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L’Incontro non morirà dopo settant’anni di pubblicazioni, ma proseguirà sul web. “Commiato”. Aveva titolato così, il direttore e avvocato Bruno Segre, cento anni compiuti da poco, il suo ultimo editoriale del dicembre 2018. Il periodico indipendente da lui fondato a Torino nel 1949, sembrava così destinato a salutare i suoi lettori, che lo seguivano soprattutto grazie agli abbonamenti postali. Troppo gravosi i costi (il periodico non ha mai chiesto né ricevuto contributi finanziari, «geloso della propria assoluta indipendenza» ), «inoltre la mia età di centenario ha ridotto lo sforzo psico- fisico per proseguire la pubblicazione». Ma il direttore Segre aveva però lasciato uno spiraglio: «M’auguro che qualcuno si faccia avanti con serietà e determinazione», perché «occorrerebbe che qualcuno proseguisse la nostra attività giornalistica, acquistando la testata L’Incontro con annesso archivio e rispettando la sua tradizionale funzione ispirata ad un socialismo libertario, fedele agli ideali di “Giustizia e Libertà” collaudati nella Resistenza».
A questo appello, dopo appena due mesi e mezzo, è arrivata risposta. Il periodico è stato rilevato da un gruppo di avvocati e di imprenditori torinesi e milanesi, che hanno fondato la Società Editrice L’incontro srl, guidata dall’avvocato Riccardo Rossotto e iIl 27 febbraio hanno sottoscritto l’atto di acquisto. «Il nostro progetto - ha spiegato il consiglio di amministrazione - è in primo luogo quello di rendere L’Incontro un’opera collettiva, raccogliere l’eredità di una grande biografia individuale, tenerla viva e darle nuova forza, racconto e spinta, con una nuova forma di comunicazione online. Cercare e produrre contenuti coerenti con lo spirito e i valori fondativi, e collocarli più vicino alle domande poste dalla contemporaneità, anche nella comunicazione adottata».
La nuova veste editoriale del giornale è stata presentata il 22 marzo alle Officine Grandi Riparazioni di Torino e, il 2 aprile, l’evento si ripeterà anche presso la Fondazione Feltrinelli di Milano: L’Incontro ha perso il suo formato cartaceo e si è trasferito su “www. lincontro. news”, che sarà «uno spazio aperto all’argomentare e al riflettere, a tutti quelli che vogliono incontrarsi e magari scontrarsi per formarsi opinioni e confrontare tesi. Nascerà tra Torino e Milano, avrà nel cuore l’Europa, la difesa dei suoi valori e la critica delle sue debolezze e insensibilità. Parlerà di democrazia e nuovi autoritarismi e sarà sempre schierato contro ogni forma di razzismo, discriminazione, lesione del diritto di esprimersi con libertà. Tratterà di economia, di equità distributiva, di diritti e di doveri, di giustizia, userà molto i numeri, tutto senza la fretta della cronaca e sempre cercando opinioni che guardano da punti di vista diversi gli stessi fenomeni», sono i propositi dei nuovi editori.
Nel primo editoriale della nuova redazione, pubblicato il 23 marzo, si spiega come la scelta di dematerializzarsi, spostandosi solo sul web, risponda alla logica di far diventare L’Incontro «un’opera collettiva di un gruppo di amici, di professionisti, di giovani della comunicazione digitale, che raccoglie l’eredità di una grande biografia, la ravviva in una nuova forma di comunicazione. La testata resta coerente con i valori fondativi collocandoli, nei tempi e anche nel linguaggio, più vicini alle domande poste dalla contemporaneità». Il presidente della Società Editrice, Riccardo Rossotto, anche lui con un passato da giornalista prima di dedicarsi alla professione forense, ha spiegato come a spingere l’iniziativa sia stato «un grande rispetto per la storia del periodico, associata alla preoccupazione per lo spirito che ora permea il paese. In 18, nove torinesi e nove milanesi, ci siamo sentiti la responsabilità civile di tentare di tenere in piedi L’Incontro, partendo dai suoi valori originali per offrirli oggi ad un target nuovo: i giovani». Per farlo, dunque, si è scelta la piattaforma web «di un blog a incrementazione progressiva, di approfondimento». Quanto all’aspetto economico, il giornale online si baserà sulle “membership” di chi lo legge e che sceglie di contribuire, oltre che alla disponibilità della Società editrice, che si sta allargando con nuovi membri.
Bruno Segre, avvocato e giornalista torinese per tutta la vita in prima linea a sostegno di battaglie per i diritti civili, era stato intervistato dal Dubbio in occasione dei suoi 99 anni e aveva raccontato: «Difesi il primo obiettore di coscienza e lottai per il divorzio. Quando Loris Fortuna venne a Torino inondai la città di voltantini gettandoli da un aereo: “Il divorzio non viene dal cielo ma dalla legge…”». Oggi che ha raggiunto le tre cifre all’anagrafe, continuerà a collaborare con la testata online, insieme ai suoi storici collaboratori.