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Come qualcuno ricorderà, questo giornale fu tra i primi, al dispiegarsi del Coronavirus, a dato conto delle differenziazioni in seno al mondo scientifico sulla pericolosità o meno del morbo. Abbiamo avuto degli imitatori, ma il punto non è questo. E’ che nella fase in cui l’emergenza comincia a mordere le carni vive del Paese, con divieti che si moltiplicano e tenebre di recessione che si addensano, si rischia di innescare tra scienza e politica un corto circuito perverso e fuorviante capace di disorientare e rendere più confusa la lotta alla pandemia. Se ne ritrova traccia nelle critiche da parte di esponenti politici che grandinano sugli scienziati che coadiuvano il governo contro il Covid-19 e, di converso, nelle critiche che sempre più esplicitamente virologi ed esperti vari rivolgono alle autorità politiche, accusate di aver sottovalutato il pericolo del male che spegne i polmoni arrivato dalla Cina. Così succede che perfino il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli (a proposito: auguri di prontissima guarigione) finisce nel mirino di Pd e M5S; mentre il virologo Crisanti attacca che «si è voluto difendere il Paese dei balocchi» rispetto alla tutela sanitaria, Che il professor Burioni dagli schermi tv dove tracima, parta lancia in resta verso chi esce di casa e la dottoressa Ilaria Capua dica che le donne reagiscono meglio al virus e che dunque possono tornare al lavoro prima degli uomini. Chi ha ragione, chi torto? Forse è il caso di rigettare impostazioni distorcenti. La scienza, in qualunque campo, non è parola divina. Procede (vero professor Popper?) per Trials and Error, tentativi ed errori; ha come bussola la ricerca e come traguardo ipotesi da testare sul campo a rischio di abbandono se ne emergono altre più convincenti. Reclamare dalla scienza risposte immediate, esaustive, di stampo fideistico equivale a negarla. Farvi riferimento è obbligatorio; investirla di compiti immanenti porta alla teocrazia degli ayatollah. Vuole dire che chi immagina una società dominata da uomini o donne in camice bianco che esautorano la politica (a che serve? affidiamoci agli esperti...) finisce nelle braccia di stregoni e apprendisti tali. Vale anche il contrario, ovviamente. Tradotto: la scienza offre un supporto fondamentale. Ma poi è la politica che deve assumersi le responsabilità delle scelte. Soprattutto di quelle più dolorose