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Delle due l’una. O Annibale è alle porte, e allora si dà l’allarme, si vive in stato d’emergenza, si mobilitano le truppe, ci si organizza per rintuzzare l’assalto, à la guerre comme à la guerre.
Oppure invece si predica e si pratica il linguaggio mite, si tesse l’elogio della normalità e dei buoni sentimenti, si recita la parte cavalleresca che si conviene al reciproco fair play. Invece si ha l’impressione che questa nuova maggioranza sia così varia e ampia da poter ospitare convenientemente l’una e l’altra cosa. Di modo che un giorno sembra di essere alle soglie del 1922 e un giorno invece ci si trova all’indomani del 1945.
E se siamo al 1922 democratici e grillini possono anche allearsi per difendere assieme il bastione dell’Umbria. Mentre se il 1945 è alle nostre spalle si può mettere mano al testo costituzionale concedendo qualcosa alle reciproche differenze. Si tratta solo di scegliere un’interpretazione di sé e del Paese. Che poi è il compito fondamentale della politica, quali che siano le mutevolissime stagioni che attraversa. Insomma, o la pochette o il passamontagna. Indossare tutti e due non si addice.