«Ricordo che, pur essendo in quel momento all’opposizione, nel 2022 votai con grande convinzione il programma del guardasigilli Carlo Nordio sulla giustizia. Mi era parso fin da subito un programma assolutamente condivisibile e di ispirazione liberale. Non posso dunque non essere contento che la maggioranza sia ora compatta nel portarlo avanti anche su alcuni aspetti per i quali inizialmente c’erano sensibilità differenti», afferma il deputato Enrico Costa, fino al mese scorso nel gruppo di Azione e ora tornato in Forza Italia.

Come ha ricordato, dai banchi dell’opposizione all’inizio della legislatura ha più volte assistito a divergenze all’interno della compagine governativa in materia di giustizia. Da questo mese è tornato in maggioranza e ha trovato un centrodestra in cui tutti marciano come un sol uomo, sulle riforme del penale come sulle carriere dei magistrati. Come se lo spiega?

Io penso che la maggioranza si stia muovendo bene sulla giustizia. Nei primi mesi ci si è concentrati su temi che forse non erano prioritari. Io personalmente ho contestato spesso alcune riforme che andavano ad aumentare le pene o a creare nuovi reati. Ora vedo grande attenzione invece su riforme, come appunto quella della separazione delle carriere dei magistrati, che dovranno caratterizzare questa legislatura.

Sulla separazione delle carriere ci torniamo dopo. Rimaniamo alle riforme in materia di giustizia che sono state approvate in questa prima parte della legislatura.

La mia opinione è che molte di queste riforme, in particolare quelle che hanno previsto nuovi reati o aumenti di pena, siano state pensate dal ministero dell’Interno. La mia convinzione è che il Viminale abbia avuto l’ultima parola.

Dovevano passare da via Arenula?

Il discorso è diverso. Io credo che per le norme penali in generale serva il voto segreto. Ci possono essere approcci diversi anche all’interno dello stesso partito. Il parlamentare sarebbe più libero.

E qualora si volessero introdurre aggravanti?

Sarebbe opportuno il voto a maggioranza qualificata.

Veniamo alla separazione delle carriere.

Sì. la proposta sulla separazione è mia come era mia quella sull’abuso d’ufficio. Sono quindi contento che si stia procedendo con impegno.

Tempistiche?

Sono stati presentati gli emendamenti delle opposizioni. Ci sono anche quelli della Lega. Faremo il punto della situazione.

Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari sostiene che con la separazione delle carriere la maggioranza silenziosa dei magistrati, libera dal potere delle correnti, si emanciperebbe dalla tentazione ' antipolitica'. Lei crede nella possibilità di risvegliare questo atteggiamento ' libero e laico', all’interno della magistratura?

Io sono convinto che la separazione delle carriere fra pm e giudici porti chiarezza. E questa chiarezza ci sarà con l’avvocato dell’accusa. I ruoli devono essere ben definiti.

I detrattori dicono che sarà un super- poliziotto.

Ma adesso cos’è? Ha mai visto un pm che raccoglie le prove a favore di un suo indagato?

La separazione delle carriere fra pm e giudici ha davvero una valenza “anticorrenti'?

Non illudiamoci. Le correnti dell’Anm ci saranno sempre. Almeno fino a quando i magistrati non saranno oggetto di valutazioni professionali serie. Adesso sono positive per il 99 percento. Non è possibile. Con numeri del genere le correnti hanno gioco facile. Essendo tutti uguali come si fa a scegliere il migliore?

Sorteggio dei componenti laici del Csm: cosa ne pensa? È oggetto di discussione anche questo tema, a Montecitorio.

Il numero due del Capo dello Stato non può essere scelto per sorteggio. Invito la politica a riflettere seriamente su questo aspetto.

Lei crede in quanto detto in queste ultime ore da Nordio, e cioè che nell’opinione pubblica la fiducia nella magistratura è crollata? E soprattutto: lei crede che questa fiducia sia crollata al punto da non correre il rischio che, al probabile referendum sulla separazione delle carriere, la maggioranza degli elettori si schieri con i magistrati e voti contro la riforma?

Personalmente ritengo che se la riforma verrà spiegata bene non ci saranno problemi. A prescindere quindi dal livello di fiducia nella magistratura da parte dei cittadini.

Lo scontro fra maggioranza di governo e magistratura può portare a una riedizione del conflitto visto nel ventennio berlusconiano?

Mi auguro proprio di no.