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La questione migratoria non è risolta con il passaggio del titolare del Viminale dall’ex ministro Salvini alla neo- ministra Lamorgese che con l’ex ministro Minniti si occupava di “accoglienza diffusa”. La politica dei porti chiusi di Salvini aveva ottenuto degli innegabili risultati: dai 23.370 sbarchi del 2018 ai 5.250 dell’anno in corso ( dato di settembre).
Su questa politica di chiusura Salvini aveva ottenuto un consenso di gran lunga superiore a quelli del governo Conte 1 e del suo stesso partito. Sul cambio di questa politica, tanto criticata più con anatemi e con astratte indicazioni che con l’indicazione di strade percorribili e realistiche, si sta giocando una partita ad alto rischio.
Si parla di nuove regole che comporterebbero una sorta di via libera agli sbarchi, ma previo un negoziato con la Ue per la distribuzione dei migranti che arriverebbero sulle nostre coste. Addirittura si vorrebbe ottenere la disponibilità degli altri Stati ad accogliere i migranti a bordo delle navi prima ancora dello sbarco.
All’Italia resterebbe il compito della prima accoglienza e quello di prestare soccorso a chi si trova in difficoltà, come previsto dalle convenzioni internazionali. Si parla di riattivare la missione Triton senza nemmeno porsi il problema del suo fallimento. Ora, solo per affrontare il punto chiave dei porti aperti, anche il più ingenuo per non dire ignorante dei politici dovrebbe sapere che il problema dell’identificazione degli immigrati, una volta accolti, è di difficilissima risoluzione.
Non ci è riuscito nessuno così come nessuno, Salvini o non Salvini, è riuscito a provvedere ai rimpatri, che fra l’altro, sono costosissimi. Per l’identificazione, infatti, è necessario che il Paese di origine riconosca l’immigrato come suo cittadino. Chiama e rispondi, quando alcuni Stati africani non hanno nemmeno un’anagrafe aggiornata. A questo punto servirebbero accordi con gli Stati di provenienza. Poi i rimpatri dovrebbero essere volontari e non forzati.
Almeno bisognerebbe rimborsare i soldi del viaggio in terra e in mare. Per paradosso, andando a cercare le organizzazioni criminali e gli scafisti oppure coloro che hanno anticipato i costi: amici, famiglie, organizzazioni di beneficenza. Oppure ancora mercanti di carne umana che considerano i migranti semplicemente merce per i loro affari, come, purtroppo, alcune Ong dell’accoglienza e associazioni varie.
A trattare la questione sarebbe delegato il titolare della Farnesina, Luigi di Maio, che si dovrebbe incontrare con il ministro degli Esteri francese Jean Yves Le Drian.
Di sicuro sarà un bel negoziato, che inizierà sotto il segno del giallo ( gilet) dimenticato. Mentre la notizia dei porti aperti correrà per Internet nel mondo intero, Africa compresa.