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Ma come sarà dopo la vita, quando tutto questo sarà finito e la sera invece di ascoltare con morbosa tensione il bollettino degli orrori di Borrelli, potremmo andare a prendere uno spritz al bar dell’angolo, togliendoci dalla faccia quella sgangherata mascherina che avevamo pagato a peso d’oro , andando in giro con l’autocertificazione mutante? L’economia digitale ormai irresistibile cambia l’informazione e la vecchia tv
Ma come sarà dopo la vita, quando tutto questo sarà finito e la sera invece di ascoltare con morbosa tensione il bollettino degli orrori di Borrelli, potremmo andare a prendere uno spritz al bar dell’angolo, togliendoci dalla faccia quella sgangherata mascherina che avevamo pagato a peso d’oro alla borsa nera, andando in giro con l’autocertificazione mutante? Dopo un mesetto di carcerazione domiciliare il “dopo”, in verità comincia ad essere nella mente degli italiani un po’ rarefatto, anche se, con i primi fragili spiragli di rallentamento nei contagi, cominciano a trovare spazio nei giornali e nella tivù previsioni e consigli degli psicoterapeuti à la page. L’essere umano è un animale abitudinario, si sa, tuttavia un dopo ci sarà e non potrà non portare i segni del prima. C’è un mucchio di cose che stanno segnando, essendo noi consapevoli o no, la vita degli esseri umani, in questa emergenza e che resteranno appiccicate alle nostre abitudini e ai nostri comportamenti. Innanzitutto il ruolo moltiplicato dell’economia digitale. L’egemonia economica e finanziaria degli Over The Top, cioè dei signori mondiali del digitale, si rappresentava con una prosperità debordante e inoppugnabile già prima del Coronavirus. Oggi, a ben vedere, non solo il settore appare l’unico a presentare performance splendide ( se si eccettuano, ma su scala infinitesimalmente più ridotta, gli impresari di pompe funebri e i produttori di mascherine e respiratori), ma addirittura si proietta alla conquista di quelle residue fasce della popolazione che prima erano rimaste escluse.
La burocrazia ( l’obbligo, con presunzione di possesso di un pc, di scaricare l’autocertificazione dalla rete), la formazione ( l’insegnamento, anche della scuola dell’obbligo, impartito attraverso il computer- imposto come necessario oggetto di acquisto- da remoto), la comunicazione interpersonale ( la nonna dalla casa di riposo che parla col nipotino via skype), rappresentano veicoli velocissimi attraverso cui si realizza la fidelizzazione di ambiti sociali nuovi ( oltre che l’aggravio di spesa per le famiglie) che, attraverso il rapporto quotidiano con la rete, entrano nella platea dell’economia digitale da “late comer”, dunque anche con minori capacità di difesa rispetto, per esempio, all’aggressione delle fake news. Attenzione: il ruolo positivo che la Rete sta svolgendo in questo complicatissimo frangente è innegabile. Tuttavia la mancanza di una alfabetizzazione di massa sull’uso proprio del web potrà rivelarsi una grande difficoltà nella ripresa della normalità democratica, se solo richiamiamo per un momento alla mente Cambridge Analytica e il ruolo che l’informazione truccata di massa può svolgere in una campagna elettorale. Il secondo lascito della quarantena è la performance della vecchia tv, che ha potuto assumere il ruolo centrale di focolaio familiare avuto ai suoi albori. La tv prima del coronavirus era un medium destinato essenzialmente ad una popolazione anziana: oggi la costrizione del domicilio ha riportato davanti al video anche i giovani, riformulando una graduatoria di responsabilità in capo soprattutto al servizio pubblico. Ho l’impressione che, nonostante la “vecchiezza” del mezzo, dopo non si potrà più prescindere dal suo ritorno al centro della propulsione della informazione e della formazione. Il che, però, implica un ripensamento serio sulle garanzie che la tv di Stato deve poter fornire in termine di pluralismo e di autonomia, anche in una chiave di riequilibrio rispetto alla Rete.
La carta stampata nel quadro della crisi sta svolgendo il ruolo dell’informazione nobile, riflettuta e utile a muovere approfondimento. Ma ha dovuto fare tutto da sola, in dialogo con l’unico alleato possibile, l’edicolante, asserragliato nel suo avamposto di guerra nelle città in quarantena. Come sarà dopo? Dipenderà molto da come si affronterà il tema dell’informazione. Si farà una campagna elettorale ( regionale) presumibilmente in autunno: provate a pensare ad una rarefazione di incontri, manifestazioni, contatti frontali, anche se, auspicabilmente, il problema Coronairus sarà già stato superato. Provate a pensare ad una informazione politica affidata quasi totalmente ai media, televisione e rete. Forse sarà il caso di lavoraci su.