PHOTO
In una fase così difficile, ogni idea è benaccetta, ogni iniziativa è utile, ogni contributo è positivo. Dunque se dagli Stati generali dell’economia voluti da Giuseppe Conte scaturiranno proposte o si imbastiranno sinergie per affrontare al meglio il durissimo autunno che ci attende, sarà cosa buona e importante. Tuttavia è ovvio che il passaggio obbligato per concretizzare le misure avverrà in Parlamento. Già, proprio il consesso che la politica urlata e demonizzatrice per un verso, e la pandemia tra Dpcm, virologi, esperti e task force dall’altro, hanno messo in ombra e sminuito. Invece si tratta della istituzione che è simbolo e linfa del sistema democratico: meglio non dimenticarlo. Ebbene quando la congerie di indicazioni e pareri piomberanno a Montecitorio e palazzo Madama, riprenderà il sabba delle contrapposizioni, dei voti di fiducia, degli ostruzionismi cui abbiamo assistito anche in queste ore sul decreto-scuola? Diciamo la verità: è probabile. In tal modo vanificando e spazzando via ogni refolo di possibile coesione. Eppure una soluzione è a portata di mano, capace di dare gambe ad una esigenza - lo spirito di concordia bipartisan - da tutti invocata e da quasi nessuno seriamente perseguita. L’ha avanzata su queste colonne Pino Pisicchio, trovando orecchie, anche istituzionali, attente. L’idea è quella di istituire una Commissione parlamentare ad hoc dove affrontare il tema economico, della distribuzione delle risorse, degli interventi per alleviare il disagio dei cittadini e riaccendere il motore produttivo del Paese. Una Commissione la cui presidenza dovrebbe andare ad un esponente dell’opposizione, come avviene per quelle di garanzia. Si può obiettare che non è un’idea nuova né particolarmente originale. E che esperienze precedenti, anche recenti, risultano infauste. Tutto vero. Però anche i nodi che strozzano l’Italia e la rendono fanalino di coda europeo per la crescita non sono nuovi. Il Covid-19 li ha semplicemente resi ancor più eclatanti e drammatici. Stanno lì da decenni: non risulta siano stati sciolti, al contrario. E pure il Parlamento non è cosa nuova. Ma chi insiste a delegittimarlo considerandolo residuale, semina vento. E la tempesta si avvicina a passi veloci. Una Commissione siffatta può diventare stanza di compensazione e luogo di mediazione senza impegnare gli equilibri di governo né produrre commistioni tra maggioranza e opposizione. Già solo per questo, varrebbe la pena di tentare.