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Si chiama “No al garante della prostituzione”, ed è la nuova iniziativa editorial-politica del Fatto quotidiano. Le prime firme sono quelle di Travaglio, Gomez e Padellaro. A dir la verità l'obiettivo della petizione è assai modesto: raccogliere 15mila firme per fermare la candidatura di Silvio Berlusconi al Quirinale. Che peraltro, va detto, non ha alcuna possibilità di salire sul Colle; e questo lo sa bene anche Travaglio. Ma non è questo il punto: il Fatto deve aver notato un certo calo dei lettori. E quale miglior viatico, dunque, se non una spolverata dell’antiberlusconismo, vecchio ma pur sempre efficace cavallo di battaglia del travaglismo? Insomma, il Fatto cerca di ristabilire una connessione sentimentale col popolo delle manette e dei nemici giurati del Cav. E per capire di cosa stiamo parlando è sufficiente leggere l’attacco dell’appello: “Ha prostituito ai suoi interessi privati non soltanto le sue escort, alcune minorenni, ma soprattutto i principi costituzionali che aveva giurato di difendere per ben tre volte da presidente del Consiglio: legalità, giustizia, eguaglianza, dignità delle donne, libertà di stampa, indipendenza della magistratura, libero mercato, equità fiscale, scuola e sanità pubbliche, disciplina e onore, antifascismo”.