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Suicidio assistito
Che si debba smettere di inseguire il virus e cambiare strategia puntando a sopravanzarlo, dopo un piccolo giornale ora lo conferma anche Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’ospedale Spallanzani. Come? Ippolito suggerisce una ricetta sanitaria: è il suo mestiere. Però chiaro che il nodo sta nell’azione politica. Tuttavia guai a immaginare piani separati di intervento: per vincere il Covid è fondamentale agire in sincronia. Stessa domanda di prima: come? Vediamo. Ippolito avverte che il virus resterà per tutto il 2021. E’ significativo che da tutt’altra sponda gli faccia eco Paolo Gentiloni, commissario all’Economia Ue. Infatti, rilevato che la situazione epidemiologica «comporta un livello estremamente elevato di incertezza e rischi», l’ex premier ammonisce che «ci vorranno due anni per tornare alla ripresa pre-pandemia». Il punto non è stabilire se Ippolito e Gentiloni pecchino o meno di pessimismo. Il punto è acquisire una volta per tutte la consapevolezza che la battaglia contro la pandemia sarà lunga, tortuosa e complicata. Che non esistono bacchette magiche neppure nella fattispecie di un salvifico vaccino che dovrebbe essere pronto, si spera, ad inizio primavera. Il punto è che le cicatrici sanitarie, sociali, economiche e politiche del Covid-19 già sono e ancor più si faranno profonde. Allora la domanda decisiva diventa un’altra. Possiamo come Italia immaginare di andare avanti mesi e anni con il governo contro le Regioni; la maggioranza contro l’opposizione, i sindacati contro i datori di lavoro, il Sud contro il Nord e via discorrendo? E’ un discorso che abbiamo già fatto ma non ci stanchiamo di ripeterlo: nessuno si salverà da solo, nessuna categoria, ceto o lobby può immaginare di limitare i danni scaricandoli su qualcun altro. E’ un appello ricorrente: affinché non diventi stanca giaculatoria occorrono fatti. Lo scenario bipartisan non cade dal cielo. Come in tanti hanno spiegato, è il governo che deve fare la prima mossa: e deve non solo essere ma anche (e soprattutto?) apparire non strumentale o effimera. Ma pure l’opposizione ha i suoi doveri. I cappellini per le foto ricordo e le interviste per salvarsi l’anima non servono. Oltre alla denuncia della sordità della maggioranza, il centrodestra ha il dovere di esprimere in modo chiaro - e anche qui senza furbizie o strumentalismi - la propria disponibilità a lavorare assieme al governo. Lo faccia in modo limpido e unitario. E’ la maniera migliore per candidarsi, quando sarà, alla guida del Paese.