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«È sbagliato ammiccare a Renzi, come fa Berlusconi, ma anche ammiccare a Grillo, come ha fatto Salvini sulla legge elettorale». Ignazio La Russa richiama all’ordine gli alleati, convinto che una coalizione di centro destra sia ancora possibile, e prova a ricompattare un campo in costante movimento.
Giorgia Meloni chiede a Berlusconi di chiudere con Renzi e lavorare a una «lista dei patrioti che federi» i partiti del centro destra. Ma non sembra che Salvini, il vostro principale alleato, sia sulla vostra stessa lunghezza d’onda. C’è ancora sintonia tra Lega e Fd’I?
Non so quale sia la linea ufficiale della Lega in proposito. So sicuramente che questa è la linea di Fratelli d’Italia. Non abbiamo alleati principali, abbiamo alleati e basta. Alleati che a volte sbandano e a volte no. Finora con la Lega, soprattutto a livello di politiche internazionali, ci siamo sentiti molto vicini, ma su altri temi ci sentiamo molto vicini anche a Forza Italia. Noi vogliamo essere il collante per la coalizione di centro destra.
La scelta di Salvini di sostenere una legge elettorale senza consultarvi ha segnato una svolta nei vostri rapporti?
No, perché comunque sono stati gli unici a mantenere con noi un minimo colloquio. Certo, questa vicenda ha dimostrato che alcune logiche egoistiche, chiamiamole così, non sono state escluse neanche dalla Lega. Dicevano che avrebbero sostenuto qualsiasi testo “pur di andare a votare”. Motivazione un po’ debole ma almeno credibile.
Anche sullo ius soli il leader della Lega ha “flirtato” coi 5 Stelle. Vi siete sentiti scavalcati?
No, anzi. Il nostro ruolo è stato proprio quello di richiamare gli alleati, li abbiamo invitati a non disperdere le energie in ammiccamenti per concentrarci sul centro destra. Non solo non ci siamo sentiti marginalizzati, ma crediamo di aver acquisito un ruolo centrale nella coalizione. Per noi sarebbe una follia non trovare una sintesi tra le posizioni assolutamente compatibili. Bisogna proporre agli elettori un programma che dica “prima gli italiani”. Basta ammiccamenti che lascino intendere che si possa formare un governo coi 5 Stelle.
Perché non è possibile un’alleanza col Movimento?
Prima di tutto per l’assoluta indeterminatezza delle loro posizioni politico- culturali e ideali. In Parlamento vanno a rimorchio della sinistra, come è successo sulle questioni etiche e an- che sui migranti, al di là di alcune dichiarazioni pubbliche.
Sullo ius soli, però, i 5 Stelle hanno optato per l’astensione, che in Senato equivale a voto contrario. Molto più di una semplice dichiarazione pubblica, una scelta di campo concreta...
Quello è servito solo per far parlare d’altro all’indomani di un tonfo elettorale alle Amministrative. In ogni caso, se dicessero cose che a noi piacciono saremmo lieti di ascoltarle, ma non vorremmo comunque avere nulla a che fare con loro a livello di governo del Paese.
Dunque, tra Berlusconi e Grillo, Fratelli d’Italia non ha dubbi?
Sarebbe sbagliato metterla in questi termini. Noi non vogliamo fare un’alleanza con Berlusconi, vogliamo fare una coalizione di centro destra che comprenda anche la Lega Nord. C’è un’area ben definita nel Paese che si riconosce in questi tre partiti e nella coerenza del loro programma.
Già, il programma. Sull’Europa Berlusconi ha scelto una strada opposta alla vostra, abbandonando le sirene lepeniste. Come potete stare insieme?
È l’unico punto su cui bisogna trovare una sintesi. È un argomento fondamentale, lo riconosco, ma c’è una parola che a noi sta a cuore e che può unire tutti: sovranità. Proponiamo un “sovranismo di governo” che sia in grado di mitigare tutte le posizioni. Dall’opposizione la nostra spinta critica è servita a sollevare il problema, ma siamo consapevoli che una volta al governo le questioni vanno poste e risolte gradualmente. Quando ero a capo del Fronte della Gioventù, noi ragazzi di destra cantavamo le nostre canzoni di musica alternativa che inneggiavano all’Europa. Per noi era un sogno, ora l’hanno trasformata in un incubo.
Per fare una sintesi serve un
leader. E anche su questo non sembra siate d’accordo...
È vero, la difficoltà è quella. Ma Giorgia Meloni ha detto ripetutamente: anziché un capo, scegliamo un portabandiera per la campagna elettorale. Parlare del capo coalizione è un modo per non farla la coalizione. Poi, saranno i risultati elettorali a determinare le classifiche.
Per fare una coalizione servirebbe anche una legge elettorale adatta...
Le idee prescindono dalle leggi elettorali. Certe leggi ti spingono ad andare in certe direzioni ma non ti impediscono di fare la cosa giusta.
Il “report” legge elettorale verrà riaperto o non ci sono più le condizioni?
Tutti dicono che si andrà a votare con le leggi uscite dalla Consulta, io credo che invece ci proveranno ancora a cercare un accordo.
Chi ci proverà?
I partiti che hanno già provato a fare il patto leonino. Ma se lo faranno con lo stesso intento di assicurarsi un vantaggio a scapito degli altri, fallirà. Se invece capiranno che la legge elettorale è un problema di tutti, qualche chance di successo potrebbero averla.