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C’è tutta una letteratura sui casi di personaggi cui sembra piombare dall’alto una grana, un serio incidente di percorso. In questi frangenti il motto di casa è sempre uno: «E’ accaduto a mia insaputa». L’estremo baluardo degli ingenui furbacchioni. O il contrario.
L’ultimo membro dell’esclusivo club degli ignari ( il primo fu Claudio Scajola peraltro assolto) è Andrea Bocelli. Avendo sollevato un polverone con le sue dichiarazioni sul Covid al convegno negazionista di due giorni fa al Senato ( «Non conosco nessuno che sia finito in terapia intensiva”) il tenore tra i più famosi nel mondo ha pensato ieri di rimediare nel più classico dei modi: sono stato frainteso. Cioè ha pronunciato parole equivocate. Insomma, ha parlato “a sua insaputa”. Il che è davvero il vertice dell’inconsapevolezza.
Mentre Bocelli ironizzava sulla “cosiddetta pandemia”, qualcuno però lo registrava ( a sua insaputa?). E così c’è proprio l’audio come fonte primaria. Vien da chiedersi come mai non si riesca a uscire dall’italico vizio di dissociarsi da se stessi. Anche il capo della banda dei carabinieri deviati di Piacenza sta istintivamente scegliendo la strada della “deresponsabilità”. Ho fatto cose che non dovevo ma non mi ero reso conto di essermi allargato troppo… A sua insaputa - o quasi - la divisa che portava è finita nel fango.