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Garantisti sì, ma fino a un certo punto. Giuseppe Conte non se la sente di seguire il ministro degli Esteri. Anzi, probabilmente non gradisce affatto che per l’ennesima volta l’ex capo politico annunci una svolta senza confrontarsi con nessuno. L’avvocato del popolo ha bisogno di rassicurare la propria base parlamentare, in stato di agitazione perenne, dopo il crollo dell’utlimo tabù annunciato sui giornali. Per questo l’ex avvocato del popolo e aspirante leader del M5S stoppa le fughe in avanti di alcuni compagni di partito. «Il Movimento sta maturando, certo, ma non archivierà la forza e il coraggio delle sue storiche battaglie per cambiare il Paese», scrive Conte su Facebook, rinnegando parzialmente le aperture di Di Maio. Non solo, l’ex premier entra nel merito di alcune questioni etiche e mette sul piatto pentastellato un “caso di scuola”, quello del sottosegretario leghista all’Economia, Claudio Durigon, pizzicato da una telecamera nascosta di Fanpage a sussurrare: «Quello che fa le indagini sulla Lega (sui famosi 49 milioni, ndr) lo abbiamo messo noi». Ecco, Conte continua a consderare «non tollerabile» quanto detto dal sottosegretario, «ancora al suo posto nonostante le gravi affermazioni divulgate». La scelta di Durigon come esempio non sembra però casuale. L’esponente del Carroccio, infatti, è uno dei bersagli privilegiati di Alessandro Di Battista, che nelle ultime settimane ha dedicato al leghista parecchi post. E di Dibba l’aspirante capo politico 5S ha bisogno come l’aria per coprire l’ala più movimentista del partito. Del resto, proprio come l’ex deputato romano, Conte non ricopre alcun ruolo nell’attuale governo e seminare qualche mina qua e là sul cammino di Draghi non sembra dispiacergli. Anzi, strizzare l’occhio a Dibba, che da quando ha lasciato i 5S non ha mai utilizzato una parola fuori posto nei confronti dell’ex premier, potrebbe essere un buon modo, per Conte, per entrare nel cuore dei militanti. L’ex deputato comprende il gioco e ringrazia a modo suo: «Se il caso Durigon ci fosse stato nei due governi precedenti, Durigon già sarebbe a casa». Tradotto: Conte lo avrebbe allontanto all’istante. Resta solo da capire quanto l’avvocato desideri intensamente il ritorno di Dibba tra i 5S. Una riconciliazione che prevede una sola condizione: l’uscita del Movimento dal governo