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La notizia sarebbe dovuta essere che finalmente, dopo più di anno di lavori di commissione, e vari tentativi falliti nelle legislature passate, la proposta di legge sul testamento biologico è arrivata alla discussione dell’aula. Invece i media stamattina titolavano: “Fuga dal Biotestamento”, “Sedie vuote dopo Dj Fabo, il cattivo esempio in Aula”, “Banchi deserti alla Camera per il testamento biologico”. Quell’aula deserta era routine Lo scandalo è montato dai giornali
Epoi ancora: “Biotestamento, Aula vuota, il voto ancora rimandato”, un elegantissimo “Eutanasia, testamento e legittima difesa, la politica se ne frega” per chiudere con l’ironico “Ma il lunedì l’Onorevole ha altro da fare”.
Titoli efficacissimi per far montare l’indignazione e assicurarsi un numero considerevole di click nelle versioni online, ma poco onesti nel descrivere la realtà dei lavori parlamentari. Perché sul testamento biologico si è voluto far esplodere un “caso”? E non su tanti altri provvedimenti altrettanto importanti e delicati? La risposta è molto semplice e non depone certo a favore del giornalismo italiano, che dovrebbe conoscere dopo quasi 70 anni la prassi d’Aula.
Prima di rispondere alla domanda, raccontiamo ai non addetti ai lavori come funziona l’iter di discussione e approvazione di una legge, partendo dall’inizio, per arrivare a scoprire cosa succede ogni lunedì alla Camera. L’iter di ogni proposta di legge parte in Commissione, esaminando nel dettaglio tutte le proposte presentate su uno specifico argomento per elaborare poi un testo unico ed aprire una fase emendativa di perfezionamento a cui partecipano tutti i gruppi politici, con dibattiti lunghi e approfonditi.
Dopo questa fase, la proposta arriva in Aula e si giunge alla “discussione generale”, che di solito si fa il lunedì sui provvedimenti che vanno in votazione nei giorni successivi della settimana: è una fase in cui non avviene alcune esame ed alcuna votazione ( chi oggi parla di voto rimandato semplicemente sta dicendo una falsità), né in alcun modo si spostano degli equilibri. La “discussione generale” è infatti il momento in cui i parlamentari che più si occupano del provvedimento ( per delega dei rispettivi gruppi) hanno uno spazio abbastanza ampio per fare un proprio intervento, che si può seguire via web o radio, e lasciare traccia nel processo verbale dell’Aula dei risultati di mesi di lavoro ( spesso anche notturno) fatto in commissione, riassumendo dunque le posizioni di ciascun gruppo e dando a tutto il lavoro pregresso la solennità e la pubblicità che merita: nel caso della legge sul testamento biologico, quattro ore di interventi di merito, alcuni di grande spessore.
A questo punto interviene il classico appunto: «Anche se non indispensabile, perché non dovete lavorare di lunedì?». Ecco, pensiamo che questo sia il necessario chiarimento di fondo. Se si ritiene che il lavoro parlamentare sia rappresentato solo ed esclusivamente dalla presenza in Aula, allora eliminiamo i lavori delle Commissioni ( laddove si “costruiscono” in realtà le leggi), ed eliminiamo il lavoro sul territorio. Qualche tempo fa, abbiamo assistito a una trasmissione che elogiava, definendolo “incredibile”, l’operato dei parlamentari tedeschi, che incontrano gli elettori del proprio collegio e si confrontano con associazioni e altri soggetti sulle proposte di legge. Cioè quello che noi facciamo da sempre e continuamente, nei giorni e negli spazi in cui non siamo in Aula o in Commissione.
Ma la cosa che ci preoccupa di più, in questa caso, è il male che viene fatto alle persone che si trovano in condizione di sofferenza, e si sentono umiliate dal comportamento delle Istituzioni. Che possono avere tante colpe, ma non questa. Perché il putiferio alzato esclusivamente in questa occasione, ha solo una ragione, oltre quella consueta di delegittimare il Parlamento ( lo sport preferito dai media italiani): la volontà di cavalcare il fragore causato dalla triste vicenda della morte di Dj Fabo, legandolo alla causa di tutti i mali del nostro Paese ( il politico) per aumentare visibilità e il proprio tornaconto, oltre a quella ormai dichiarata da un pezzo di mondo dell’informazione di attaccare ed indebolire il Partito Democratico che è stato autore della legge e della sua sintesi con tutti i gruppi.
Prova ne sia che la proposta di legge sul testamento biologico è stata per 13 mesi in Commissione Affari Sociali, procedendo lentamente a causa di un forte ostruzionismo ma inesorabilmente grazie all’impegno della relatrice Donata Lenzi, dei parlamentari del Partito Democratico che non hanno mai fatto mancare il numero legale, ai membri di M5S, SI e Civici e Innovatori, che finora hanno appoggiato la proposta: in tutto questo tempo i media - fatta eccezione per L’Avvenire ( schierato nettamente su posizione contraria) - hanno raccontato poco, se non nulla.
Perché, se davvero così interessati e favorevoli non ci hanno sostenuto, salvo poi accusare tutti i parlamentari di ignavia e menefreghismo, senza distinguere chi si batte per l’approvazione della legge da chi si batte per contrastarla? Facendo a quest’ultimi un favore non da poco.