mes è abbastanza inutile per l’Italia perché il nostro debito è sostenibile. E’ la stessa argomentazione che ci dovrebbe indurre a non sottoscrivere alcun contratto assicurativo ogni qual volta l’evento negativo non è molto probabile. Perfetto.
A mio avviso è comunque inutile per ragioni più assorbenti rispetto alle condizioni di accesso ai mercati. Perché le classi ( poco) dirigenti dell’Italia sono esse stesse capaci di generare endogenamente instabilità: politica, economica e, quindi, finanziaria, a prescindere dalle condizioni della finanza pubblica. Avremmo bisogno, insomma, di ben altri meccanismi di stabilità. Butto lì: istituzioni efficienti, meno leggi, amministrazione pubblica che faccia bene quel poco che deve. Macchè.
Però il trambusto generato dalla vicenda del Mes mi incuriosisce. Dal basso della mia ingenuità mi sono chiesto quanto e come il tema sia stato affrontato negli altri paesi partecipanti ( 18, i quali con l’Italia fanno la zona euro). Ebbene, sembra non vi sia traccia evidente di alcuna ondata di polemiche sull’argomento. Negli ultimi dieci giorni, per esempio, El Pais, il principale quotidiano spagnolo ( circa 500mila copie cartacee) ha dedicato zero articoli all’argomento Mes. Dicesi zero. Silenzio, o quasi, anche dal resto del plotone.
Spiegazioni possibili. ( A) I 18 i paesi euro, probabilmente in rappresentanza di tutta l’umanità, sono coalizzati contro l’Italia per crearci grossi problemi, a fronte dei quali ultimi la politica nostrana comprensibilmente si divide. Ipotesi da scartare, direi, perché manca il movente di tale presunto accordo ( anche perchè il Mes c’è già da quasi 10 anni e ne facciamo parte a tutti gli effetti). ( B) Il problema è il livello assoluto e relativo ( rispetto al PIL) del debito pubblico italiano, circostanza che provoca nervosismo e preoccupazioni al di là di ogni razionale analisi sul tema. Questa spiegazione ha fondamento, ma in punto di logica sposta il problema dal Mes al debito pubblico. Se il problema è il debito, non si vede perché si debba perdere tempo con un meccanismo di stabilità - che dovremmo sottoscrivere di corsa in quest’ipotesi - piuttosto che affrontare il problema sostanziale, mentre di tutto si parla e si scrive attorno alla legge di bilancio tranne che di strategie di riduzione del peso relativo del debito. ( C) Il riformando Mes è utilizzato come strumento di lotta partitica ( politica sarebbe termine troppo elevato) e i suoi contenuti non interessano minimamente. Questa è la ragione più verosimile di ciò a cui stiamo assistendo. Prova ne sia la quasi totale mancanza di un dibattito pubblico sul merito del tema. Qui occorre ricordare che la materia ha riflessi tecnici non irrilevanti, ma poiché i tecnici e le loro competenze sono oggi sgraditi ai mutevoli appetiti mediatici delle masse ( ah, le masse! si può dire?), essi vengono chiamati in causa in modo esclusivamente strumentale ( e, pertanto, inutile).
Ora, se dall’infuocata polemica restano fuori contenuti e aspetti tecnici, allora, come dicono i sondaggi, la sceneggiata di queste settimane può giovare solo a coloro che vorrebbero proprio abolire il meccanismo di stabilità. Sono quelli che ritengono che i problemi del genere umano si possano risolvere stampando qualcosa che pretenziosamente chiamano moneta, ma anche mini- bot e micro- bot ( tanto piccoli che, sembra, si terranno come coriandoli in un sacchetto, piuttosto che in portafoglio). Il problema è che ormai la nostra politica manca totalmente di visione prospettica e quindi gestisce le questioni così per come vengono, lasciandosele scivolare addosso, tanto passeranno. I temi trattati sono privi di reciproci collegamenti ( per esempio, il Mes era parte di un pacchetto più ampio sul quale si rinuncia a negoziare). Oggi capita una cosa, domani un’altra. Quale sarà la prossima non è possibile prevedere. L’unica certezza è che sarà mal- trattata e genererà confusione e paure in quella che una volta era opinione pubblica e adesso, per mancanza della prima, è solo pubblico.