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L’avvenuta cancellazione da Facebook e Instagram di Casa Pound e Forza Nuova apre il problema su chi debba avere l’onere e l’autorità di fare questa scelta in un mondo sempre più globalizzato. Chi, cioè, e in base a quale autorità giuridica possa sostenere e giudicare se un gruppo, una associazione, un privato o un movimento «sostiene gruppi violenti o criminali, esprime minacce a terzi e diffonde discorsi legati all’odio o alla discriminazione verso le persone per la loro razza, etnia, religione, sesso, orientamento sessuale o manifesta l’intenzione o il supporto ad atti di violenza fisica. E’ evidente che un conto è l’addebito di fatti specifici, tutt’altro la «propensione a poterli fare». Soprattutto un gruppo, partito o movimento che sostiene tesi pazzoidi od aberranti ma senza ricorrere ad alcuna violenza: va oscurato lo stesso, oppure no?
Cosa vuol poi dire concretamente “incitare all’odio?” Alcuni casi sono evidenti, ma anche un qualsiasi sito che ogni giorno dell’anno parli male di un avversario e lo metta in ridicolo non incita forse all’odio, almeno in qualche modo? Certamente non lo farà direttamente o apertamente, ma mirando a creare una reazione nella psicologia dell’utente: il risultato non cambia. La storia insegna quanto sia ricca la messe di provocazioni, depistaggi, decisioni più o meno inique tutte basate sul “politicamente corretto” o meno. Il controllo delle masse e la criminalizzazione degli avversari è sempre stato l’abc del potere e basta il sapiente montaggio di un filmato su dei disordini di piazza per portare il telespettatore a giudicare “da solo” di chi sia la colpa degli incidenti, ovviamente senza poter vedere e valutare cosa altro ( o perché) non sia stato eventualmente filmato o trasmesso.
Ci rendiamo conto di come sia sottile quindi il confine tra la doverosa condanna per atti violenti e la discriminazione nel nome della anti- discriminazione?
Putin è da discriminare? E Maduro in Venezuela, oppure il regime cinese? Sono più violenti i cinesi contro i tibetani, i tutsi contro gli hutu, le forze di polizia di decine di paesi totalitari oppure Forza Nuova? Se Radio Maria parla male dell’Islam è da togliere dal web? E i siti degli estremisti indù che bruciano in India le chiese cristiane – o quelli islamici che discriminano le donne - sono stati forse cancellati?
Stando solo all’Italia, i no- global, alcuni gruppi anarchici e perfino i No- Tav non hanno forse anche loro alcune caratteristiche violente? E’ “violento” un governo che impedisca ai propri cittadini di leggere o accedere alle Reti? Se lo è, perché allora non viene anche lui “oscurato”? Eppure provate in Iran o in Cina ad aprire un sito contro il governo, o anche solo a leggere un quotidiano straniero via web… E’ corretto insomma che la dirigenza di un sistema informatico - che in pratica già domina il mondo possa arrogarsi anche il diritto alla censura?
Perché chi oggi viene oscurato e gli viene impedito ad accedere al web diventa presto un “nulla”: non può più parlare, diffondere, comunicare. Da una parte l’oscuramento diviene un dichiarato argine contro la potenziale violenza, ma dall’altra è facile cadere proprio nella discriminazione. Credo che su questo tema serva quindi un dibattito molto serio e ampio ad ogni livello non per “difendere” Casa Pound o Forza Nuova, ma perché potenzialmente possiamo diventare realmente tutti oscurabili con conseguenze incalcolabili sulla libertà dei singoli e del sistema, mentre già ora si possono fare i confronti su come si comportino i padroni della Rete nel giudicare o meno oscurabili singoli gruppi o fazioni.
Soprattutto, quante potenze finanziarie - che a loro volta controllano il Web - generano allora ogni giorno violenze ed ingiustizie dalle conseguenze sociali, economiche ed umanitarie molto più gravi a livello mondiale che non quattro nostalgici che fanno il saluto romano? Sono i veri “buchi neri” di un perimetro digitale che rischia di essere sempre più opaco.