PHOTO
MAURIZIO GASPARRI, POLITICO
Riforma della giustizia, dossieraggi, rapporti tra politica e magistratura: ne parliamo con il capogruppo di Forza Italia, il senatore Maurizio Gasparri.
Fino a qualche settimana si era registrata una stasi sulla riforma che limita a 45 giorni la durata ordinaria massima delle intercettazioni. Poi una riunione dei vertici di Forza Italia e si è sbloccato tutto. Cosa è successo? Come spiegare questa accelerazione?
Il ddl era stato approvato in Commissione ad aprile e tre giorni fa nell’Aula del Senato. Ora passerà alla Camera. Io ho chiesto che venisse messo in calendario perché era trascorso molto tempo. Nella conferenza dei capigruppo c'è stata una intesa su questo, e anche la sinistra non ha contestato la calendarizzazione. So che se ne è discusso anche al Ministero della Giustizia. Quindi mi pare che ci sia l’accordo all’interno della maggioranza, anche perché non è che questa legge blocchi le intercettazioni, semplicemente il magistrato deve motivare la prosecuzione oltre un termine temporale, mentre per i reati più allarmanti i limiti resteranno più ampi.
Poi c’è stata anche approvazione del testo base sulla separazione delle carriere.
Sono contento di questo passaggio: pure su questo versante non ho visto grandi corse. Eppure si tratta di una riforma caposaldo del programma del centro-destra e da due anni ancora non era accaduto nulla, pur consapevoli che si tratta di una riforma costituzionale, e che quindi ci vorrà una doppia lettura tra Camera e Senato.
Si può dire che la riforma dei limiti alle intercettazioni sia una risposta al caso Toti dal vostro punto di vista?
Non solo al caso Toti. Assistiamo quotidianamente ad una un’invasione nelle vite delle persone oltre ogni termine ragionevole, con un’intercettazione a vita. Questo non è possibile, non è accettabile questo meccanismo automatico di intercettazione a vita per qualsiasi cosa. E le dichiarazioni di Bonelli («Sappiano gli italiani che, se questa legge fosse stata approvata alcuni anni fa, Messina Denaro, un pericoloso capomafia, non sarebbe stato arrestato», ndr) sono delle autentiche bugie. Nei casi di criminalità organizzata le norme restano tali da consentire qualsiasi investigazione e intercettazione.
Comunque la magistratura non è particolarmente preoccupata della riforma in sé, perché in realtà già operano in quel modo. Più che altro la inquadrano in un puzzle più ampio di norme o contro le toghe o comunque volte a peggiorare il loro lavoro.
Chi lo dice questo? Santalucia?
No, voci interne alla magistratura.
Noi non vogliamo colpire la magistratura, vogliamo impedire che la magistratura sia la padrona del mondo, ci vuole un equilibrio tra il potere legislativo, il potere esecutivo, il potere giudiziario. Quest’ultimo ha esondato, si è impossessato del mondo e quindi sono loro che stanno fuori dai confini, dai paletti che si dovrebbero rispettare. Siamo noi vittime di una sorta di dominio della magistratura, non sempre esercitato in maniera apprezzabile, visti i risultati, ma poi quelli che ci criticano si facciano una domanda: come mai la magistratura adesso non è più così considerata come un tempo? Basti guardare alla recente condanna del pm De Pasquale, a quella di Davigo, l’accusatore per eccellenza che ha perso pure in appello, allo scandalo Palamara. I magistrati invece di fare invettive facciano riflessioni e autocritiche.
Tuttavia in un recente sondaggio Eurispes la magistratura ha raccolto il 47% dei consensi, il Governo il 36%.
Una volta la magistratura aveva il 100% di fiducia da parte dei cittadini, e la politica zero. Ora ci siamo ravvicinati.
Su alcune tematiche all'interno della coalizione ci sono delle prese di posizione differenti, pensiamo allo Ius scholae o alla recente manovra. Invece lei ritiene che la giustizia sia diventato un tema forte di intesa della coalizione?
Me lo auguro, ma me lo auguro anche per gli altri temi. Sulla giustizia, alla fine, tutti – dalla Lega a Meloni - sono vittime della cattiva giustizia e dell’uso politico della stessa, c’è un accanimento contro tutto il centrodestra. Non era un problema che veniva posto da Berlusconi per una sua fissazione personale, perché c'è un mal funzionamento della giustizia e anche un uso politico della giustizia che soprattutto la sinistra giudiziaria orienta contro il centro-destra. L’intesa, quindi, nasce dalle esperienze che ciascuno ha vissuto evidentemente. Comunque anche sugli altri campi penso che si troverà una intesa.
Cosa pensa del fatto che sulla separazione delle carriere ci possa essere probabilmente in questo momento un percorso più certo rispetto a quello del premierato, che sembra un po' arenato?
No, non è arenato, stanno andando avanti, sono tutte riforme importanti della Costituzione, sono tutte da portare avanti, noi le sentiamo nostre, tutte allo stesso modo. Probabilmente quella sul premierato ha trovato una circostanza di discussione un po' più lunga, più matura forse. Però noi ci auguriamo che tutte procedano con - non dico con speditezza - ma con esiti positivi, perché di speditezza non si può parlare visto la complessità.
Tornando al presidente dell’Anm Santalucia. Lei due giorni fa su X ha postato una intervista del leader delle toghe a Repubblica che criticava la recente riforma sulle intercettazioni e accanto la foto di una mozzarella, scrivendo: “Anche oggi abbiamo la conferma che di #SantaLucia è migliore la mozzarella”. Non pensa che così la discussione si sposti troppo sul piano personale, abbandonando quello delle argomentazioni?
Non ho mai incontrato Santalucia, non posso dare un giudizio personale. Per il resto ci penserò su, non vorrei che l’accostamento danneggi la reputazione della mozzarella, sarò più prudente nel tutelare i latticini.
Questione dossieraggi: dal mercato delle Sos al funzionario di Intesa Sanpaolo. Che idea si è fatto?
Io vedo che tutti questi dossieraggi colpiscono il centro-destra, nel 90% dei casi. Non credo che ci sia un’unica regia, non credo che Striano conosca il funzionario della banca, o che prendano ordine dalle stesse persone. Credo che però si crei un’emulazione, una tendenza, di cui il centrodestra è vittima. Mi chiedo: ma chi controlla in questo Paese? Che fanno i vertici della banca per controllare le loro banche dati, gli accessi, che ha fatto la Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo?
Però è pacifico che la Dnaa sia un organo importante per la lotta alla criminalità organizzata e al cyberterrorismo.
Mi avvalgo della facoltà di non rispondere.
Dalla destra di governo si parla spesso di complotto di certa magistratura, politica, stampa.
Forse non sono complotti o piani orditi da centrali sataniche, tuttavia c'è un attacco continuo, chiamiamolo attacco continuo, va bene parlare di questo attacco continuo? Bisogna stare zitti? Ci sono tanti ambienti ostili che cercano la rivincita contro il centro-destra che non ottengono nelle urne usando diversi mezzi negli ambienti giudiziari, investigativi, finanziari.