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Eva Kaili, ex vice presidente del Parlamento Europeo
Le nuove rivelazioni sul cosiddetto Qatargate arrivano quando l’intervista è ormai terminata. Riguardano Eva Kaili, ex vicepresidente del Parlamento europeo, indicata dai media come anello di una catena che mirava a influenzare le istituzioni europee a favore di Qatar e Marocco. Un’accusa che non compare nemmeno nelle carte, dove i servizi segreti appuntano l’impossibilità di ritenerla parte della presunta associazione a delinquere capeggiata da Antonio Panzeri, ex europarlamentare e lobbista che, curiosamente, è l’unico pentito del caso.
Un pentimento forzato, secondo i suoi stessi legali, dal momento che poco prima di confessare la corruzione ammette le proprie responsabilità per evasione fiscale. Ma questa versione cambia quando arriva l’annuncio peggiore che un uomo possa sentirsi fare: moglie e figlia sono in carcere. Così la storia si trasforma e Panzeri si decide a fare dei nomi. Il Qatargate, dopo aver popolato le prime pagine di tutto il mondo, smette poi di appassionare. Fino a quando i media di vari Paesi iniziano a notare le varie storture dell’inchiesta. Fino a quella più assurda: i servizi segreti hanno spiato l’attività del Parlamento da dentro il palazzo. E proprio mentre tutto crolla e la procura lamenta una fuga di notizie - questa volta pro-indagati -, nuovi documenti finiscono sui giornali. Ma sono parziali, spiega Eva Kaili al Dubbio. Come le chat tra lei e la presidente del Parlamento Roberta Metsola, selezionate, dice, per creare la storia giusta. Sul punto i chiarimenti arriveranno in un secondo momento, promette.
Ma intanto, esattamente un anno dopo il suo arresto, l’ex vicepresidente racconta la sua versione di una vicenda che rappresenta, a suo dire, il punto più basso della storia delle istituzioni europee. Istituzioni violate, sottolinea, mentre lei subiva «torture» per confessare reati mai commessi.
A un anno dal suo arresto, cosa resta del Qatargate?
Doveva essere il più grande scandalo per l’Ue, ma è piuttosto un BelgianGate, come lo chiamano i miei avvocati. Il vero scandalo è che sono state violate le leggi comunitarie e internazionali. I servizi segreti sorvegliano i politici, la polizia sotto copertura analizza le opinioni politiche all'interno delle Commissioni, vengono compilati dossier arbitrari contro i deputati utilizzando la carcerazione preventiva per estorcere menzogne come prova. Si sono verificate ulteriori violazioni dei diritti umani. E poi: collusione, omissione di informazioni dal fascicolo, ricusazione di un giudice per conflitto di interessi con un sospettato chiave nelle indagini, abbandono dell’inchiesta da parte del pubblico ministero, mancati accertamenti sulle persone indicate dai servizi segreti, parzialità, e infine un pentito che ovviamente è stato costretto a mentire. Queste rivelazioni sono sconcertanti e sollevano seri interrogativi sulla salute delle nostre democrazie.
Qual è lo stato attuale delle indagini?
È una caccia alle streghe. Sembra che Panzeri inizialmente abbia detto la verità: è stato pagato come consulente, ma non lo ha dichiarato e non ha corrotto nessuno. I servizi segreti si sono concentrati sulla politica del Marocco nell'Ue e sul lavoro della Commissione Pegasus (incaricata di esaminare l'uso di Pegasus e di spyware di sorveglianza equivalenti, ndr). Inizialmente si trattava di un caso finanziario da sottoporre alla procura europea che riguardava altri, non me. Invece è stato dato al giudice belga Michel Claise. Non è cambiato nulla da quando i servizi segreti hanno concluso che non sono implicata. Claise ha poi dovuto dimettersi per conflitto di interessi, poiché suo figlio lavorava nel business della cannabis legale con il figlio di Maria Arena (eurodeputata belga, ndr), uno dei contatti più importanti di Panzeri.
Avete chiesto una verifica della regolarità delle indagini?
Abbiamo presentato ricorso alla Corte per parzialità delle indagini e violazione dell'immunità parlamentare. Solitamente il tribunale impiega alcune settimane per decidere. In questo caso ci vorrà un anno, e questo la dice lunga. Nelle conclusioni alla Corte d'appello, il pubblico ministero sostiene che non sono stati adottati provvedimenti investigativi contro politici prima del 9 dicembre 2022 (giorno del suo arresto in flagranza. Senza revoca dell’immunità non sarebbe stato possibile effettuare indagini su Kaili, ndr). Nel fascicolo, invece, ci sono numerose relazioni che dimostrano il contrario, tra cui la presenza di poliziotti in borghese nel corso dei lavori di una Commissione parlamentare e il fatto che i servizi segreti fossero fuori casa mia anche quando ero sola (cioè senza il marito Francesco Giorgi, assistente parlamentare coinvolto nell’inchiesta, ndr). Usare il “reverse engineering” per costruire accuse di flagranza contro di me, pur sapendo sulla base delle investigazioni che non sono implicata e usare un processo mediatico per condannarmi è allarmante per il Parlamento europeo.
Come ne escono le istituzioni europee?
Il Parlamento europeo era paralizzato dalla paura e dalla subordinazione all'autorità giudiziaria e alla trappola dei media, che minava la presunzione di innocenza. È stato diffamato da un'ipotetica storia di corruzione e interferenza. Ora dobbiamo difendere l'integrità del Parlamento poiché abbiamo la responsabilità di far emergere la verità prima delle elezioni. Il presidente spagnolo della Commissione affari giuridici rimanda da sei mesi la fissazione di una data per la mia udienza - forse è conveniente per lui continuare ad attaccare i socialisti nel suo Paese -, ma ora che il team legale del Parlamento europeo ha pieno accesso a tutto il fascicolo del caso possono verificare tutte le violazioni. Abbiamo tutte le prove e le intercettazioni telefoniche che dimostrano che Panzeri ha utilizzato i suoi assistenti per ricevere i pagamenti per le sue consulenze poiché senza di loro non può comunicare in francese o inglese. Il mio coinvolgimento si basava su bugie estorte e sullo stereotipo secondo cui i politici sono corrotti.
In casa sua sono stati trovati molti soldi. Come lo spiega?
Il giorno dell'arresto di Francesco (Giorgi, ndr) lessi sui media di Panzeri. Sapevo che Francesco aveva in casa una somma di denaro proveniente dal suo stipendio. Ma ho scoperto una borsa sconosciuta e ho capito che era di Panzeri. Ho perfino chiamato la polizia per avere informazioni su Francesco, ma è stato inutile, quindi, sotto shock, ho pensato che la cosa giusta da fare fosse restituirgliela e chiedergli di ritirarla in un ristorante dell'hotel, dato che non riuscivo a trovare il suo indirizzo. Se lo avessi saputo non avrei mai permesso che accadesse ciò in casa mia. Dieci mesi dopo, per fortuna, abbiamo scoperto le intercettazioni telefoniche che dimostrano che Panzeri utilizzava i suoi assistenti per ricevere i pagamenti per suo conto fino a quando non fosse stato nelle condizioni di riceverli. Due anni dopo, tutto è provato. Sulle banconote non c'erano le mie impronte digitali. I miei conti bancari sono cristallini, contrariamente alle false notizie di milioni nelle banche panamensi.
Come valuta la posizione di suo marito in questa vicenda?
Francesco ha iniziato a lavorare come assistente di Panzeri quando aveva appena vent'anni. Panzeri parla solo italiano e si affidava ai suoi assistenti per la traduzione, anche dopo essere passato al settore privato. In passato, per anni, ha preso in prestito soldi dallo stipendio di Francesco, approfittando di lui. Mio marito aspettava che Panzeri gli restituisse quanto gli doveva. D’altronde, come hanno concluso i servizi segreti e la polizia, la posizione di Francesco era subordinata e non ha ricevuto tangenti.
Ha mai sospettato delle attività di Panzeri?
Attorno alle istituzioni gravitano oltre 12mila lobbisti con fatturati miliardari. Sapevo che Panzeri era consulente e presidente di una Ong. Stava sostenendo buone cause nel campo dei diritti umani. Dopo quello che è successo tutto sembra sospetto, allora però non lo era. Fare consulenze e lobbying non è corruzione, la diplomazia parlamentare non è corruzione. I servizi segreti hanno concluso che non sono implicata nella sua rete: non credete che lo avrebbero saputo? Una domanda seria è: come mai il giudice Claise non sapeva che suo figlio faceva affari con il figlio di uno dei principali sospettati, che lui stesso aveva protetto per un anno? Come mai Maria Arena non sapeva che i suoi familiari erano in possesso di 280mila euro in contanti? Nessuno è stato arrestato. Evidentemente c'è un'immunità speciale e doppi standard.
La notizia del conflitto di interessi del giudice Claise l'ha sorpresa? Crede che l'eurodeputata Maria Arena - il primo nome fatto da Panzeri nel corso della sua confessione, ma poi da lui stesso scagionata - sia stata favorita?
Le dimissioni del giudice la dicono lunga sulla credibilità dell'indagine che avrebbe dovuto far crollare le istituzioni dell'Ue. Molto prima delle sue dimissioni avevo denunciato il fatto che la persona chiave di questa inchiesta godeva di un'immunità speciale, mentre io non avevo nulla a che fare con questo caso. La recente decisione della procura di non chiedere la revoca dell'immunità di Arena per non arrestarla dimostra che l'indagine del giudice Claise è stata parziale e ha concesso un accordo ad un pentito che mente, contraddicendo quanto rivelano le intercettazioni. Questi elementi sono stati nascosti per mesi, violando il diritto alla mia difesa. Sono indici di persecuzione politica arbitraria. Grazie a giornalisti coraggiosi, la verità sta venendo alla luce, nonostante i continui attacchi diffamatori che ricevo da parte dei media che non si preoccupano dei fatti, ma delle loro convinzioni e della loro viralità, per distogliere l'attenzione dal vero scandalo.
Gli avvocati di Panzeri sostengono che la sua confessione sia stata estorta. Hanno provato a fare lo stesso anche con lei?
I suoi avvocati hanno presentato ufficialmente denuncia per confessioni estorte sotto intimidazioni sfruttando l'arresto della figlia e della moglie. Per compiacere le autorità, Panzeri aveva fatto subito il nome di Arena, ma gli è stato chiesto di fare altri nomi, contrariamente alle prove. Quindi i fatti non avevano importanza. Non ero con lui in Qatar nel 2019, non ero membro di comitati legislativi o gruppi di amicizia di suo interesse. Qualsiasi vicinanza a Panzeri fa finire i politici sotto inchiesta. Io ho seguito la linea politica ufficiale dell’Ue il 22 novembre (in occasione della risoluzione sulla Coppa del Mondo, ndr). Come ho dimostrato, il mio discorso e i miei voti riflettono la linea ufficiale dell’Ue espressa dall’Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, il socialista Josep Borrell, e le conclusioni dell’Organizzazione internazionale del lavoro. La Presidente del Parlamento Roberta Metsola era consapevole di questi sforzi per costruire ponti con i Paesi sotto osservazione e io ero la persona che doveva seguirli. Nulla che fosse legato a Panzeri, che era un consulente sul versante dei sindacati. È tutto nel fascicolo. Per quanto mi riguarda, invece, per mia figlia di 20 mesi si sono rivolti ai servizi sociali, con lo scopo di estorcermi “confessioni” per qualcosa che non avevo fatto. Mi è stato chiesto di mentire contro i politici in posizioni elevate. Mi sono rifiutata di farlo. Solo grazie ad Amnesty International Italia, che ha paragonato il Belgio alla Bielorussia, ho potuto incontrare mia figlia dopo un mese. Il sistema ha cercato di schiacciarmi. Ma il modo in cui rispondiamo alle cose che ci accadono è ciò che alla fine ci definisce.
Crede che l'inflessibilità nei suoi confronti fosse un modo per inviare un messaggio trasversale ad altri europarlamentari?
I miei avvocati hanno detto che la giustizia belga mi considerava un trofeo, in quanto vicepresidente del Parlamento. Il prestigio dei titoli dei giornali di tutto il mondo potrebbe aver alimentato la vanità dei potenti, grazie allo stereotipo secondo cui i politici sono corrotti. È una coincidenza preoccupante che sia stato il mio lavoro politico contro gli spyware illegali a interessare i servizi segreti. La mia immunità è stata violata nonostante prevalga la legge europea e il fatto che i servizi segreti fossero appostati fuori casa mia lo dimostra. Ciò potrebbe creare un pericoloso precedente per tutti i politici.
Come sono stati quei quattro mesi di prigione? Lei ha addirittura parlato di tortura.
Sono stata messa in isolamento per alcuni giorni. Mi è stato portato via il cappotto nel freddo gelido di dicembre, hanno tenuto le luci sempre accese, mi hanno negato la possibilità di contattare il mio avvocato o la mia famiglia, mi hanno mentito per convincermi ad accettare un accordo e tenuta in prigione come esempio di lotta alla corruzione. Pensa che se fossi stata una vicepresidente tedesca o francese sarei stata trattata in modo così degradante? Sono stata testimone di intimidazioni e trattamenti crudeli. Sono sopravvissuta grazie al sostegno della mia famiglia e di eroici avvocati, ma non tutti hanno questo privilegio. Spero di riuscire a dare voce a coloro che non possono essere ascoltati, che hanno subito tale ingiustizia. Soprattutto le madri.
Qual è stato il momento peggiore della sua incarcerazione?
Il momento più buio è stato quando ho rivisto mia figlia dopo un mese. Era gelida ed è stato devastante. L'ho abbracciata cercando di nascondere le mie lacrime. Mi sto battendo affinché in futuro la mia Arianna possa essere fiera della sua mamma. È una ragazzina forte che è dovuta crescere troppo in fretta.
La giustizia belga funziona?
Posso parlare della mia esperienza personale e dire che ci sono delle carenze. Mentre ero detenuta perché considerata una “minaccia per la democrazia”, un terrorista era libero di passeggiare per Bruxelles. Le riforme sembrano necessarie.
Recentemente la procura si è lamentata della fuga di notizie: come si è comportata la stampa nel suo caso?
Abbiamo presentato una denuncia per le fughe di notizie mirate di specifici media che fungono da ufficio stampa degli interrogatori. Il vento però ora soffia in una direzione diversa e ci sono giornalisti coraggiosi che hanno messo in discussione il mainstream e hanno rivelato il vero BelgianGate. Il Dubbio è tra questi e gliene sarò per sempre grata.
Ci sono molti elementi che fanno pensare che lei sia stata spiata dai servizi segreti. Ma l’intelligence può svolgere attività di polizia giudiziaria in Belgio?
Come cittadina e come politica trovo sconcertante che le indagini siano iniziate e portate avanti da servizi segreti di vari paesi, anche extraeuropei. Per fortuna il loro logo è nel fascicolo del caso. Come può un parlamentare svolgere liberamente il proprio mandato sapendo che in Belgio i servizi segreti possono entrare nella sua abitazione, intercettare chiunque e ascoltare le conversazioni in modo arbitrario? Quanto accaduto in questo caso, deve suscitare indignazione e seria riflessione. Ho molto apprezzato il fatto che il mio collega, il vicepresidente della Commissione Affari costituzionali, Giuliano Pisapia, abbia rivelato che l'ingresso della polizia nel Parlamento è di per sé una "brutale aggressione contro la democrazia europea".
Come risponderà il Parlamento europeo a queste violazioni?
Spero di poter essere ascoltata presto in Commissione affari giuridici per fare luce sui punti oscuri. Il principio di buona cooperazione ha ingannato il Parlamento europeo. L’immunità parlamentare non è un privilegio personale, ma una garanzia per esercitare liberamente un mandato senza essere esposti a persecuzioni politiche arbitrarie. In quanto tale, garantisce l’indipendenza e l’integrità del Parlamento nel suo insieme. Nel mio caso ciò non può portare all’impunità, ma non consentirà che si crei un precedente rispetto ad altri. È un principio che garantisce pari ruolo e rispetto alla politica nei confronti dell'autorità giudiziaria.
Ritiene che negli alti organi comunitari siano stati privilegiati gli interessi del Qatar e del Marocco e se sì da chi?
La posizione ufficiale dell'Ue è stata favorevole nei confronti di questi Paesi per varie ragioni politiche, geopolitiche, energetiche, eccetera. Un lobbista insignificante non può influenzare decisioni strategiche di così alto livello. Per quanto riguarda Marocco e Qatar, negli ultimi due anni in Parlamento abbiamo votato addirittura due risoluzioni molto dure nei loro confronti. In Qatar hanno usato il Mondiale per fare dei cambiamenti. Prendiamo atto dei problemi ma anche delle cose positive. L'Alto commissario Borrell ha affermato che, paradossalmente, le riforme per i diritti dei lavoratori non sono state attuate dalle aziende occidentali.
Continuerà a fare politica?
Ho dedicato tutta la mia vita alla politica perché la considero una forma nobile di altruismo. Rappresentare una comunità, lottare per una società giusta, opporsi alle ingiustizie, alle disuguaglianze, alle discriminazioni, dare voce agli emarginati con l'obiettivo finale di migliorare la vita delle persone è il motivo per cui sono entrato in politica. Se riesco a dare speranza a chi ha affrontato queste difficoltà forse ne verrà fuori qualcosa di buono. Ma non posso prevedere quando.