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Di che colore é una lastra di ghiaccio? Da che mondo é mondo la risposta é una: bianca. Il ghiaccio é bianco o al massimo trasparente! Errore. Ogni anno di piú le distese ghiacciate della Groenlandia, che coprono una superficie pari a tre volte il Texas, ossia milioni di chilometri quadrati, stanno cambiando colore, o meglio, stanno acquistando i colori. Gradazioni di neri e di grigi, macchie marroni che sfumano nel porpora, verdi accesi e blu elettrici sono il nuovo outfit del ghiaccio della Groenlandia. “Fino a poco tempo fa”, spiega il glaciologo inglese Joseph Cook, “la gente pensava che le distese di ghiaccio fossero prive di vita. Ma osservandole al microscopio si scopre che, non solo le pianure ghiacciate ma gli stessi ghiacciai rivelano una foresta congelata di biodiversitá”. La biodiversitá é considerata normalmente una caratteristica positiva in un ecosistema. Ma sfortunatamente non é questo il caso: l’arcobaleno di colori che Joseph Cook ha trovato durante la sua ultima spedizione potrebbe essere un serio problema in quanto é il risultato di una varietá di microorganismi che si moltiplicano sulle superfici ghiacciate. La Groenlandia é il magazzino di acqua dolce piú grande del mondo e chiaramente il primo che soffre l’aumento delle temperature. Si stima che i ghiacciai groenlandesi potrebbero far innalzare il livello del mare in tutto il mondo di sette metri, che sembra poco se ci affacciamo da un balcone al terzo piano, ma se lo moltiplichiamo per la superficie degli oceani risulta addirittura difficile da immaginare. I microorganismi che Cook sta studiando sono delle alghe particolari che crescono negli strati d’acqua che ricoprono le superfici ghiacciate. “Se vai in giro con una maglietta nera in un giorno assolato immagazzinerai molto piú calore che se indossi una maglietta bianca”, dice Cook, “le alghe stanno fornendo una maglietta nera alle distese ghiacciate accelerando l’accumulo di calore, lo scioglimento del ghiaccio e il conseguente aumento del livello del mare”. Su una superficie totale di quasi 10 mila chilometri quadrati presi in esame dai droni di Cook, si é stimato che queste alghe sono responsabili del 13% di ghiaccio sciolto e in alcune aree addirittura di un 26%. Le alghe favoriscono lo scioglimento e l’acqua rilasciata dal ghiaccio fornisce nuovi nutrienti per le stesse alghe, creando cosí un circolo vizioso. A parte le alghe é stato rilevato anche un batterio che vive sulle superfici artiche che sta letteralmente bucherellando le distese ghiacciate come una groviera. Tale batterio attira a sé miniparticole di polvere, dando vita a densi fori neri chiamati croconite. Dentro questi buchi fiorisce un microecosistema che aumenta la temperatura e accelera lo scioglimento dei ghiacci. “Se vogliamo prendere delle decisioni sensate per il nostro futuro, dobbiamo creare previsioni veritiere riguardo l’aumento del livello del mare, studiando la biodiversitá che cresce nascosta nei ghiacciai” conclude Joseph Cook. Gli ultimi studi infatti hanno confermato che rispetto all’anno 1990, oggi i ghiacci si sciolgono a una velocitá sette volte superiore.