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«Non sono solo i magistrati di sinistra a difendere i diritti fondamentali. Fortunatamente è tutta la giurisdizione a farlo». A dirlo è Silvia Albano, giudice presso il Tribunale civile di Roma nella sezione specializzata in diritti della persona e immigrazione, membro del comitato direttivo centrale dell’Anm e dell’esecutivo nazionale di Magistratura democratica, che risponde alle polemiche sulla decisione con la quale la giudice Iolanda Apostolico ha rigettato la richiesta di convalida del trattenimento di tre migranti tunisini deciso sulla base delle nuove norme sull’immigrazione.
I provvedimenti di Catania sono giuridicamente fondati?
I provvedimenti giudiziari sono sempre criticabili, il problema è in che modo li si critica. In questo caso non ho sentito critiche in merito alla loro adeguatezza giuridica, ma basate sui supposti orientamenti politici o culturali della giudice. Si è messa in atto una vera e propria campagna d’odio da parte di soggetti di grande rilievo istituzionale, si è parlato addirittura di attentato alla sicurezza del Paese. In questo modo si altera l’equilibrio tra i poteri voluto dai costituenti. La nostra costituzione prevede una magistratura indipendente e autonoma da ogni altro potere, per evitare che la giurisdizione sia sottoposta al volere della maggioranza di governo di turno, ma possa essere garante dei diritti fondamentali previsti dalla nostra costituzione. Si rischia di mettere in discussione proprio lo Stato di diritto. La collega ha fatto un’applicazione di un principio elementare che studiamo all’università: ci sono fonti sovraordinate cui la legge ordinaria non può derogare. La prima è la Costituzione, poi c’è la normativa sovranazionale che ha rango costituzionale in base agli articoli 10, 11 e 117 della Carta, tra cui la normativa Ue. Mi sarei aspettata delle obiezioni su questo punto, ma non ne ho viste.
Si parla, invece, della sua appartenenza alla corrente di sinistra della magistratura. È così?
Non mi risulta sia iscritta a Md né che abbia mai fatto alcuna attività associativa, ma non è possibile che per il solo fatto di far parte di un gruppo associativo si possa insinuare che si perda in imparzialità nello svolgimento del proprio lavoro. Per fortuna esiste la libertà di pensiero e ritengo sia vergognoso appigliarsi ai presunti orientamenti politici o di voto per screditare una giudice. Non sono solo i giudici con orientamenti culturali o di voto a sinistra ad applicare e a dover applicare le norme costituzionali e sovranazionali, dovrebbe essere il compito della giurisdizione. È chiaro che c’è uno spazio discrezionale interpretativo, ma il provvedimento, sul piano giuridico, mi sembra molto fondato.
Cosa dice la normativa?
La direttiva europea, che non a caso si chiama “direttiva accoglienza”, disciplina il trattenimento come ipotesi residuale quando non è possibile applicare misure alternative. La giudice ha semplicemente valutato, tra le altre cose, che nei casi specifici non era stato garantito un esame della situazione individuale, così come previsto dalla direttiva, e la normativa italiana non prevede ipotesi alternative reali al trattenimento, visto che l’unica è quella finanziaria, non a caso nemmeno concedibile da terzi. Anche la direttiva europea la prevede, ma insieme ad altre misure, per garantire a tutti la possibilità di usufruirne senza che ci siano discriminazioni. Chi arriva via mare con 5mila euro in tasca? E come fa un migrante, senza documento, ad andare a chiedere una fideiussione in banca? Tali norme di fatto consentirebbero di trattenere indiscriminatamente tutti i richiedenti asilo che fanno domanda in frontiera o nelle zone di transito, cosa vietata dalla direttiva. Le tre decisioni non fanno che rilevare queste violazioni.
Ma è giusto continuare a regolare il fenomeno migratorio con la legislazione d’urgenza?
È vero che ci sono stati sbarchi straordinari, ma è vero anche che non abbiamo, in proporzione, un numero di arrivi maggiore rispetto agli altri Paesi europei. Tutte le statistiche dicono che in relazione al numero di abitanti noi siamo tra i Paesi che accolgono meno in Europa. Non siamo in emergenza, il fenomeno è strutturale e va affrontato con interventi strutturali.
Quali sono le conseguenze?
Il trattenimento indiscriminato e il restringimento delle possibilità per i migranti di risiedere regolarmente sul territorio generano irregolarità, visto che, come dimostrano le statistiche, non si è in grado di rimpatriare il numero di persone che il governo dice di voler rimpatriare. Le nuove norme, inoltre, restringono le garanzie difensive, dal momento che la domanda d’asilo andrebbe valutata in sette giorni. Neanche il Questore ha la possibilità di adottare provvedimenti di trattenimento motivati sul singolo caso e vediamo sempre di più provvedimenti di trattenimento scritti sostanzialmente in serie, con una motivazione solo apparente. Non si può chiedere alla giurisdizione di abdicare al proprio ruolo.
Ma c’è stata qualche legge efficace, in questi anni?
Ci sono state leggi buone e leggi meno buone. Il punto è che restringendo gli spazi per essere regolari sul territorio si mandano queste persone a farsi sfruttare o in mano alla criminalità. È una politica criminogena, che crea insicurezza, violenza e devianza.
La lista dei Paesi sicuri è attendibile?
La normativa interna (art 2 bis d. lgs 25/2008), che ha recepito la direttiva procedure dell’Ue, stabilisce che un Paese può considerarsi sicuro se non sussistono atti di persecuzione, né tortura o trattamenti inumani e degradanti, o che è comunque offerta adeguata protezione contro le persecuzioni o i maltrattamenti. L’elenco è stato individuato con decreti ministeriali, che sono normativa secondaria e devono attenersi alla legge. In questo elenco, ad esempio, è stata inserita la Nigeria, per metà scossa da una guerra civile e dal terrorismo. Come si fa a considerarlo un luogo sicuro? In Tunisia c’è di fatto una dittatura e non c’è più un giudice indipendente, come si fa a dire che si è al sicuro dalle persecuzioni? È chiaro che il giudice quando esamina questo elenco non può non valutare se quello inserito sia effettivamente un Paese sicuro.
Come giudica gli attacchi alla giudice? Ed è vero che voi di Md colonizzate il settore immigrazione nei Tribunali?
Alla magistratura spetta tutelare i diritti, in particolare quelli fondamentali. Non usiamo due pesi e due misure e questo è il segno della nostra terzietà e imparzialità. Per quanto riguarda Md, sembra diventata il nemico numero uno. Ci danno un potere, una forza e soprattutto una quantità di sostenitori che non abbiamo. Siamo una minoranza all’interno della magistratura. Quello che forse bisognerebbe capire è che non sono solo i magistrati di Md a tutelare i diritti fondamentali delle persone, ce ne sono anche molti altri, per fortuna. Perché questo è il ruolo della giurisdizione. Ma soprattutto l’appartenenza a Md non comporta certo la perdita di imparzialità nell’esercizio della giurisdizione.