PHOTO
Celebre per battute del tipo «cè una corte di nani e ballerini»; «il convento è povero ma i frati sono ricchi», ancora oggi Rino Formica sulla soglia dei novantanni (ne ha 89) è come una bottiglia di champagne che dispensa gustose bollicine. Matteo Renzi? «E un caso da manuale del perfetto provinciale che sogna le luci della città»; Silvio Berlusconi? «A differenza di Renzi ha un fare innestato su una natura umana più buona; laltro invece è più cattivo»; «Massimo DAlema? E un aquila che deve tornare a spiccare il volo e lasciare le galline nel pollaio».Lex ministro socialista del Lavoro e delle Finanze, fino alla fine leale con il suo leader Bettino Craxi, parla, con la celebre r arrotata, con Il Dubbio della politica alle prese con i ballottaggi di domani. Con qualche amarcord.Onorevole Formica, perché con Il Fatto quotidiano ha definito DAlema pavido? Ora ci si mette pure lei contro il leader Massimo?Ma no! Io faccio un altro ragionamento, partendo sempre da una esperienza di conoscenza di DAlema. Lui è innanzitutto una intelligenza, che però spesso si piega di fronte al bisogno dellintrigo...Ancora questa accusa?Sì, dellintrigo, nel senso di lanciare il sasso e nascondere la mano.Ma veramente lex premier ha duramente smentito lendorsement a Virginia Raggi, candidata M5s a Roma. E poi si sa che è un gran battutaro. Non ci crede?Sì, ma nella lotta politica (altra cosa sono le manifestazioni di polemica), e nella valutazione dei comportamenti di strategia politica generale e di disegno complessivo, DAlema non ha la chiarezza assoluta di partenza. Il tenere riservato lobiettivo e affidare tutto alla contingenza della battuta, allabile mossa cioè al comportamento tattico non è di un grande leader.Per la verità DAlema un paio di mesi fa manifestò tutto il suo pensiero su Renzi in unintervista a Il Corriere della sera. Emanuele Macaluso ha definito il retroscena di Repubblica affibiato a DAlema, con frasi di anonimi dalemiani, «un giornalismo indegno». Che ne pensa?Sono daccordo con Emanuele. Ma di quei virgolettati che cerano in quel servizio si parla negli ambienti politici e giornalisti almeno da quindici giorni. Se si ha un certo atteggiamento sul referendum costituzionale di ottobre occorre però avere un comportamento conseguente nei ballottaggi. Se lobiettivo è rovesciare lintera impostazione che ha creato Renzi sul referendum, lesito dei ballottaggi ha il suo peso e quindi va giocato politicamente.Lei al posto di DAlema che farebbe?Io la vedo così: Renzi ha politicizzato il voto sul referendum, mentre ha voluto spoliticizzare il voto dei Comuni. Ma essendo questo propedeutico alla consultazione di ottobre, ne ha la stessa valenza politica. Quindi se io voto no al referendum, non posso votare i candidati personali di Renzi.Quindi dovrebbe dire chiaramente di non votare a Roma il candidato del Pd Roberto Giachetti?Non è questo il punto, ma se la minoranza sarà presa con il lanciafiamme, in attesa del referendum io non mi farei arrostire. DAlema si deve liberare di una certa forma di detto e non detto.Come voterà a Roma?Ho già votato Stefano Fassina, voterò scheda bianca come ha indicato Fassina.E come ha indicato Silvio Berlusconi...Quando siamo in presenza di una questione che investe la logica dello scontro tutto imperniato sul carattere di democrazia o autoritarismo, cè un conflitto così radicale che non consente, sia ai totalitari che ai democratici, di discutere dei loro alleati.Di Renzi e del lanciafiamme cosa pensa?Ma sa..., Renzi è un caso da manuale del provinciale che sogna la città, pensa alle luci della città, ai palazzi del potere, ai salotti con gli specchi... allo champagne, alle donne belle perché in provincia vanno coi tacchi bassi, in città invece tacco 12 e beh... Vede, allora si tratta naturalmente dellubriacatura del provinciale. Poi se sogna stando in provincia è innocuo ma se continua ad immaginare questa sua conquista quando va in città allora diventa pericoloso.Come le vengono queste battute?No, non sono battute. Io rifletto molto nennianamente. Pietro Nenni nei suoi famosi articoli di fondo sullAvanti era di una semplicità popolare. Perché lui diceva che limmagine andava esemplificata per essere di più facile lettura da parte del popolo. Ho riflettuto a lungo su Renzi e sul fenomeno del renzismo. E strapaese contro città.Non le pare la nostra una rottamazione un po paesana, mentre in Usa sono in auge i settantenni in corsa per la Casa Bianca?Sì, se lei guarda bene e va nella provincia italiana questi sentimenti affiorano in tutte le conversazioni da bar.Le manca Craxi?Io credo che Bettino manchi allItalia non a me solo, Di lui manca la lealtà e la chiarezza datteggiamento nei confronti dellavversario politico. Lui non aveva mai un doppio pensiero. Sia con gli avversari che allinterno del partito.Qualcuno ha paragonato quello di Renzi al decisionismo di Craxi. Che ne pensa?Ma non centra niente! Il decisionismo di Craxi era un decisionismo sempre in armonia col consenso democratico; quello di Renzi è fuori del consenso democratico.Berlusconi intanto ha nominato Gianni Letta di fatto reggente di Forza Italia. Come vede il centrodestra?La scelta di Letta è di arroccamento. E un riordino delle retrovie. Ma nel centrodestra cè uno sbandamento di ordine strategico. Quel modello di guida non cè più.Non si vede neppure unaltra figura carismatica. O no?Le due grandi forze: il Pd da una parte Forza Italia dallaltro sono in crisi di strategia politica. E stanno implodendo ognuno a modo suo.Se fosse a Milano, chi voterebbe?Stefano Parisi perché è legato alla storia delle municipalità socialiste del 900.Parisi è anche uno di quegli uomini del fare che Berlusconi vorrebbe lanciare.La tradizione del socialismo municipale milanese era concretamente il fare ma allinterno di una grande visione ideale. Era il riformismo municipale milanese. Mentre il fare per il fare è molto aziendale.Ma Berlusconi nasce come imprenditore. Che opinione ha di lui?La differenza tra il fare di Renzi e il fare di Berlusconi è che il fare di Berlusconi è innestato su una natura umana più buona; quello di Renzi è innestato su una natura umana più cattiva. Berlusconi aveva una frequentazione con ambienti socialisti milanesi.Il Cav è un socialista?No, lui è uno che viene da un modello di attività che non poteva che essere sociale. E cioè, la pubblicità. Non ha fatto il palazzinaro romano, ha fatto una città. Non poteva quindi che essere in sintonia con la modernità. E i socialisti furono negli anni 80 l espressione più avanzata del collegamento tra modernità e sinistra. Ma vorrei concludere su DAlema...PregoLui è unaquila che si è ridotta a chiudersi in un pollaio dove si scontra con le galline. LItalia rinascerà quando le aquile riprenderanno il volo. Le galline facciano le uova nel pollaio, che sono utili.