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Lo slogan della sua campagna elettorale è “Viva l’Italia”. Come il titolo della canzone di Francesco De Gregori che Bettino Craxi citò in aula, a Montecitorio. Candidata al Senato con Forza Italia nel collegio plurinominale di “Lombardia 5” e in quello uninominale di “Monza- Seregno”, torna Stefania Craxi, figlia dello statista socialista. Già sottosegretario agli Esteri del governo Berlusconi, il suo è un nome simbolo della battaglia antigiustizialista e dell’impegno per una politica di dialogo nel Mediterraneo.
Onorevole Craxi, qual è il significato del suo ritorno in campo?
Innanzitutto, voglio ringraziare il presidente Silvio Berlusconi e la coordinatrice in Lombardia Mariastella Gelmini e quanti hanno ritenuto valida la mia candidatura. Che sarà a casa mia, essendo nata e cresciuta a Milano, in una comunità di gente laboriosa per la quale mi batterò e dalla quale non sono vissuta come un corpo estraneo. In un momento difficile per il Paese, tutti quelli che hanno passione politica, perché la politica non è un mestiere, è giusto che diano il loro contributo.
Perché Forza Italia?
Forza Italia non solo ha rispetto della storia dalla quale provengo che è quella del socialismo riformista di Craxi, ma ha fatto proprie le battaglie in cui questa cultura di civiltà si riconosce. Mi riferisco, ad esempio, a quelle per una giustizia giusta che deve essere un servizio reso a tutela delle ragioni del cittadino e delle imprese - alle battaglie per un’Italia che deve tornare ad essere protagonista in Europa e sullo scenario internazionale, all’impegno a difesa del nostro patrimonio economico fatto dalle piccole e medie aziende che hanno fatto grande questo Paese e che hanno bisogno di essere liberate dai tanti lacci e lacciuoli di una certa sinistra - non parliamo dei grillini e della loro decrescita felice che perpetua nella logica del tassa e spendi. L’Italia deve, al tempo stesso, assumere un ruolo di protagonismo nel Mediterraneo che è naturale bacino del nostro sviluppo senza restare ostaggio delle contraddizioni che provengono da quell’area. Una funzione a noi connaturata che ci consegnerebbe un ruolo sullo scenario internazionale.
Quindi, le ragioni del socialismo liberale, riformista craxiano paradossalmente continuano ad essere più rappresentate nel centrodestra che nel centrosinistra?
Non un giudizio ma è un dato di fatto. La maggior parte dell’elettorato del Psi ha continuato negli anni a votare Forza Italia. Ci sono sul territorio centinaia di migliaia di amministratori socialisti che hanno potuto continuare a fare politica e trovano rispetto e legittimità politica e ruolo in Forza Italia, portando un grande contributo.
Insomma, nei fatti il socialismo riformista, la figura di Craxi, sono più rispettati nel centrodestra che nel centrosinistra?
La sinistra vecchia e nuova, che continua a pensare che il tema debba essere combattere la ricchezza e che, per non fare i conti con la sua storia, non fa i conti la figura politica di Craxi, non può essere il mio campo di gioco.
Per quale ragione?
Il tema, oggi come ieri, non è combattere la ricchezza ma combattere la povertà. E invece la sinistra ha perso il rapporto con il territorio, con i problemi dei più deboli e si continua a chiudere in un recinto fatto di un rapporto con banche e finanzieri da salotto. Questo Paese deve essere ridato invece nelle mani di chi lavora: imprenditori, operai, professionisti. Se si vive nei salotti o ci si nasconde dietro un Pc e nella rete senza confrontarsi con la rete non ci si può accorgere dei problemi della povera gente, delle paure dell’immigrazione incontrollata, del fatto che non c’è più sicurezza nelle città. Non sono temi da the delle cinque o discussioni impegnate nelle cene altolocate.
Il Pd a Sesto S. Giovanni si è opposto a Via Craxi, approvata invece da una giunta di centrodestra. Come se lo spiega?
Siccome non possono disconoscere quella falsa rivoluzione che li ha portati al potere, continueranno a restare prigionieri di quel moralismo militante che ha snaturato la sinistra e inoculato un veleno nel Paese. Quel veleno che ha fatto sì che nascesse il grillismo, figlio di questa sinistra moralista, giustizialista e anti- italiana. Ma io, forte di una storia, voglio parlare di un futuro possibile per l’Italia.
Insomma, non ritiene sufficiente neppure il fatto che Matteo Renzi si sia liberato dei “comunisti” nel Pd?
La sinistra vecchia e nuova hanno le stesse radici giustizialiste e anti- italiane, di cui il renzismo non si è liberato, così come non si è liberato della filosofia economica tassa e spendi. Hanno accettato, nascondendosi dietro un europeismo servile e di comodo e confondendo le acque con grida spagnolesche, le politiche di austerity che hanno ucciso la nostra economia. In Italia la tassazione è altissima e le regalie hanno dimostrato che non aiuteranno il paese a riprendersi. Oggi cresciamo per fattori esogeni più che endogeni.
Però come si concilia il messaggio craxiano di dialogo tra Nord e Sud del mondo con le dure ricette della Lega di Matteo Salvini sull’immigrazione?
I governi di coalizione sono sempre stati fatti tra forze con sensibilità diverse. Se io la pensassi esattamente come Salvini saremmo nello stesso partito. Con la Lega, forza di governo responsabile, cosa che vedo da come ben governano i suoi tanti amministratori, il punto di incontro è molto facile. Quando si ragiona sull’interesse nazionale la rotta è chiara.
La Lega che ha una linea non sempre esattamente garantista, però ha detto sì a Via Craxi a Sesto S. Giovanni, dopo che si era opposta a Milano. E’ caduto un muro?
La Lega ha detto sì a Via Craxi a Sesto S. Giovanni. E mi ha accolto senza problemi nel collegio maggioritario, dove sarò candidata. Il tempo rende chiaro come Craxi ha difeso contro la turbofinanza ed i predatori esteri il primato della politica, cioè il potere dei cittadini, e gli interessi nazionali. Vedi Sigonella o gli Euromissili, per non parlare dell’Europa dei dogmi e delle regole capestro di Maastricht.
Renzi attacca l’anti- europeismo della Lega. Salvini creerà difficoltà a Fi?
Ma di cosa parla. La sua politica europea è stata quella di portare la maglietta della Fiorentina alla Merkel salvo poi fare strepiti nei tg ed ossequi nei vertici. Noi promuoveremo gli interessi del Paese in una Europa che non deve cancellare le peculiarità nazionali, ma rappresentarle ed unirle in nome di un interesse comunitario.
Ci potrebbero essere larghe intese?
Io mi batto perché ci sia un governo di centrodestra. Credo che gli italiani sappiano perfettamente scegliere tra chi sa e può governare e chi ha dato prova di fallimenti ed incapacità.
Quali iniziative dall’area socialista riformista dentro Fi?
Continuare a fare battaglie di giustizia, garantismo, libertà e di verità che sono prodromiche a ogni progetto di futuro di questo Paese. Fare, ripeto, gli interessi nazionali difendendo le imprese e tutelando i nostri cittadini.
Intanto, Marcello Dell’Utri, gravemente malato, è ancora in carcere.
E’ una abnormità che cozza con la ragione ed il diritto. E’ un uomo che rischia di morire in carcere sulla base di reati già ritenuti non validi per il caso- Contrada. È un fatto di civiltà giuridica che non può essere tema di propaganda o elettorale. Riguarda i diritti e le garanzie che devono essere riconosciuti ad ogni cittadino.
Quali sono i suoi rapporti con Berlusconi?
Il mio rapporto con lui è di stima, di affetto reciproco e di condivisione di battaglie importanti per questo Paese. Il mio slogan per la campagna elettorale è: “Viva l’Italia”. Un’Italia aperta al mondo.