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Brexit e pandemia, il pubblico televisivo e le notizie ‘ certificate’: che significa? Le cose si chiariscono conversando con Peter Knowles, direttore di Bbc Parliament. Che, diciamolo, non è un tipo da facili entusiasmi.
È alla guida di Bbc Parliament da 19 anni, quindi di cose ne ha viste e raccontate. Di sicuro, però, gli ultimi 18 mesi hanno rappresentato qualcosa di realmente inedito anche per la storia lunga e gloriosa del colosso Bbc. E in modo particolare per la divisione rappresentata dal canale tematico Bbc Parliament, cui spetta il compito di raccontare da molti anni la vita istituzionale britannica.
«Questo mese di marzo è andato ancora meglio», racconta. «Siamo stati seguiti da oltre 2,7 milioni di persone nel corso delle quattro settimane. E tutto questo nonostante ci sia un clima decisamente cambiato anche a Westminster. Il lavoro procede normalmente, ma c’è una netta mancanza di atmosfera alla Camera, solitamente molto rumorosa».
Anche a Londra la vita è cambiata, come a Roma, come in buona parte del mondo. E il racconto della vita pubblica sta trovando nuove strade, e inaspettatamente anche nuovo pubblico.
Qualcosa del genere era già accaduto circa un anno fa. Peter lo aveva fatto sapere al mondo intero anche tramite social network, postando un articolo del Guardian che titolava: ‘ Brexit boost for BBC Parliament as channel briefly outrates MTV’.
Il piccolo canale tematico dedicato ai patiti della politica aveva superato negli ascolti nientemeno che il canale di musica e videoclip più seguito al mondo dai giovani.
Episodio che si è poi ripetuto altre volte in quel periodo e che ora si ripropone durante la pandemia da Covid- 19. Anche Londra, dopo un periodo iniziale un po’ incerto, si è allineata. E nei corridoi della Bbc c’è lo stesso clima dei palazzi istituzionali italiani: «Abbiamo dovuto cambiare i nostri orari più volte e stiamo gestendo la struttura solo con la metà del team. Il resto lavora da casa».
Lo scenario è molto cambiato rispetto a qualche settimana fa: «Sì, è vero. E devo dire che lo stesso Governo è rimasto sorpreso da quanto il pubblico fosse conforme al messaggio ‘ resta a casa’. Le strade erano completamente vuote. Le persone si stanno rendendo conto di quanto tutto è complicato, mentre iniziamo a emergere dal periodo iniziale».
Non solo la tv parlamentare, ma anche le camere dei Comuni e dei Lord hanno dovuto affrontare la pandemia. «Gli spazi a disposizione sono piccoli e normalmente le persone sono stipate insieme», spiega Peter: «I membri votano camminando attraverso un corridoio stretto. Si è dovuto procedere a un grande cambiamento. E così, dopo la pausa di Pasqua di 3 settimane ( solitamente sarebbe stata di 2), i deputati sono tornati alla Camera e hanno trovato i loro posti in Aula separati l’uno dall’altro e con intere file di sedili chiusi e un numero limitato di posti contrassegnati per l’uso. Le commissioni si riunisco in videoconferenza. A breve, per la prima volta, sarà sperimentato il voto online».
Bbc Parliament, con un budget di 1,6 milioni di sterline – sebbene dentro l’immenso calderone Bbc – ha rischiato fino a pochi mesi fa di subire pesanti tagli di bilancio.
Prima della Brexit si era parlato addirittura di limiti alla programmazione, pur di contenere i costi. Ma poi l’attualità ha riportato il canale sugli scudi e nessuno ha avuto più il coraggio di parlare di tagli.
I successi ottenuti con gli ascolti, e una certa simpatia involontaria suscitata dalle gesta dello speaker John Bercow e il suo “Order, order!”, stanno dicendo sostanzialmente che al pubblico televisivo può piacere anche – e molto – l’informazione ufficiale e certificata fornita dai soggetti istituzionali, come in questo caso Bbc Parliament, che è una sorta di Rai Parlamento, con la differenza che i britannici hanno un canale completamente dedicato. E che piace al pubblico, pur non proponendo quiz e talent.
Se si chiede a Peter Knowles cosa si inventano per convincere il pubblico a seguire i loro programmi, lui risponde serafico: «Assolutamente nulla. Noi facciamo il nostro mestiere come sempre. Poi il pubblico decide se vuole seguirci».