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Secondo Massimo Cacciari, filosofo e già sindaco di Venezia, «si andrà verso un Conte ter», con conseguente sconfitta di Renzi, ma «seppur remota» non è esclusa la possibilità di una vittoria di Renzi con il fallimento della strategia del reincarico a Conte.
Professor Cacciari, dal suo punto di vista, perché si è arrivati alle dimissioni del presidente del Consiglio?
Si sono incartati. É chiaro che Conte pensava di trovare i soliti responsabili e si faceva affidamento in particolare sull’Udc ma anche su qualche forzista. E credo che anche il Pd immaginava uno scenario di questo tipo, altrimenti non avrebbe forzato la mano. C’è stata una sottovalutazione della tenuta del gruppo renziano e una sopravvalutazione degli apporti esterni alla maggioranza. Penso che salire al Quirinale e provare un Conte ter sia l’unica soluzione.
Quindi Renzi ha ottenuto quello che voleva?
Renzi ottiene quello che vuole se manda a casa Conte. Se ci fosse un Conte ter che riesce a imbarcare alcuni renziani, a quel punto quei renziani diventerebbero fedelissimi di Conte e Renzi non li schioderebbe più qualunque cosa accada. A quel punto si andrebbe alle elezioni dopo l’elezione del capo dello Stato e Renzi collasserebbe.
Vede possibile una rottura nel gruppo parlamentare di Italia Viva?
Con un nuovo esecutivo guidato da Giuseppe Conte sarà fisiologico che alcuni senatori di Italia Viva lo sostengano. Per mandare a casa Conte il gruppo renziano dovrebbe essere compatto nel dire “non votiamo un altro governo Conte”. Ma penso che si andrà rapidamente verso un Conte ter.
Quanto potrebbe durare un governo di questo tipo?
Almeno fino al semestre bianco. Si farebbe scrivere qualcosa di decente dalle autorità europee e in questo modo non ci sarebbe tempo per andare alle elezioni.
Qual è il ruolo del Colle in questa fase della partita?
Il Quirinale farà di tutto per evitare le elezioni anticipate, come è suo mestiere tradizionale. Una volta che verifica che Conte ha una maggioranza si andrà alle Camere e il governo otterrà la fiducia.
Eppure il presidente della Repubblica ha lasciato intendere di non volere maggioranze raccogliticce…
Sono decenni che abbiamo maggioranza raccogliticce, lo erano già quelle berlusconiane e uliviste, tanto è vero che molte volte i governi sono caduti prima della scadenza naturale. Siamo arrivati a nient’altro che la fase estrema di processi che vanno avanti da anni. Ora siamo al parossismo ma sono malattie senili di un organismo usurato, consumato, lacerato che andrebbe ridisegnato radicalmente. É un processo di decadenza che dura da trent’anni.
La differenza è che siamo in mezzo a una pandemia con l’occasione storica del Recovery Plan. Riusciremo a gestire quei fondi?
Tante volte nella storia capita che un processo di logoramento istituzionale diventi evidente in un momento di difficoltà, perché esso mette a nudo i vizi del sistema. Senza epidemia e con un’economia galoppante le maggioranze sarebbero raccogliticce come quelle attuali ma non dovrebbero sostenere il peso di una crisi di queste proporzioni, nella quale le contraddizioni emergono con più chiarezza.
Secondo lei il Pd doveva fare di più per ricucire con Italia Viva?
Questo è stato un limite dell’iniziativa del Pd, che non essendo un partito non ha una linea e deve tener conto di quattro cinque gruppi o gruppetti. Ormai è solo un insieme di resti che non riesce a darsi alcuna strategia. E così, pur avendo la maggioranza dei suoi dirigenti compreso la necessità di uno sforzo per ricucire con Renzi, non sono riusciti a convincere Conte.
Che forse potrebbe peccare dello stesso vizio di Renzi: la tracotanza.
Non ho alcuna simpatia per Conte ma non penso sia stato tracotante, semmai lo è stato di nuovo Renzi che lo ha assillato. Lui cosa poteva fare?
Crede sia impossibile una ricucitura tra i due?
Una ricucitura con i renziani è possibile, se non probabile. Con Renzi la vedo più difficile perché uno dei due deve pur andare a Canossa…
In che modo Renzi potrebbe salvare la faccia?
Soltanto se il gruppo di Italia Viva rimane compatto e Renzi finge di aver vinto. E, ovviamente, se saltasse Conte sarebbe una vittoria di Renzi ma credo sia una possibilità remota.
Berlusconi insiste nel dire che non sosterrà mai un governo Conte. Andrà davvero così?
In questa situazione a Forza Italia non conviene sostenere Conte, perché per loro l’importante è non andare a votare e non ci si andrà comunque. Qualcuno come la Polverini si è staccato ma credo che il gruppo sia comunque solido.
Se la strategia di far cadere la testa di Conte dovesse riuscire, quali orizzonti si aprirebbero?
A quel punto il Pd potrebbe dire ai Cinque stelle “fate vobis” e metterebbero qualcuno a palazzo Chigi pur di non andare a votare. Per Pd e M5s tornare alle urne significherebbe avere contro una lista Conte che prenderebbe voti sia dall’uno che dall’altro, anche se forse più dai grillini. Ma vedrà che non si andrà al voto. Avremo un Conte ter con una magra figura da parte di tutti.