Ricorre oggi il ventennale della scomparsa di Norberto Bobbio. Il contributo offerto dal filosofo torinese alla cultura italiana è un bene inestimabile, che va tramandato di generazione in generazione. Ne è convinto il professor Tommaso Greco, ordinario di filosofia del diritto nell’Università di Pisa. L’accademico ha collaborato con Bobbio in occasione del volume “Tra due Repubbliche” (Donzelli, 1996), contenente gli articoli dell’intellettuale scomparso il 9 gennaio 2004 scritti tra il 1945 e il 1946. Greco ha pubblicato la monografia “Norberto Bobbio. Un itinerario intellettuale tra filosofia e politica” (Donzelli, 2000); ha fondato e dirige la collana bobbiana dell’editore Giappichelli, nella quale si presentano le opere universitarie del grande filosofo ( fino ad oggi sono stati pubblicati sette volumi). Fra qualche giorno saranno inoltre disponibili in libreria le “Lezioni sulla guerra e sulla pace” (Laterza), a cura di Tommaso Greco e con una postfazione di Pietro Polito.

«Bobbio – dice al Dubbio il professor Greco - è certamente un autore che ha ancora molto da dire, soprattutto, in tema di democrazia, dal punto di vista interno, e in tema di pace, dal punto di vista esterno. È un autore da tenere fortemente presente in un momento in cui la democrazia, non solo italiana, vive dei momenti di passaggio. Anzi, si parla con sempre maggior frequenza di crisi della democrazia. In merito al rapporto fra cittadini e regole democratiche, alla partecipazione, stiamo vivendo in Europa il fenomeno dell’allontanamento, della scarsa partecipazione dei cittadini alle competizioni elettorali».

Norberto Bobbio teorico del diritto ha influenzato in passato i corsi di studio di giurisprudenza. Le cose, però, oggi sono cambiate. «Non so – afferma Tommaso Greco - quanto Bobbio sia ancora presente per gli studenti di giurisprudenza. Posso dire che è tuttora un riferimento per le teorie e le categorizzazioni che ci ha offerto. “La teoria generale del diritto” e “La teoria della norma e dell’ordinamento giuridico” sono opere preziose, dei punti di riferimento imprescindibili. Il modo con cui Bobbio ha organizzato le categorie del diritto e la teoria del diritto, seppur implicitamente, influenza ancora i corsi di filosofia del diritto.

Il richiamo ai suoi testi non è oggi più frequente, come in passato, probabilmente per una crisi della filosofia analitica, che non è più incontrastata dominatrice del panorama culturale della teoria del diritto» Destra e sinistra, per mutuare il nome di un celebre saggio di Bobbio, hanno ancora una ragione di esistere? «Direi di sì», sostiene Greco, «nella stessa forma in cui le presentava con riguardo all’uguaglianza e alla libertà». «Possiamo anche inventarci dei nomi nuovi, ma sostanzialmente il panorama politico si può dividere a partire da alcune questioni, dal modo in cui si prende posizione su grandi questioni che hanno a che fare con l’uguaglianza e la libertà.

Forse, il vero fronte oggi non è più quello nazionale, ma quello internazionale, dell’affermazione di certe misure, pensiamo al diritto del lavoro. Su questo si possono creare frizioni e contrapposizioni tra culture politiche che guardano da un lato ad una estrema liberalizzazione, per esempio, del mercato del lavoro e dall’altra parte ad una cultura giuridica che tende a stabilire delle regole per garantire un minino di dignità e uguaglianza per tutti i lavoratori. Non vedo all’orizzonte categorie che siano al momento capaci di superare la contrapposizione destra- sinistra. Bobbio appartiene ad un’epoca in cui gli intellettuali erano in grado di aprire dibattiti e discussioni di enorme portata politica. Oggi, forse anche per la responsabilità degli intellettuali, c’è una grande frattura con la politica. Quest’ultima tende a marginalizzare non solo il pensiero critico, ma anche il pensiero tout court, l’elaborazione di un pensiero minimamente articolato. È un grande problema. Pensare a Bobbio, ai suoi splendidi interventi sulla Stampa e a cosa ne derivava, ci induce ad affermare che il grande filosofo appartiene ad un’epoca passata che ci interroga. Un’epoca molto migliore rispetto a quella che stiamo vivendo».

Le “Lezioni sulla guerra e sulla pace” arrivano in un momento molto delicato per l’umanità. Si tratta di un corso che Bobbio tenne negli anni 1964- 1965, pubblicato per la prima volta con l’editore Laterza. «Bobbio – conclude il professor Greco - analizza le varie teorie della guerra e pacifiste per mostrare anche i limiti che le caratterizzavano.

Nell’epoca della guerra nucleare non potevano esserci giustificazioni valide per la guerra stessa. Inoltre, nelle “Lezioni” si fa una ricostruzione storica delle teorie pacifiste, mostrandone i limiti. La risposta di Bobbio, di adesione al pacifismo giuridico, alla necessità di costruire istituzioni sovranazionali, capaci di garantire la pace o la soluzione pacifica dei conflitti, è una strada ancora attuale, all’orizzonte, alla quale dobbiamo guardare sempre con attenzione. È difficile prevedere se la pace prevarrà nell’immediato futuro. C’è da ragionare, in base anche a quanto stiamo assistendo, se rispondere ad atti di forza, anche abnormi, con ulteriore forza sia la cosa più adeguata per garantire i diritti che sono stati violati. Il testo di Bobbio ci aiuta a mettere alcuni punti fermi, a sollevare e a risollevare alcune domande di grande attualità».