La modalità con cui è stato approvato il decreto sicurezza è un vero e proprio «scippo alle Camere». Non ha dubbi Roberta Calvano, ordinario di Diritto Costituzionale, che parla di «salto di qualità» di questo governo riguardo all’utilizzo della decretazione d’urgenza.

Si può dire che il Parlamento sia stato zittito in questo caso?

Il disegno di legge era all’esame del Senato, dopo lunghi mesi passati alla Camera. L’esame era ancora in corso: il Parlamento più che zittito direi che sia stato esautorato. I parlamentari sono stati privati della loro funzione, se anch’essi sono acquiescenti e non difendono le loro prerogative, questo potrebbe essere un ulteriore aspetto da segnalare di questo modo di procedere.

Il Governo ha deciso di adottare un decreto legge in assenza di casi straordinari di necessità e urgenza. Il Parlamento non è privato della possibilità di lamentare questo modo di procedere, così come in sede di conversione in legge i parlamentari hanno modo di esprimersi.

Entrando nel merito del decreto, potrebbe rappresentare un modo per controllare e punire il dissenso?

Per quanto riguarda il dissenso ci sono specifici articoli che riguardano la possibilità di esprimere dissenso e rispetto a quelli si diceva che era un tentativo di reprimere il dissenso. C’è la criminalizzazione di determinati tipi di protesta, come i blocchi stradali, o anche di manifestazioni di protesta passiva nelle carceri. Alcuni articoli sono destinati a questo.

C’è più in generale un utilizzo abnorme del diritto penale con l’introduzione di un numero significativo di nuovi reati o l’aggravamento di fattispecie già previste. A differenza delle leggi ordinarie, caratterizzate da un periodo di vacatio legis, normalmente di 15 giorni, prima della loro entrata in vigore, l’art. 77 Cost. stabilisce che il decreto legge entri immediatamente in vigore: ciò porta ad una compressione del principio di colpevolezza, il quale prevede che la norma sia conoscibile in anticipo per poter essere sanzionato l’illecito che essa descrive.

La decretazione d’urgenza tradisce la volontà esautorare parlamento o è una tendenza dei tempi in un mondo immerso nell’immediatezza?

Qui c’è un salto di qualità. Lamentavamo da decenni l’abuso dei decreti legge rispetto alle precedenti legislature c’è stato un ulteriore incremento durante la pandemia dovuto all’emergenza, ed un ulteriore abuso successivamente. Ora noi assistiamo a un ulteriore aggravamento della situazione.

Il governo, in carica dal 2022, ha ulteriormente incrementato l’utilizzo, ma in questo specifico decreto legge io trovo un salto di qualità per il fatto che c’è stato uno “scippo” alle Camere. “Scippo” che è grave a maggior ragione se si tiene conto che il testo del ddl è stato discusso 6 mesi alla camera e più di 6 mesi al Senato, questo per l’elevato numero di criticità presenti nel testo e l’ostruzionismo fatto delle opposizioni proprio per queste criticità.

Le camere penali insieme a costituzionalisti, professori di diritto penale, molti magistrati hanno sollevato diversi rilievi nel corso delle audizioni parlamentari. All’esito di queste criticità denunciate da tutte le parte audite, che in genere è difficile si trovino così d’accordo, si sottrae il provvedimento all’esame del Parlamento. Questo è il cambio di paradigma.

Quando il Parlamento evidenzia nel suo dibattito una problematica, una criticità di un provvedimento, l’esecutivo avoca a sé la funzione legislativa. È un’alterazione della fisiologia dei rapporti tra parlamento e governo. L’urgenza qui sembra derivare dalla necessità di aggirare il dibattito parlamentar.

Le norme inserite nel decreto sono omogenee?

Il decreto è fortemente disomogeneo, tratta temi diversi. Lo stesso capo dello Stato in passato ha scritto alle Camere per lamentare la disomogeneità dei decreti legge come problema nel problema dell’abuso della decretazione d’urgenza. C’è poi un altro tema, ci sono due binari nell’ambito dei lavori parlamentari: un binario è il procedimento legislativo ordinario, l’altro è quella della conversione dei decreti legge, che è diverso.

Non è soltanto una corsia preferenziale ma la legge di conversione del decreto legge ha una competenza specializzata, può fare solo quella cosa circoscritta, quindi sostanzialmente non ci sono gli stessi margini di manovra che le camere hanno nell’esaminare un disegno di legge. Se si sceglie una via si deve seguire fino in fondo.

Così si spogliano le Camere della funzione legislativa, perché adesso in sede di conversione del decreto legge agiranno su un testo già in vigore, gli eventuali emendamenti avranno efficacia solo per il futuro e potrebbero esserci anche procedimenti penali in corso nel momento della conversione.