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LaPresse
Al Senato primo via libera al disegno di legge costituzionale che inserisce la tutela delle vittime di reati nella Carta costituzionale. L’aula lo ha approvato con 149 sì e un astenuto. Il testo recita: «All’articolo 24 della Costituzione, dopo il secondo comma, è inserito il seguente: “La Repubblica tutela le vittime di reato”». È il primo dei quattro voti richiesti dalla riforma costituzionale.
Il 10 dicembre era stato dato parere positivo dalla Commissione giustizia di Palazzo Madama al nuovo testo unificato che punta ad inserire in Costituzione la tutela delle vittime di reato. La novità è che, mentre il primo testo unificato predisposto per i quattro disegni di legge in esame (Antonio Iannone di Fratelli d’Italia, Bruno Marton del Movimento 5 Stelle, Dario Parrini del Partito democratico, Peppe De Cristofaro di Alleanza Verdi e Sinistra) prevedeva modifiche all’articolo 111 della Carta costituzionale, il nuovo ha modificato l’articolo 24. Durante la discussione è intervenuto il capogruppo di Forza Italia in Commissione Giustizia di Palazzo Madama, Pierantonio Zanettin, che ha ricordato l’iter del provvedimento sia formale che sostanziale: il disegno di legge costituzionale sulla tutela delle vittime di reato «in una prima fase era stato approvato all’unanimità dalla commissione Affari costituzionali, forse un po’ frettolosamente. Una volta arrivato in commissione Giustizia per il parere, ci siamo accorti che rischiava di produrre nell’ambito del processo penale uno sbilanciamento tra la pretesa statuale di erogare una pena e il diritto del cittadino a un processo giusto, con le dovute garanzie».
Tuttavia, ha aggiunto, «il regolamento del Senato ha impedito alla Commissione Giustizia di approfondire quegli aspetti attraverso le audizioni. Grazie alla collaborazione leale tra commissioni siamo riusciti a risolvere il problema, ma credo che quella norma del regolamento che prevede che le riforme costituzionali siano assegnate solo alla Prima Commissione sia sbagliata ed è il caso di avviare una riflessione anche in vista dell’arrivo della riforma sulla separazione delle carriere». Il senatore ha poi concluso: «Siamo tutti d’accordo che le vittime dei reati meritano tutela, ma questa tutela può non necessariamente avvenire all’interno del processo. A prescindere che venga individuato un responsabile, le vittime meritano una tutela dell’ordinamento».
Sarebbe invece dovuta arrivare nell’Aula della Camera il 20 gennaio la norma che prevede l’istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime di errori giudiziari, tuttavia è tutto rimandato dopo uno stop in Commissione Giustizia. Ora, come ha comunicato il presidente Ciro Maschio, è emerso che «non si sono ancora concluse le opportune interlocuzioni tra i gruppi per procedere all’esame delle proposte emendative riferite al testo unificato. Occorre quindi prendere atto che non vi sono le condizioni per concludere tempestivamente l’esame in sede referente del provvedimento, attualmente iscritto nel calendario dell’Assemblea a partire da lunedì 20 gennaio prossimo.
In tale sede si è convenuto all’unanimità di avanzare la richiesta di posticipare l’avvio della discussione in Assemblea al prossimo calendario dei lavori». Inoltre non sono arrivati i pareri del Governo sugli emendamenti, quindi i deputati si sono dovuti fermare. Il 3 dicembre era stato adottato un testo base che ha riunito le proposte dei deputati Davide Faraone (Iv), Ingrid Bisa (Lega) e Pietro Pittalis (Forza Italia). Secondo il provvedimento, la giornata dovrebbe essere quella del 17 giugno, giorno dell’arresto del conduttore televisivo Enzo Tortora.
Ogni anno le scuole dovrebbero organizzare giornate di sensibilizzazione sul valore del giusto processo - «quale unico strumento volto a garantire, entro tempi ragionevoli, l’accertamento della responsabilità penale in contraddittorio tra le parti e davanti a un giudice terzo ed equidistante tra accusa e difesa» - e su quello «della libertà, della dignità personale, della presunzione di non colpevolezza, quale regola di giudizio oltreché quale regola di trattamento, di coloro che sono ristretti in custodia cautelare prima e durante lo svolgimento del processo».
Durante il dibattito in Commissione, la maggioranza aveva votato a favore del testo base, il Movimento 5 Stelle aveva espresso voto contrario, Alleanzaverdi e sinistra insieme al Partito democratico si erano astenuti. Come ci ha spiegato il deputato forzista Pietro Pittalis, l’obiettivo è quello approvare emendamenti per allargare il perimetro anche al concetto di ingiusta detenzione e per implementare maggiormente la conoscenza del fenomeno, rendendo noti nella giornata dedicata alle vittime in questione anche i dati della Relazione al Parlamento su ingiuste detenzioni e, appunto, errori giudiziari. Il problema, ci dicono altre forze di maggioranza, è che mentre il Partito democratico e Avs hanno un atteggiamento più aperturista e dialogante sul tema, bisogna registrare l’ostruzionismo del Movimento 5 Stelle, che si oppone alla istituzione della Giornata con motivazioni simili a quelle espresse dall’Anm in audizione.