Con Stefano Musolino, segretario di Magistratura democratica, parliamo della nuova circolare in discussione al Consiglio superiore della magistratura sulla dirigenza e delle polemiche tra le correnti in vista del rinnovo dei vertici dell’Anm.

Quali criticità rilevate sull’attuale disciplina degli incarichi direttivi e semidirettivi?

Quella attuale rende imprevedibili gli esiti delle valutazioni e, quindi, meno trasparenti e comprensibili le scelte del Csm. Spesso, si ha la percezione che l’individuazione del prescelto sia già predeterminata, sicché si orientano a tal fine i criteri selettivi, piuttosto che essere davvero questi ultimi a governare le scelte. E se è vero che molte sono le funzioni del Csm e che molte di queste sono più rilevanti della selezione della dirigenza degli Uffici, è anche vero che nella selezione della dirigenza la magistratura individua le delibere sintomatiche per giudicare l’autorevolezza del Csm che passa per la comprensibilità e trasparenza delle sue determinazioni.

Tra le due proposte che arriveranno dalla V Commissione quale appoggerete?

Dopo il cosiddetto caso Palamara, abbiamo evidenziato come non potevano essere i procedimenti disciplinari ordinari ovvero i probiviri dell’Anm il tappetto sotto cui nascondere le ragioni strutturali che stavano alla base di quello scandalo. Per questo siamo stati il primo gruppo ad individuare nel nuovo Tu sulla dirigenza il più importante momento nel quale sperimentare e dare prova della volontà della magistratura di autoriformarsi. Non solo, infatti, le modalità di selezione sono opache, ma il sistema di verifica quadriennale della dirigenza ha dimostrato di funzionare poco e male. A fronte di risultati così insoddisfacenti, è necessario anticipare la discrezionalità del Csm al momento della stringente individuazione dei criteri selettivi in relazione alla tipologia di Ufficio, per poi ridurla drasticamente al momento della concreta selezione dei candidati. In questo modo le scelte saranno ragionevolmente prevedibili, comprensibili e la magistratura darà prova di un’autentica capacità di autoriforma che, sin qui, ha stentato a manifestarsi.

Magistratura indipendente in un comunicato ha definito la nuova proposta sui direttivi “il grande bluff”.

Mi pare un atteggiamento miope. Mi ed AreaDg sono stati i gruppi che hanno governato la magistratura nei tempi successivi allo scandalo perugino. Lo hanno fatto in modo, secondo me, inadeguato alla complessità e rilevanza delle sfide, in una logica conservativa delle rispettive posizioni di potere. Se neanche studiando le decisioni dei ricorsi amministrativi sulle delibere del Csm impugnate è possibile individuare criteri chiari e comprensibili che governano determinate scelte ( laddove a fronte di casi analoghi si registra ora l’esaltazione del criterio Z, ora l’esaltazione del criterio Y), è evidente che solo una più chiara e prevedibile individuazione degli specifici criteri selettivi ( la cui ponderazione il Csm potrà modulare e perfezionare periodicamente) garantirà la trasparenza necessaria a restituire alla magistratura l’immagine del Csm come la propria casa di vetro. La politica consiliare si nutre della raffinata ricerca del miglior equilibrio tra esigenze contrapposte; in questo momento quella di rendere prevedibili e comprensibili le decisioni del Csm è, secondo noi, prioritaria.

Unicost ha accusato Mi di collateralismo e di fare trattative segrete con Nordio. Per qualche suo collega a rafforzare questa tesi ci sarebbe anche il fatto che Nordio al convegno di Mi ha ricordato che la sua iscrizione al gruppo associativo conservatore ' risale al 1976'. Come giudica questa querelle?

Non utile. E se proprio dovessi individuare un nome nel governo che sia punto di riferimento culturale e strategico per Mi, indicherei Mantovano, piuttosto che Nordio.

Sembra che si stiano scaldando i motori per le prossime elezioni del Comitato direttivo centrale e del vertice Anm. Una presidenza Mi indebolirebbe la battaglia sulle riforme contro la maggioranza di governo?

Niente affatto. Mi ha assunto posizioni che dimostrano la loro chiara consapevolezza e preoccupazione per i pericoli che corrono l’autonomia e l’indipendenza della magistratura, nella prospettiva delle complessive riforme costituzionali proposte dall’attuale maggioranza. Mi permetta, tuttavia, di smentire i retroscena da voi pubblicati di recente in merito ad una prossima Gec Anm guidata da un ticket: MI- Area DG, senza Unicost e con la nostra benedizione. Riteniamo, infatti, indispensabile l’unitarietà dell’Anm, coinvolgendo nella Gec tutte le componenti associative ed un rinnovamento autentico delle dirigenza associativa per dare voce e rappresentanza al brio ed alla vivacità della parte più giovane della magistratura.

Il sottosegretario Delmastro, recentemente, ha affermato che nulla sarebbe cambiato al Csm dopo gli scandali degli scorsi anni e che la soluzione è il sorteggio. Si trova d'accordo con questa affermazione?

Il sottosegretario sminuisce, ingiustamente, gli sforzi di rinnovamento che il Csm sta ponendo in essere. Certo, la vicenda di Natoli ha mostrato una faccia ancora opaca dell’istituzione, ma siccome la consigliera è stata selezionata dalla parte politica del sottosegretario gli consiglierei di preoccuparsi di più dei criteri di selezione adottati, piuttosto che promuovere il sorteggio. Davvero quest’ultimo metodo potrà eliminare le più recenti disfunzioni oppure è proprio la vicenda Natoli a dimostrare quanto sia necessaria una selezione democratica ed ampiamente competitiva dei consiglieri, per garantirne l’adeguatezza al ruolo?