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Eva Kaili
I principi non sono negoziabili. Dorien Rookmaker, eurodeputata olandese conservatrice dell’Ecr, lo stesso gruppo di Fratelli d’Italia, non ha dubbi sulla necessità di considerare innocenti fino a prova contraria le persone coinvolte nel Qatargate, lo scandalo che ha fatto finire in carcere l’ex vicepresidente Eva Kaili. Tant’è che ha deciso di astenersi durante il voto contro la destituzione della politica greca, convinta che il garantismo non sia un concetto da sbandierare solo quando di mezzo ci sono amici o esponenti del proprio partito. Un gesto di coerenza che rivendica fino alla fine, sollevando anche il dubbio che anticipare il giudizio a livello politico possa rappresentare un’interferenza con il lavoro della magistratura.
Onorevole, perché ha deciso di astenersi dal voto sull’estromissione di Kaili?
Per due ragioni. Il motivo principale è che quello della “innocenza fino a prova contraria” è un principio importante e un diritto umano fondamentale, previsto dal trattato di Roma all’articolo 6.2. Inoltre, il Parlamento europeo non ha fornito informazioni ufficiali, quindi abbiamo dovuto basare il nostro giudizio sulla base di quanto riportato dai media e da altre fonti. Inoltre mi chiedo: il Parlamento ostacola la giustizia quando giudica in anticipo prima che l'imputato sia portato in giudizio?
Dopo il voto ha detto che andare contro la massa - ovvero i colleghi che hanno votato in maniera compatta per la cacciata dell’ormai ex vicepresidente - sarebbe potuto essere pericoloso. Teme che possa finire anche lei nel tritacarne?
La mia astensione potrebbe essere erroneamente interpretata come una posizione indulgente rispetto alla corruzione. Per essere chiari: credo che la corruzione sia una piaga della nostra società e non ci sono scusanti per funzionari governativi e politici corrotti. Ma pensatori e politici indipendenti non scelgono una facile via d'uscita di fronte ai problemi. È importante attenersi ai principi e non seguire la folla solo per evitare domande difficili o semplicemente per andare sul sicuro, per così dire.
Pensa dunque che i suoi colleghi abbiano commesso un errore?
Sì.
In Italia intercettazioni e dettagli dell'inchiesta sono finiti su tutti i giornali. Come valuta la gestione mediatica di questa vicenda?
Non posso commentare questo aspetto. Non ho ancora avuto il tempo di esaminare la questione. Ma credo che sia importante.
La presidente Metsola ha dichiarato che le istituzioni europee sono sotto attacco: avverte anche lei questo pericolo?
I politici dovrebbero essere (resi) consapevoli che corrono un enorme rischio di essere corrotti da governi, gruppi di interesse o aziende che hanno interessi. È sacrosanto dovere di un membro del Parlamento europeo parlare e agire sempre nell'interesse comune. Non per uno in particolare. Denaro, potere, status e disciplina di partito sono fattori di rischio che dobbiamo controllare. È importante che ogni membro del Parlamento europeo sia consapevole del rischio. Una reputazione rovinata è difficile ripararla. Non è mai una cosa intelligente vendersi.
Chi può trarre vantaggio di questa situazione senza precedenti?
Le persone che sono contrarie all'espansione del potere dell'Unione europea, perché hanno le loro ragioni. Ma anche persone che sono a favore di più norme e regolamenti e di un maggiore potere esecutivo per le istituzioni dell'Ue per combattere il crimine e la corruzione. I soliti sospetti, come i consulenti e i consiglieri in materia. Ma anche in positivo: è un campanello d'allarme, un avvertimento per ogni politico attivo del rischio di corruzione e del danno reputazionale che può causare.
C'è un rischio di delegittimazione?
Non lo so, ma potrebbe esserci.
Cosa ne pensa di questa indagine?
È troppo presto per dirlo, ma è importante essere sempre alla ricerca di segnali di frode e corruzione e agire di conseguenza
Ha mai notato comportamenti che avrebbero potuto suggerire un interesse dei suoi colleghi coinvolti in questa vicenda a sostenere alcune proposte più favorevoli al Qatar in Parlamento?
No, anche se ho notato più di una volta che gli eurodeputati votano e parlano contro i loro stessi principi a causa della disciplina di partito. E secondo me anche questa può essere una violazione dell'integrità.
Molti politici, in queste ore, prendono le distanze dai parlamentari coinvolti nell'inchiesta. Come considera questo atteggiamento?
Credo che sia imprudente e prematuro e non dia il giusto esempio. Capisco ma non approvo.
In Italia l'inchiesta Tangentopoli ha chiuso un'era politica. Pensa che la stessa cosa potrebbe accadere anche in Europa?
Potrebbe essere.