« Imagistrati chiedono un cambio di passo e la circolare sui direttivi rappresenta in effetti il grande banco di prova per la credibilità dell’autogoverno». A dirlo è Rossella Marro, presidente di Unicost, che interviene nel dibattito sulla nuova circolare sulle nomine. In ballo, come raccontato la scorsa settimana in esclusiva sul Dubbio, ci sono due proposte: una più “mite”, che apporta qualche correttivo al testo attualmente in vigore, e una più “radicale”, che tramite un sistema di punteggi mira a rivoluzionare le regole, per stemperare l’ipotesi del sorteggio.

Il sottosegretario Delmastro, recentemente, ha affermato che nulla sarebbe cambiato al Csm dopo gli scandali degli scorsi anni. Si trova d'accordo con questa affermazione?

Il sottosegretario prende le mosse da una vicenda singola che ha visto coinvolto un componente laico e ha riguardato l’esercizio del potere disciplinare. Quindi nulla a che vedere con le vicende degli anni scorsi. Da questo caso isolato non è certo possibile fare discendere una valutazione di carattere generale. Peraltro, la reazione del Csm è stata ferma e rigorosa e questo ci fa comprendere che esistono gli anticorpi.

Le recenti scelte del Csm in che direzione vanno?

Il problema della scelta dei direttivi e semidirettivi va rinvenuto nella eccessiva discrezionalità. Il Testo unico sulla dirigenza nell’attuale formulazione consente di dire tutto ed il contrario di tutto.

La riscrittura della circolare sulle nomine è stata sempre invocata come antidoto alle degenerazioni correntizie. Pensa sia questa la soluzione? Cosa si aspetta dal lavoro che sta svolgendo la V Commissione?

Sì, io penso che una radicale rivisitazione della circolare nell’ottica di rendere prevedibile le decisioni possa essere di aiuto. Mi auguro che i lavori della Commissione vadano in questa direzione. Sarebbe la dimostrazione che la magistratura è in grado da sola di autoriformarsi in senso positivo.

Le proposte in campo sono due: una più radicale, che di fatto rivoluziona il testo attualmente vigente, e una più moderata, con correttivi più limitati. Quale delle due la convince di più e perché?

Assolutamente la prima. I magistrati chiedono un cambio di passo e la circolare sui direttivi rappresenta in effetti il grande banco di prova per la credibilità dell’autogoverno. Anticipare nella fase di individuazione dei criteri l’esercizio della necessaria discrezionalità, necessaria per la scelta del candidato più idoneo, consente di rendere prevedibili le decisioni e di scongiurare possibili abusi.

C’è chi pensa che la proposta “rivoluzionaria” possa rappresentare una soluzione all’ipotesi sorteggio, che è tra le possibili riforme. Pensa sia così?

Senza dubbio, rivoluzionare il testo unico sulla dirigenza nel senso di ridurre la discrezionalità a valle spunterebbe le armi alla politica, che giustifica l'introduzione del sorteggio dei membri con l’esigenza di contrastare il correntismo proprio nel settore delle nomine. Il Csm, in realtà, non si occupa solo di nomine ma di tante altre materie, rispetto alle quali le diverse sensibilità sono evidenti e rappresentano una ricchezza. I magistrati italiani hanno diritto di scegliere i rappresentanti in seno al Csm.

C’è un altro documento in ballo: la circolare sulle valutazioni di professionalità, la cui riscrittura presto verrà portata a termine. Considerando le recenti riforme, quali sono i punti essenziali da tenere in considerazione, secondo Unicost?

Senza dubbio è importante assicurare ai cittadini una categoria di magistrati preparati e motivati. Quindi, la circolare deve consentire di fare emergere tutte le caratteristiche del magistrato, positive e negative. Tuttavia, il meccanismo della valutazione non deve mai divenire un grimaldello per condizionare il magistrato e limitarne l’autonomia e l’indipendenza nell’esercizio della giurisdizione. Occorrerà trovare un punto di equilibrio.