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No di Fim Fiom e Uilm alla decisione di Arcelor Mittal di procedere alla cassa integrazione straordinaria per 3.500 lavoratori a seguito dello spegnimento di Afo2 deciso dal tribunale di Taranto. È una nota unitaria dei sindacati a «rigettare» così l’annuncio dell’avvio della procedura spiegando che domani al tavolo previsto con il Governo e Mittal «chiederanno con forza di fare chiarezza su una procedura di cigs che, di fatto, sostituirebbe l’attuale cigo per crisi congiunturale facendola diventare un problema di carattere strutturale».
Per questo, dicono ancora ad una sola voce, «è giunto il momento da parte del governo e di Ilva in As, per ora unici proprietari dello stabilimento siderurgico di fare chiarezza su futuro ambientale, occupazionale e industriale di un sito di interesse strategico per il Paese», conclude la nota.
«Mi sembra che ogni giorno ne esca una nuova - ha commentato il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, Speriamo che si riesca a recuperare un filo rosso di collegamento perchè tutto questo non aiuta sicuramente una serenità d’animo da parte di chi ha a cuore l’interesse generale di questo Paese e attrarre investitori.
Speriamo bene, seguiamo la vicenda giorno dopo giorno e tifiamo affinchè questa cosa possa avere il maggior impatto possibile in termini di occupazione e faccia dell’Ilva la migliore acciaieria d’Europa in termini di sostenibilità».
«Oggi abbiamo letto - ha aggiunto - questa nuova notizia e sembra che a volte, in funzione dei dogmi ambientali, cerchiamo non solo di creare delle condizioni per non risolverli ma anche determiniamo dimensioni di insostenibilità economica e sociale, e questo è il rischio che dobbiamo evitare. Che non significa andare a danno della sostenibilità ambientale ma la sostenibilità deve essere concepita nel nostro Paese come un concetto armonico: essa è ambientale, sociale ed economica».