Dmitry Talantov, ex presidente dell'Ordine degli avvocati della Repubblica dell'Udmurtia (Federazione Russa) è stato arrestato nel 2022 per aver criticato in un post su Facebook la guerra di aggressione ai danni dell’Ucraina. Nei mesi scorsi è stato condannato a sette anni di carcere con l’applicazione dell’articolo 207.3 del codice penale, che punisce i cosiddetti “falsi sull’esercito”. A Talantov è stato assegnato il mese scorso il “Premio internazionale Ludovic Trarieux 2025”.

Il difensore di Talantov, Pavel Biyanov, in questa intervista esclusiva al Dubbio, evidenzia i tanti guasti della giustizia russa e le difficoltà di un processo con una sentenza già scritta. «Viviamo – dice Biyanov – un momento molto difficile. Ora in Russia non puoi più esprimere liberamente la tua opinione. Se lo fai, ti assumi grossi rischi. Nella nostra società si raccomanda di rimanere in silenzio e coloro che cercano di dire la verità possono finire dritti in prigione».

Avvocato Biyanov, quello di Dmitry Talantov è un altro caso di persecuzione giudiziaria e politica?

Prima di tutto, possiamo discutere a lungo sul procedimento penale che si è svolto. Dmitry Talantov ha ritenuto che si sia trattato non di una questione politica o legale, ma morale. A mio avviso, il processo a carico del mio assistito è stato significativo per lo Stato russo nel suo insieme, perché ha permesso di riflettere sulla reale situazione che vive la giustizia, dimostrando che una persona, i suoi diritti e le sue libertà in Russia non sono il valore più alto, con un riflesso diretto sugli interessi collettivi. Il dovere dello Stato è quello di tutelare questi interessi, ma non è così. Talantov si è permesso di scrivere qualche parola sulla sua pagina personale di un social network e si trova in una prigione statale. Che tipo di pericolo pericolo può rappresentare un uomo anziano e un giurista attento ai diritti? Dmitry Talantov ha amato e ama la sua patria, ha svolto con successo la sua professione, ha cresciuto due figli fornendo loro la migliore educazione possibile, ha difeso tantissime persone illegalmente perseguite da questo Stato. I benefici che ha portato alla società e, più in generale, alla Russia è incomparabile con il danno che, secondo lo Stato, ha causato scrivendo poche righe su Facebook.

Le novità legislative apportate dopo il 24 febbraio 2022 hanno creato un clima di terrore e contrastano con quanto costruito in passato con tanta fatica?

Tutti hanno il diritto di esprimere liberamente le proprie opinioni. Le azioni compiute da Dmitry Talantov hanno rappresentato la piena attuazione dei diritti e delle libertà garantite dalla Costituzione russa. Naturalmente, Dmitry aveva e ha diritto a difendere le proprie convinzioni, una visione del mondo e una visione degli eventi attuali, ha il diritto di avere ed esprimere una opinione. Questo, ovviamente, vale per tutti i cittadini e lo Stato è obbligato a creare le condizioni affinché si possano esprimere le proprie idee. Le cose, purtroppo, sono cambiate.

Come sta l’avvocato Talantov?

Ha vissuto in isolamento per due anni, quando nel giugno 2022 è stato arrestato. L’affetto della famiglia, della moglie, dei figli e di tutto coloro che gli scrivono lettere di incoraggiamento sono l’àncora alla quale aggrapparsi. Sono però molto preoccupato per le sue condizioni di salute. Soffre di ipertensione, diabete e i problemi cardiaci sono tanti.

La sua difesa è stata ostacolata durante il processo?

Il processo, nel complesso, è stato difficile. In primo grado è durato oltre due anni. Sono state tante le difficoltà affrontate, sono sincero. Si sono verificate innumerevoli violazioni della procedura penale. Solo per questo l’assoluzione doveva essere pronunciata. Il tribunale ha impedito alla difesa di interrogare testimoni e richiedere una serie di documenti scritti. Una volta ricevute le motivazioni della sentenza con Dmitry Talantov decideremo la strada da intraprendere, a partire dall’appello. A mio avviso, ci sono tutti i presupposti per proporre ricorso. La sentenza è crudele, disumana, ingiusta.

La repressione del dissenso impedisce all’opposizione politica di nascere e crescere? Il dissenso represso nei Tribunali conferma il buio che è calato sulla Russia?

La paura seminata nella società russa e sostenuta dalle autorità, a vari livelli, rende difficile proteggere le persone accusate di reati d’opinione. Credo che ci troviamo di fronte a un circolo vizioso, ormai. La polizia, le autorità investigative e i giudici temono che se un imputato “politico” dovesse essere scagionato da ogni accusa o gli venisse inflitta una pena mite, potrebbero andare incontro a conseguenze negative di vario tipo, professionale e personale. Questa situazione ha ripercussioni dirette nei processi. È molto difficile affrontare questa paura e cercare di convincere i giudici per ottenere l’assoluzione o l’archiviazione di un imputato, anche se sussistono delle basi legali affinché ciò avvenga. I soggetti chiamati ad indagare e a giudicare in questo contesto sono costretti a chiudere un occhio su eventuali violazioni. Ma non si rendono conto che favoriscono una situazione che danneggia tutti i cittadini e non fa affatto sperare bene per il futuro.