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Quasi nessuno lo sa ma da un anno e mezzo c’è un senatore della Repubblica in una cella di Rebibbia che aspetta che il tribunale del riesame decida sulla sua sorte. La Cassazione si è già pronunciata, e ora sono note le motivazioni della sua decisione di considerare incongrua la prima decisione del riesame, che è stata quella di tenerlo ancora in galera. La Cassazione dice che gli indizi sulla sua colpevolezza sono pochini, o forse non ci sono affatto. E allora spiega - o ne vengono portati di nuovi o va scarcerato.
Il senatore in questione si chiama Antonio Caridi. È di Reggio Calabria. Alcune frasi contenute nelle motivazioni della Cassazione sono davvero inquietanti. Caridi è accusato dai Pm di Reggio di essere l’esecutore del programma di una cupola massonico- mafiosa che guiderebbe tutta la politica del reggino. E grazie a questo suo ruolo sarebbe riuscito a fare carriera politica. Il suo punto di riferimento sarebbe l’avvocato ed ex parlamentare Paolo Romeo, il quale, a sua volta, sarebbe uno dei quattro capi di questa cupola. Dice la Cassazione: « Ad eccezione di una conversazione intercettata nel 2014, avente ad oggetto questioni relative alla costituzione della città metropolitana di Reggio Calabria, non è stato indicato nessun altro contatto tra Romeo e Caridi, nessuna intercettazione, telefonica o ambientale, da cui evincere un nesso, un collegamento fra la carriera politica di Caridi e la prospettata struttura segreta ». In soldoni: l’accusa sostiene che Caridi è un uomo di Romeo, ma Caridi e Romeo non si sono mai visti e quando si sono parlati hanno parlato di una banale questione politica.
Fa tremare le vene e i polsi l’idea che si possa finire in prigione, accusati di essere mafiosi, e poi essere dimenticati in fondo a una cella, sulla base di un teorema che la Cassazione giudica non solo non provato ma inconsistente. E che nonostante la doppia sentenza della Cassazione a proprio favore, si possa restare in prigione per mesi e mesi, senza che la cosa susciti alcuno scandalo. E fa ancor più sensazione il fatto che tutto questo capiti non ad un poveretto, ma addirittura ad un senatore.
Poi c’è un’altra questione. Un anno e mezzo fa il Senato fu chiamato a decidere se autorizzare o no l’arresto di Caridi. Il Senato avrebbe dovuto esaminare le carte e stabilire se ci fossero indizi sufficienti, ed esigenze cautelari, perché nel caso non ci fossero, si sarebbe potuto ipotizzare il cosiddetto “ fumus persecutionis“. Il Senato esaminò le carte ( circa 2000 pagine) dell’accusa, e decise che Caridi andava arrestato. Probabilmente nessuno lesse quelle carte, altrimenti si sarebbe reso conto di quel che ha scoperto la Cassazione: non ci sono indizi. Possibile che in un paese democratico un senatore possa essere catturato e sepolto in un carcere, nel silenzio generale, in mancanza di indizi? Sepolto in un carcere di Roma, voglio dire: non di Ankara. E possibile che questo avvenga nel silenzio assoluto, e codardo, di tutto il mondo politico?