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"Il primo morto in Francia è comprensibile, si trattava di una persona anziana e fragile, quello che più preoccupa è l’Africa, a partire dal Cairo che è una megalopoli con milioni di persone, a volte nemmeno censite. E poi tutto il continente dove buona parte della popolazione è povera, malnutrita, già soffre di altre malattie infettive". La virologa Ilaria Capua direttore del Centro di eccellenza dedicato alla One Health dell'Università della Florida, torna a parlare del Coronavirus e sottolinea il ruolo fondamentale dei media nella gestione della crisi: "E' necessario che la stampa, che ha grandissima responsabilità e grande ruolo anche nel sostenere il paese nell'emergenza, utilizzi fonti assolutamente sicure. Ieri - ha detto - ho trovato un video, su un importantissimo portale di informazione italiano, nel quale si diceva di cuocere bene carne di pollo e maiale. Questa non è una malattia a trasmissione alimentare! Gli animali da reddito non hanno nulla a che fare con questo virus. I media hanno una grandissima responsabilità: devono assicurarsi che le fonti da cui prendono le informazioni siano affidabili, e rendersi conto che noi scienziati non abbiamo la palla di vetro". : E alla domanda se al momento si può parlare di pandemia, Capua non ha dubbi: "Sì, si può parlare di pandemia perché la popolazione del pianeta non ha anticorpi di difesa contro questo virus nuovo. E probabilmente le eccezionali misure di contenimento dell’infezione in Cina non impediranno al virus di uscire, volta per volta, e di fare il giro del mondo" E sulla correttezza della Cina, Capua risponde: "Sì, ha fatto uno sforzo “erculeo”, tenendo conto del contesto dove si è sviluppata questa epidemia. In una città come Wuhan, con undici milioni di abitanti, moltissimi studenti, con un sistema sanitario pubblico non sempre all’altezza di una simile emergenza, dove ci sono sacche di povertà estrema e dove la medicina scientifica è affiancata da quella tradizionale cinese. Il contenimento è stato efficacissimo: nessun Paese avrebbe potuto fare tanto". IL CASO DELLA NAVE DIAMOND PRINCESS Intanto cresce il numero dei casi di coronavirus a bordo della nave da crociera Diamond Princess, la nave "messa in quarantena" al largo del porto giapponese di Yokohama. Il numero dei casi positivi è salito a 355 dopo la segnalazione di 70 nuovi contagi. Lo ha reso noto il ministero della Sanità del Giappone. Il dicastero ha precisato che 38 degli ultimi contagiati non mostrano sintomi. Finora i test effettuati sui passeggeri e i membri dell'equipaggio sono 1.219, su un totale di 3.700 persone presenti di una cinquantina di nazionalità. Il ministero della Salute ha "dato mandato al tavolo tecnico-scientifico di valutare le procedure sanitarie da mettere in atto per l'eventuale ritorno degli italiani a bordo della nave da crociera ferma in Giappone". Lo rende noto il ministero in una nota spiegando che stamattina si e' riunita la task-force su Covid-19 del dicastero alla presenza del ministro, Roberto Speranza. Nella riunione "e' stato fatto il punto delle procedure e dei controlli relativi a tutti gli italiani rimpatriati finora da Wuhan che procedono tutti regolarmente"