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Il nome del premier del governo Di Maio- Salvini è stato fatto al presidente Sergio Mattarella, il programma è stato chiuso. Ora, secondo il filosofo Massimo Cacciari, «non resta che stare a vedere e sperare che finisca la fase delle chiacchiere e cominci quella della ragionevolezza, a partire da un esecutivo presentabile in sede europea».
Professore, sembra che il nome del futuro premier sia stato fatto. La partita è chiusa?
E’ qualcosa che ha dell’incredibile. Di Maio e Salvini hanno lanciato strali per anni contro i premier senza investitura popolare, tirati fuori dal cappello del Quirinale e dalle segreterie di partito, non votati da nessuno. Ora loro stanno facendo la stessa cosa moltiplicata per mille. Hanno indicato un premier che nessuno conosce, di cui nessuno conosce la linea di gestione, uno che nessun popolo ha mai votato. Sarebbe stato più logico che il premier lo avesse fatto uno dei due leader politici.
Invece tutto punta in altra direzione. Mattarella accetterà la proposta?
Sicuramente gli si apre un problema, immagino farà notare la contraddizione ma poi dovrà ingoiare tutto. Mattarella non vuole che si torni alle urne, per questo discuterà in camera caritatis il nome di qualche ministro, poi dovrà accettare ob torto collo quello che Di Maio e Salvini gli propongono. Certo, è evidente che questi due signori sono la mancanza di pudore e vergogna incarnate, perchè stanno facendo esattamente quello contro cui hanno gridato negli ultimi anni.
Che giudizio si può dare del programma targato Lega- 5 Stelle?
Come si fa a giudicarlo? E’ un testo completamente appeso alla disponibilità o meno da parte del Consiglio europeo e delle altre istituzioni Ue a rivedere alcuni parametri fissati. Ci sono troppe variabili: la possibilità che l’Europa ci venga incontro e soprattutto che la Germania cambi linea economica. Insomma, è un programma tutto basato su ciò che faranno gli altri o, in alternativa, sulla forza di contrattazione del futuro governo: è un testo politico, non un decalogo di governo.
Impossibile giudicarlo nel merito, quindi?
Potrei dirle che sono abbastanza d’accordo col reddito di cittadinanza e per nulla d’accordo con la flat tax, ma cosa cambia? Nè l’una nè l’altra cosa dipendono da noi. E’ come se io volessi rifarmi la casa con i soldi di mio padre: se lui mi dà i soldi posso farlo, altrimenti niente.
E le norme sulla giustizia?
Sul fronte giudiziario si tratta di un programma normale per una forza politica di destra, uguale a quello di molti altri paesi. La legittima difesa domiciliare, per esempio, potrà essere tranquillamente fatta perchè non incide sulla politica di spesa.
Mattarella sindacherà sul programma?
Il programma è del tutto campato in aria in tutti i punti che riguardano la modifica del regime delle entrate e delle uscite di spesa. Mattarella lo ha detto chiaramente: non firmerà nulla che non abbia copertura di spesa e, siccome nel programma nulla ce l’ha, il governo avrà un problema piuttosto grosso.
E’ stato denunciato come alcune proposte siano incostituzionali. Il Pd, che ha sempre rivendicato una posizione di opposizione, cosa dovrebbe fare?
Ormai non può fare nulla, solo aspettare di vedere cosa farà questo governo, augurandosi come tutti noi che non commetta altri disastri.
Impensabile una discesa in piazza, per esempio?
Figuriamoci, abbarbicati come sono al loro interno a guardarsi l’ombelico.
Non sono ancora riusciti nemmeno a costruire una dirigenza post- Renzi degna di questo nome. Non si può scendere in piazza senza un’organizzazione e un leader. Comunque, il Pd ora è l’ultimo dei problemi.
Teme questo futuro governo?
Guardi, il tema ora è che questi signori di Lega e 5 Stelle mostrino ragionevolezza, che formino una squadra di governo presentabile in sede europea, con abbastanza autorevolezza per trattare i punti più delicati. Staremo a vedere, ma bisogna che sia chiaro che, se andiamo in rotta di collisione netta con l’Europa, l’Italia rischia il collasso.
La vera variabile rimane l’Unione Europea tanto vituperata soprattutto da Matteo Salvini?
La verità è questa: l’Italia è rimasta a galla grazie alla Banca Centrale Europea, che ha comprato i nostri titoli di stato praticamente senza interessi. Forse questo al grande pubblico non è chiaro, ma è molto chiaro sia a Salvini che a Di Maio. Peccato che i due, per ragioni di campagna elettorale e di cupiditas dominandi,
non abbiano voluto dirlo al loro popolo.
Siamo appesi a un filo, quindi?
In questi anni siamo stati appesi alla rete di salvataggio della Bce, grazie alla politica di Mario Draghi. Ora, però, Draghi non c’è più e Angela Merkel ha già chiarito che non intende proseguire sulla sua linea di politica economica. Ora, quindi, non ci resta che sperare da un lato nella ragionevolezza di Di Maio e Salvini, dall’altro che Macron convinca Merkel a mitigare un po’ le linee di politica economica e finanziaria tedesche, altrimenti per noi sarà un problema.
Eppure le ultime dichiarazioni provenienti da Oltralpe non fanno ben sperare in una linea morbida dei francesi nei confronti di questo nuovo governo.
I francesi hanno cercato di far capire ai nuovi governanti italiani che il tempo di chiacchiere e promesse è finito. Sostanzialmente ci hanno detto di smetterla con la campagna elettorale e di iniziare a discutere seriamente. E’ augurabile che il futuro governo abbia l’autorevolezza per farlo in modo convincente.