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Emma Bonino e Bruno Tabacci
Osserva, analizza e medita. Bruno Tabacci, presidente di Centro democratico, ha seguito «con interesse» gli stravolgimenti di questi giorni in casa Pd, ma ammonisce Matteo Renzi: «Una forza parlamentare non basta, servono radici profonde nella società» .
Onorevole, ha capito il senso dell’iniziativa di Renzi?
Premesso che le scissioni non sono mai una buona cosa, nel caso specifico è indubbio che il senatore Renzi abbia colto l’occasione per ricollocarsi in uno spazio centrale, in particolare in vista della possibilità che sia introdotto un sistema elettorale proporzionale. Di qui la scelta di un nuovo posizionamento, certamente efficace.
Solo ragioni tattiche e non politiche, quindi?
Guardi, io non conosco la vita interna del Pd e i rapporti personali che sono stati tenuti in questi anni. Indubbiamente posso dire che Renzi è un leader dinamico, ma vedo un rischio nella sua iniziativa: on basta una forza parlamentare, è necessario che essa trovi radici profonde nella società. Italia Viva ha bisogno di una visione che abbracci più culture e sensibilità, non di uno sforzo solitario.
Lei dice che Italia Viva si collocherà al centro, basta col bipolarismo quindi?
I sistemi elettorali non sono sufficienti a definire le caratteristiche di un sistema politico, ma è chiaro che il bipolarismo c’è fin tanto che c’è un sistema elettorale. Con il probabile ritorno al proporzionale, il centro politico viene rimesso in una posizione di rilievo strategico. Però le ripeto: questo non può essere visto come qualcosa di strumentale, ma va riempito di contenuti. La società italiana ha bisogno di pacificazione, ma anche di idee costruttive che restituiscano al Paese il giusto protagonismo in Europa e creino le condizioni per una ripresa di sviluppo. Queste sono le condizioni essenziali per rispondere ai problemi dei più giovani e dei più deboli.
Lei è considerato il centrista per antonomasia. Entrerebbe in Italia Viva?
La guardo certamente con attenzione, ma ho una responsabilità nei confronti dei molti amici che hanno dato vita a Centro Democratico e dato fiato all’esperienza di Più Europa. E’ evidente che l’iniziativa di Renzi muove il quadro politico, ma dobbiamo valutare con i tanti che ci hanno dato fiducia e anche insieme alle altre personalità, che sull’idea centrista hanno speso una parte rilevante della loro esperienza politica. Penso a Pierferdinando Casini, ma anche ad altre persone che si richiamano a tradizione di centro.
Ha citato Più Europa, che cosa sta succedendo?
Purtroppo, quest’ultima si è inceppata nelle vicende di governo: il fatto che tre quarti del gruppo alla Camera abbia votato la fiducia, mentre non lo abbia fatto Emma Bonino al Senato solleva grande incertezza sul futuro di Più Europa.
Il governo ha qualcosa da temere?
Credo che Renzi, dopo aver sostenuto la necessità di utilizzare l'errore strategico di Salvini per cambiare l’equilibrio di governo, sappia che ora si tratta di dare respiro al governo Conte, in modo da evitare che chi sta all’opposizione torni a diventare protagonista. Anche perchè il clima molto negativo di questi mesi avrà bisogno di un tempo non breve per diradarsi. Ma non ho timori: Renzi è stato molto netto nel dire che questo governo va fatto vivere con determinazione.
Come si muoverà Conte?
Conte interpreta con realismo e con senso di responsabilità il suo ruolo e, insieme a tutti noi che abbiamo fatto nascere il suo governo, l’esecutivo dovrà dare risposte efficaci alle questioni aperte. Sul piano economico, serve consapevolezza: dobbiamo essere capaci di assumere iniziative molto determinate sul terreno degli sgravi fiscali per il lavoro, sul taglio del cuneo fiscale per restituire liquidità a lavoratori, ma anche con l’uso delle nuove tecnologie in materia di contrasto all’evasione fiscale.
Se non c’è da temere su Renzi, è preoccupato invece del rapporto coi 5 Stelle? Fino poche settimane fa governavano con la Lega.
I 5 Stelle hanno attraversato una fase difficile, ma attraverso questa esperienza sono maturati. Un conto è usare le iperboli del vaffa, un altro è assumersi la responsabilità di governo. Credo che i grillini ora abbiano capito che si può far meglio se si usa la testa e che la pacatezza è necessaria quando si gestiscono i beni della collettività. Mi sembra che ora anche loro possano porsi in maggioranza con spirito di coalizione, anche perchè abbiamo davanti un periodo non breve di circa tre anni di legislatura. C’è il tempo per dar vita a un’azione di governo efficace e loro hanno dimostrato la loro buona predisposizione designando Gentiloni come commissario europeo e accettando un ministro dell’Economia di grande esperienza in Europa come Gualtieri. Insomma, ci sono le condizioni per voltare pagina, in particolare con l’Ue.