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Presidente Brunetta, lei era presente al vertice di Arcore dell’altro ieri con Silvio Berlusconi. Che clima c’è in Forza Italia?
In Forza Italia c’è un clima molto positivo. Sentiamo odor di vittoria. Il nostro è un partito vivo e in salute. Abbiamo appena portato a casa una battaglia storica, quella del referendum costituzionale sulla “schiforma” Renzi- Boschi, e adesso continueremo, dall’opposizione, a lavorare, come sempre, per il bene del Paese. Dopodiché siamo pronti a tornare al governo.
La leadership, sempre in attesa della sentenza della Cedu, rimane saldamente nelle mani di Silvio Berlusconi? Assolutamente sì. Berlusconi, lo vediamo anche dalle cronache di queste prime settimane del 2017, è in primo piano e protagonista della vita politica in Italia. È, senza alcun dubbio, il leader di Forza Italia e lo sarà ancora una volta, a mio avviso, del centrodestra unito di governo. Il nostro Presidente è l’unico in grado di federare una coalizione plurale e vincente, quando ci saranno, le prossime elezioni politiche.
Proviamo a tracciare la roadmap post sentenza della Consulta sulla legge elettorale. Secondo lei quando si andrà a votare?
Il Paese è allo sbando. I conti pubblici non tornano, siamo emarginati in Europa, stanno venendo a galla tutte le marchette e tutte le spese pazze di Renzi. Il sistema bancario sta crollando, è fallito l’approccio renziano all’emergenza terremoto. Abbiamo il problema dell’ordine pubblico, quello dei migranti, una politica estera inesistente. Addirittura, dopo la risposta di Padoan alla lettera dell’Ue, si parla di Italia sulla via del commissariamento. E cosa vuole Renzi? Le elezioni anticipate. Ha la fregola delle elezioni anticipate per salvare sé stesso, per non andare al Congresso, per avere ancora un barlume di visibilità e di esistenza politica. Non se ne può proprio più. Basta.
Il Parlamento si farà carico di scrivere una nuova legge elettorale, oppure basterà qualche ritocco per omogeneizzare, come ha detto Mattarella, le due leggi di Camera e Senato? Per omogeneizzare le due leggi elettorali al momento in campo occorre che il Parlamento si faccia carico di una loro riscrittura. Le due cose stanno insieme. Forza Italia ritiene che ci debba essere un percorso, anche veloce, per dare al Paese una legge elettorale in grado di assicurare rappresentanza e governabilità. Nessuna forzatura, nessuna corsa incontrollata. Fare presto e bene, ma il presto non vada a discapito del bene.
Per votare, a giugno o nel 2018, però, la coalizione di centrodestra va ricostruita. Lei era in piazza con Lega Nord e Fratelli d’Italia alla manifestazione della destra ' sovranista'. Prove di disgelo?
Stiamo lavorando al centrodestra unito di governo. Non solo con la Lega di Salvini e Fratelli d’Italia della Meloni, ma anche con i Conservatori e Riformisti di Fitto, i Popolari di Mario Mauro, Idea di Gaetano Quagliariello, l’Udc di Cesa, Rivoluzione Cristiana di Rotondi, i Repubblicani di Nucara, la Destra di Storace e Alemanno, i Liberali di De Luca, il Nuovo Psi di Caldoro, le forze del civismo che stanno attorno ai nostri sindaci come Brugnaro a Venezia e Di Piazza a Trieste... Il centrodestra da sempre, in Italia e in Europa, è plurale. L’importante è convergere su programmi, valori e regole.
C’è chi ipotizza grandi coalizioni tra Forza Italia e Pd e un Nazareno bis. E’ così irraggiungibile il 40% dei voti?
Le grandi coalizioni sono l’estrema ratio di un sistema democratico, si rendono necessarie quando tutti perdono. Quindi sono la negazione della democrazia. Sono un’uscita d’emergenza per non tornare immediatamente al voto e dare comunque un governo al Paese. Le assicuro, non ci sarà alcun Nazareno bis con il Pd di Renzi, noi siamo alternativi a Renzi. Noi siamo convinti che il centrodestra unito di governo, con Berlusconi in campo e protagonista, possa raggiungere e superare il 40%. I sondaggi, già in questi giorni, ci danno al 34%, con i dem fermi al 30% e i 5Stelle in caduta libera. Torneremo a governare il Paese. Si può dare un giudizio a questi primi mesi del governo Gentiloni? Gentiloni è una brava persona, ma suo malgrado è stato messo a capo di un governo che è una fotocopia sbiadita di quello guidato da Renzi. E si ritrova, per di più, ad agire con l’ombra del segretario Pd perennemente presente a Palazzo Chigi. Mi aspettavo, almeno in parte, discontinuità da parte del Gentiloni: al momento ho visto solo incertezza, debolezza e sofferta sudditanza nei confronti di chi guida il suo partito.
Da avversario politico, come interpreta la resa dei conti interna nel Partito Democratico, soprattutto in relazione alle possibili elezioni anticipate?
Ha ragione da vendere Calenda: prima viene il Paese, e poi tutto il resto, elezioni anticipate comprese. Renzi, se ha dei problemi esistenziali, trovi qualche altra formula per risolverli. Vada da uno psicanalista, si trovi un lavoro, vada a studiare all’estero, ma basta fare del male ancora a questa povera Italia. Renzi vuole andare subito al voto per evitare il confronto all’interno del Partito Democratico. Si vada alle elezioni quando sarà necessario, con una legge elettorale adeguata, per avere un governo. È inaccettabile andarci, purchessia, pur di salvare il soldato Renzi. E’ da irresponsabili e da avventuristi. Basta, basta Renzi, basta con il Pd renziano. C’è la rivolta dei deputati del Pd, ed anche dei deputati renziani del Pd. Nessuno lo vuole più.
La polemica sui vitalizi innescata da Renzi ha inasprito i toni dello scontro nel centrosinistra. Pura propaganda? Abbiamo sfidato apertamente Renzi. Se il Pd vuole realmente cancellare i vitalizi ( che in realtà non esistono più) non serve neanche una legge, basta una semplice delibera degli Uffici di Presidenza di Camera e Senato, dove i democratici hanno una maggioranza schiacciante. Renzi potrebbe scrivere un messaggino a Zanda e Rosato e ordinargli, come fa spesso, di mettere in atto la sua linea: «Via subito i vitalizi, o gli italiani non capirebbero». Non lo ha fatto, non lo fa, e non lo farà. Insomma, il fiorentino si conferma il solito quaquaraquà della scena politica italiana.
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