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La Laguna di Venezia non è una infrastruttura. È un concetto che va sottolineato riguardo la necessità di incardinare la nuova agenzia per la Laguna non presso il ministero delle Infrastrutture bensì direttamente presso la Presidenza del Consiglio. In tal modo si garantirebbe una paritetica rappresentanza ai ministeri delle Infrastrutture, dell'Ambiente, dei Beni Culturali e degli Enti locali. Ricapitoliamo. In sede di conversione del Decreto Agosto che istituisce, all'articolo 95, l’Agenzia per la Laguna di Venezia, vi è un punto sostanziale che andrebbe riconsiderato: l'opportunità - o meglio: la necessità - di incardinare l’Agenzia per la Laguna di Venezia sotto il controllo e la vigilanza della Presidenza del Consiglio, dove già la legge 798 del 1984, incardina il Comitato Interministeriale ( Comitatone), e non del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. È infatti necessario da un lato dare un segnale di superamento delle precedenti normative che per ragioni storiche dell'architettura istituzionale hanno assegnato allo sparito ministero dei Lavori pubblici la gestione esclusiva della Laguna; e dall'altro trovare la sintesi tra le competenze che devono restare centrali e il ruolo degli Enti locali, Regione e Città Metropolitana, Comuni della gronda, cui la normativa speciale riconosce rappresentanza. Sottolineando che in previsione dell'evoluzione dei problemi ambientali che investiranno Venezia e la Laguna, l’Agenzia per la Laguna di Venezia, con i ministeri e gli Enti locali, risulterebbe meglio collocata in una sede superiore di controllo e vigilanza nonché di garanzia: appunto la Presidenza del Consiglio. In caso contrario, il pericolo che si affaccia è che si entri molto presto nella sproporzione ingiustificata dei poteri e nell’ingovernabilità effettiva dei problemi. La Laguna di Venezia non è una infrastruttura: è tempo che anche la normativa speciale per Venezia addivenga a questa chiara constatazione. Il Modulo Sperimentale Elettromeccanico, il M. O. S. E., con le esigenze di manutenzione e gestione, invece è una infrastruttura. Questa distinzione dovrebbe anche informare il nuovo Decreto e caratterizzare i compiti della nuova Agenzia. La Laguna Veneta è un mosaico ecosistemico dall’alto valore ambientale, paesaggistico ed antropico, realtà fisica e storica interposta tra mare e terra continentale, della superficie di 550 km quadrati riconosciuta di interesse nazionale. A seguito dell’evoluzione normativa nazionale del codice dell'Ambiente, legge n. 152/ 2006, e delle Direttive comunitarie, la Laguna di Venezia non è più concepibile come quella mera entità geografica demaniale affidata, nel lontano 1963, alla gestione del soppresso Magistrato alle Acque che era organo decentrato del ministero dei Lavori Pubblici. Parimenti il Modulo Sperimentale Elettromeccanico, M. O. S. E., è indubbiamente una infrastruttura realizzata a totale carico dello Stato, in base a un progetto ingegneristico, per stralci esecutivi e che ora necessita di gestione e manutenzione con fondi pubblici e statali vista la non remuneratività dell’opera. Se concordiamo su questo, anche intuitivo, principio, il compito generale di indirizzo e vigilanza sull’Agenzia per la salvaguardia della Laguna non può essere del solo ministero delle Infrastrutture e Trasporti ma essere condiviso con il Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Il ministero per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo, ognuno per le proprie prerogative e competenze distintive e non mutuali, oltre che ovviamente con gli Enti locali. La tutela fisica ed ecologica della Laguna possiede infatti un'essenza ambientale complessa, interconnessa con la salvaguardia di Venezia e dei centri abitati dal fenomeno delle acque alte, con la sua previsione, con l’impatto del fenomeno dei cambiamenti climatici sulle attività economiche che si sono svolte e ancora si svolgono In Laguna, e nel territorio influente, la cui sostenibilità dovrà rappresentare il limite. In sintesi se l’Agenzia deve perseguire la Salvaguardia della Laguna di Venezia e governare il M. O. S. E. essa deve avere connotazioni di responsabilità ministeriali paritetiche evolute, rispetto a quelle del soppresso Magistrato alle Acque, ed essere incardinata alla sede super partes di Palazzo Chigi. Né la nuova Agenzia può essere la effimera copia di quel soppresso Magistrato alle Acque, organo decentrato di un non più esistente ministero dei LavoripPubblici, ( ora trasformato nel più settoriale ministero delle Infrastrutture e Trasporti) e quando non esistevano né il ministero dei Beni Culturali e Ambientali né il ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Anche in previsione della evoluzione dei problemi ambientali che investiranno Venezia e la Laguna, l’Agenzia per la Laguna di Venezia, con i ministeri e gli Enti locali deve essere incardinata nella sede superiore di controllo e vigilanza, appunto della Presidenza del Consiglio. Con la nuova Agenzia si dovrà poi semplificare la normativa collaterale relativa alla Commissione di Salvaguardia, all’Ufficio di Piano, al Corila ad un nuovo Ufficio previsione Maree funzionale alla gestione del M. O. S. E., e addivenire rapidamente a nuove linee guida per il Piano Morfologico della Laguna anche in previsione dell’innalzamento del livello del mare da affrontare nel prossimo decennio e alla piena applicazione del Decreto n 76 / 2012 Clini Passera sulla sicurezza della navigazione in Laguna, estromettendo le grandi navi da crociera e commerciali. Il ministero dell’Ambiente e quello per i Beni culturali non possono essere ridotti ad una mera presenza burocratica di un rappresentante nel Comitato di gestione dell’Agenzia. Ne deriva anche che se non vengono selezionate professionalità specifiche nei diversi settori operativi dell’Agenzia, il personale arruolato potrebbe non essere utile, soprattutto se di sanatoria allo scioglimento del Consorzio Venezia Nuova. * Esperto Ambiente Venezia