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Matteo Renzi
A pochi giorni dall’elezione dei membri laici del Consiglio Superiore della Magistratura impazza il toto-nomi, soprattutto quello riguardante la vice presidenza di Palazzo dei Marescialli. Un puro esercizio di divertissement visto che i nomi, quelli sicuri, spunteranno all’ultimo momento.
Camera e Senato dovranno riunirsi in seduta comune il prossimo 17 gennaio ma il termine per la candidatura scade alle ore 9 di sabato 14 gennaio. Qualora il 40 per cento delle candidature non fosse donna, la seconda scadenza sarebbe alle 10 di lunedì 16 gennaio. Ormai, nonostante gli appelli di qualche parlamentare e della stessa magistratura, la direzione è quella di operare al di là di curriculum e trasparenza. A decidere saranno quindi i partiti secondo precisi equilibri da mantenere. Hanno meno di una settimana per fare gli accordi: archiviate le vacanze natalizie, in questi giorni dovranno trovare la quadra. Ieri dalle pagine de Il Giornale era trapelato il nome di Gian Domenico Caiazza, attuale presidente dell’Unione delle Camere Penali Italiane e legale di Matteo Renzi, quale figura attorno alla quale centrodestra e Terzo Polo potrebbero convergere per la vice presidenza.
In realtà lui non sarebbe disponibile perché impegnato a terminare il mandato da vertice dei penalisti italiani. Invece da fonti di centrodestra si rafforza il nome del senatore di Forza Italia Pierantonio Zanettin. La scelta di un esponente del partito di Silvio Berlusconi sarebbe un modo per riparare al fatto che a Forza Italia non è stato dato il Ministero della Giustizia, consegnato invece a Carlo Nordio eletto con Fratelli d’Italia.
L’alternativa sarebbe stata quella della Ministra delle Riforme istituzionali Maria Elisabetta Alberti Casellati sempre di Fi ma qualcuno, al contrario di Zanettin, considera “divisiva” la candidatura dell’ex seconda carica dello Stato. Ma quest’ultimo che ne pensa? Interpellato, ci ha detto “Hic manebimus optime” riferito alla sua attuale presenza in Senato. Zanettin è stato già membro del Consiglio Superiore della Magistratura, conosce bene la macchina. Certo, spostarlo dal Senato al Csm significherebbe anche depotenziare un certo modo di battagliare sulla giustizia a Palazzo Madama da parte di Forza Italia.
Zanettin è uno dei più attivi da questo punto di vista, basti pensare alle ultime iniziative sul trojan, che molte riflessioni stanno suscitando, e all’emendamento alla norma sull’ergastolo ostativo per espungere i reati contro la Pa da quelli che impediscono l'accesso ai benefici penitenziari. Ovviamente sull’importante e delicato ruolo della vice presidenza peseranno anche le indicazioni del Quirinale da parte del Presidente dello Stato e del Csm, Sergio Mattarella. Altresì i desiderata della magistratura e la compattezza dei laici eletti. Servono almeno 16 voti per eleggere il vice presidente. Ricordiamo che con la riforma di mediazione Cartabia i consiglieri laici passano da otto a dieci. Il centrodestra dovrebbe eleggere sette membri: tre a Fratelli d’Italia, due a testa per Lega e Forza Italia, gli altri tre spetterebbero alle opposizioni (Pd, M5S, Terzo Polo). Da questo punto di vista se il centrodestra vuole assicurarsi una buona chance per condurre la partita sulla vice presidenza deve fare l’accordo col Terzo Polo di Renzi e Calenda. In realtà la partita la sta giocando Renzi su questo fronte. Fonti di Italia Viva fanno sapere che puntano minimo ad eleggere un loro candidato, ma l’obiettivo massimo è fare il bis. Se così fosse non rimarrebbero eletti in quota Movimento Cinque Stelle e Partito Democratico: quest’ultimo, per esempio, ha già avuto la presidenza del Copasir e la vice presidenza del Senato. E a quel punto i laici dovrebbero trovare un accordo con Magistratura Indipendente, la corrente più conservatrice e perciò considerata più vicina alla maggioranza di governo. All’opposizione troverebbero Area e Md, meno scontata la posizione di Unicost.