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Sempre dritti, senza ripensamenti. Italia Viva tiene duro sulla linea dura contro la prescrizione targata Bonafede e continua ad appoggiare la legge Costa oggi in aula: nemmeno l’ultima riunione è stata decisiva e anzi, «il cosiddetto lodo Conte rende una proposta già incostituzionale, incostituzionale al quadrato», dice il parlamentare Roberto Giachetti.
Nessun passo avanti, quindi?
Nessuno, il dibattito non si è evoluto. Certo, ci sono dei contatti in corso ma noi ribadiamo che la nostra posizione non cambia: se la maggioranza non decide per un intervento sostanziale di modifica della legge Bonafede, noi votiamo la proposta Costa. Lo abbiamo fatto già tre volte e lo rifaremo la quarta.
Nella bozza di ddl di riforma penale, però, la norma è stata modificata. Troppo poco?
Troppo male più che altro, perchè la nuova ri- formulazione, paradossalmente, ha peggiorato la situazione. Anche al netto della mia personale posizione che è di considerare l’eliminazione della prescrizione una aberrazione giuridica, è evidente che differenziare le posizioni dei condannati e degli assolti in primo grado trasforma una legge già incostituzionale in un te- sto incostituzionale al quadra- to.
Dal vertice era filtrata una condivisione, seppur tiepida, del pacchetto sulla riforma del processo penale. E’ così?
Per ora si parla di prescrizione e il pacchetto completo è ancora da valutare, anche perchè non c’è ancora nulla di certo se non una bozza. La cosa che mi stupisce, però, è che il progetto di ddl redatto da Bonafede durante il governo gialloverde sembrava aver almeno raggiunto l’obiettivo di coinvolgere in modo positivo avvocati e magistrati. Il testo presentato nei giorni scorsi, invece, scontenta entrambe le categorie. Insomma, mi sembra che gli sforzi del ministro vadano nella direzione sbagliata.
A proposito del governo, votando la legge
Costa verrete considerati i soliti guastafeste, per usare un eufemismo...
A me sembra surreale. Lo ripeto: noi difendiamo la posizione che abbiamo sempre avuto anche prima di fondare Italia Viva e che aveva anche il Pd nello scorso governo. I dem votarono in Parlamento contro la norma attualmente in vigore, e noi come allora ci opponiamo al giustizialismo dilagante. Per capirci: la legge Costa ripristina la riforma voluta dal ministro Orlando ed è la Lega che oggi la vota ad essere incoerente, visto che ieri approvava la legge Bonafede e oggi invece vuole abolirla. Esattamente come è incoerente il Pd, che ieri votava contro la legge Bonafede ma oggi è pronto a difenderla contro il ripristino della legge Orlando.
Al netto del merito, non temete l’accusa di far traballare il governo?
Siamo sempre stati accusati da tutti, poi casualmente si è sempre arrivati alle soluzioni che proponevamo noi. Non credo succeda perchè ci vogliono bene, ma perchè le nostre proposte sono le più ragionevoli e succederà anche con la prescrizione. Lo diciamo con chiarezza: serve un punto di caduta della maggioranza che non può essere quello di dire: “Intanto facciamo entrare in vigore lo stop alla prescrizione, poi velocizzeremo i processi”. I fattori devono essere invertiti e lo abbiamo spiegato in tutti i modi ai 5 Stelle.
Quando sarebbero state accolte le vostre proposte?
È successo con la rimodulazione dell’Iva e con l’eliminazione della plastic tax e della sugar tax, per esempio. In questi due ultimi casi ha aiutato anche Stefano Bonaccini, che ha fatto notare come quelle due tasse gli avrebbero dato una spallata in Emilia Romagna.
La tenuta in Emilia ha rinsaldato il governo. Cosa insegna quel voto?
Io vedo tre elementi chiari: la vittoria è tutta di Bonaccini ed è figlia di una campagna elettorale fatta su proposte concrete e sul buon governo territoriale, che non si è fatta rapire dal tentativo di Salvini di nazionalizzarla; Salvini ha trascinato alla sconfitta tutto il centrodestra, che ha perso circa 70mila voti con una candidata imposta dalla Lega e una campagna personalizzata dal leader del Carroccio; i 5 Stelle si sono sgretolati, perdendo circa 200mila voti rispetto alle Europee. Questo quadro deve insegnare una cosa precisa: se si fanno scelte credibili, l’elettorato premia. Per questo, bisogna che l’Esecutivo faccia un salto di qualità nella proposta di governo.
Italia Viva su cosa punta?
Noi pensiamo che vadano cambiate le leggi fatte male, come quota100 e reddito di cittadinanza, e si debba accelerare sulle cose da fare. La nostra proposta è quella di un piano shock per gli investimenti. I soldi già sono stati stanziati e vanno solo liberati dai tanti lacci burocratici: bisogna spenderli per rilanciare l’occupazione, incidere sul Pil ma soprattutto dotare il paese di nuove infrastrutture, soprattutto al sud. Così si farà crescere il Paese.
Eppure dell’Agenda2020 lanciata da Conte ancora non c’è traccia...
Le nostre proposte sono pronte e produrremo una bozza di decreto sul piano shock per le infrastrutture, individuando luoghi e settori su cui incidere ma anche il metodo, che deve essere quello utilizzato per Expo e per il ponte Morandi: rapidità e semplificazione burocratica. Inoltre, dopo il taglio del cuneo fiscale, siamo stati noi a proporre al governo di riformare l’Irpef e anche questo è in agenda. Possono accusarci di essere dei “pierini”, ma non di essere pigri sul fronte delle iniziative.
Elettoralmente, però, ancora non vi siete pesati. Anche in Emilia avete scelto di non contarvi, confluendo nella lista del candidato presidente.
Siamo una forza nata cinque mesi fa, la scelta di non presentarci alle tornate elettorali più prossime mi sembra molto comprensibile. Ciò non vuol dire, però, che non abbiamo dato una mano quando era possibile. In Calabria non ci siamo schierati perchè l’offerta politica non era soddisfacente, mentre in Emilia abbiamo sostenuto Bonaccini in modo convinto e contribuito in modo notevole. Io per primo la settimana scorsa ero a Reggio Emilia a chiudere la campagna elettorale.
Sabato a Roma vi riunirete nella prima assemblea nazionale. A quando il test elettorale?
Saranno le prossime amministrative: Toscana, Campania e Veneto. Però ci vogliamo prendere il tempo necessario per costruire un’organizzazione all’altezza del progetto che abbiamo. Sabato sarà il momento del nostro rilancio politico, ma anche l’occasione per assestarci anche sul piano dell’organizzazione interna.