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Ieri è stato il giorno in cui la Russia ha iniziato ad attuare piani per richiamare i riservisti in servizio e mandarli a combattere in Ucraina. Una decisione grave e dai risvolti ancora tutti da decifrare.
A cominciare dall'effettiva entità dell'arruolamento.
Secondo il quotidiano indipendente Novaya Gazeta, che ormai viene pubblicato solo all'estero visto che in patria è censurato,, gli uomini e le donne che dovranno presentarsi ai distretti militari non saranno solo 300mila bensì potranno arrivare fino a un milione. Il numero vero della mobilitazione parziale sarebbe contenuto nel settimo paragrafo del decreto firmato ieri da Putin che è stato secretato, così avrebbero riferito alcune fonti al quotidiano.
Dalle notizie fornite il numero sarebbe stato oggetto di discussione e alla fine si sarebbe deciso per il milione. Non ce naturalmente modo di verificare se il racconto riportato sia vero, si puo solo cercare di dedurre qualcosa dai requisiti che devono possedere i richiamati di cui ha parlato il ministro della Difesa, Sergei Shoigu, dopo il discorso di Putin; persone con precedente esperienza militare, con una certa professionalita e che gia sono riservisti. Insomma non ci sarebbero gli studenti che almeno da quanto dichiarato dal Shoigu «rimarranno in classe.» Non la pensano evidentemente così i tanti giovani che immediatamente dopo l'annuncio della mobilitazione sono scesi in piazza in numerose città della Russia ( almeno 38 comprese Mosca e San Pietroburgo), le proteste per la maggior parte di carattere pacifico sono state duramente represse dalla polizia che ha lanciato lacrimogeni, caricato i cortei e arrestato migliaia di persone. Il bilancio degli arresti fornito dall organizzazione Ovd- Info, che monitora i movimenti indipendenti in Russia, parla di almeno 1300 persone finite dietro le sbarre, di queste la metà sarebbero donne.
E anche sulla sorte degli arrestati si è verificato una sorta di giallo.
Sempre Ovd- Info ha riferito che ad almeno 16 persone detenute sono stati consegnati i documenti di arruolamento. Una convocazione per essere attivisti contro la guerra. Non è dato sapere se questa notizia sia certa ma i media più vicini al Cremlino stanno comunque alimentando un clima di caccia al pacifista minacciando un ipotetico invio al fronte per chi scende in strada per protestare contro il governo.
Lo stesso governo russo avrebbe definito come legittima questa misura: insomma o ti fai la galera e magari qualche campo di lavoro oppure te ne vai al fronte a combattere.
Sarebbe invece vero che molti cittadini russi, dopo l’annuncio di Putin che manderà la lettera a 300mila riservisti, stanno tentando di sottrarsi ad una possibile chiamata fuggendo in altri paesi.
Alla frontiera con la Finlandia sarebbe aumentato il traffico di automobili che vogliono attraversare il confine anche se la situazione secondo le autorità finlandesi sarebbe sotto controllo. La Russia ha smentito che sia cominciato una specie di esodo, attribuendo le immagini di file interminabili di autoveicoli che circolano sui social, a periodi precedenti l’invasione dell’Ucraina.
Ma ieri è stato anche il giorno in cui, a sorpresa, Russia e Ucraina hanno messo in atto il più grande scambio di prigionieri dall'inizio della guerra.
Più di 200 prigionieri di guerra sono stati rilasciati da Mosca in cambio di 55 soldati russi e del magnate ucraino filo Putin Viktor Medvedchuk.
Tra gli ucraini liberati molti appartenenti al battaglione Azov, militari di estrema destra catturati dopo la caduta di Mariupol e settimane di tenace resistenza. Una circostanza che ha fatto storcere la bocca alla parte più nazionalista e guerrafondaia dell'opinione pubblica russa a cui la propaganda, da sempre, ha descritto l'operazione speciale diretta contro gli elementi ' neonazisti' del governo di Kiev.