Il dibattito sulla stabilizzazione degli addetti all’Ufficio per il processo (Upp) si arricchisce di un nuovo capitolo. Sabato scorso l’Anm aveva espresso, in un documento, preoccupazione per la precarietà degli addetti e l’incertezza delle prospettive future. Allarme che però, secondo il ministero della Giustizia, non è giustificato dalla natura stessa di questi “rinforzi” messi a disposizione della magistratura giudicante.

L’Upp, istituito nel 2021 come parte del Piano nazionale di ripresa e resilienza, è stato concepito per migliorare l’efficienza del sistema giudiziario. Via Arenula fa notare che «fin dall’inizio, l’Upp ha rappresentato un modello organizzativo innovativo e una risorsa cruciale per raggiungere gli obiettivi europei». Tuttavia, il ministero sottolinea anche che la finalità di questa struttura è stata fin dall’inizio definita come «straordinaria e temporanea».

Sfide iniziali e risposte adottate

Le difficoltà iniziali non sono mancate: dimissioni significative dovute a condizioni economiche più vantaggiose offerte da altre amministrazioni pubbliche, e una copertura del personale spesso inferiore al previsto in alcune aree del Paese. Per contrastare queste criticità, il ministero ricorda di aver effettuato continui scorrimenti delle graduatorie, «arrivando a un livello complessivo di 9.089 addetti all’Ufficio per il processo ( Aupp) e 3.296 unità di personale tecnico- amministrativo in servizio entro ottobre 2025». Inoltre, «sono stati introdotti incentivi economici e normative per consentire al personale di differire l’immissione in servizio presso altre amministrazioni», con l’auspicio di trattenere il personale già formato.

Stabilizzazione: obiettivi e limiti

Un tema centrale è quello della stabilizzazione degli addetti all’Upp. Secondo il dicastero guidato da Carlo Nordio, «a partire da luglio 2026 saranno trasformati in contratti a tempo indeterminato 6.000 rapporti di lavoro, tra cui», appunto, i giuristi in servizio presso le strutture in questione, grazie a «un investimento finanziario significativo». Tuttavia, il ministero chiarisce che «l’ipotesi di stabilizzare l’intero contingente di personale previsto dal Pnrr non è sostenibile economicamente e contraddirebbe la natura straordinaria dell’investimento». Per garantire trasparenza e meritocrazia, «nel 2025 sarà avviata una procedura di valutazione per definire una graduatoria del personale idoneo alla stabilizzazione». Questo approccio mira a valorizzare il capitale umano coinvolto senza compromettere gli equilibri finanziari.

Il ruolo degli “Aupp”: verso una definizione chiara

Un altro punto cruciale è il chiarimento delle mansioni degli addetti all’Ufficio per il processo. Dal punto di vista del ministero, «sono e manterranno la natura di dipendenti amministrativi che supportano la giurisdizione». Questo aspetto, ancora oggetto di confronto con le organizzazioni sindacali, mira a evitare contraddizioni e a garantire coerenza organizzativa. Sulle mansioni degli “Aupp”, già disciplinate da normative esistenti, sono state condotte sperimentazioni «utili a definire meglio i confini del loro ruolo, con particolare attenzione alla loro funzione di supporto alla giurisdizione» .

Le prospettive future

Il Piano strutturale di bilancio a medio termine, approvato il 27 settembre, fissa l’obiettivo di mantenere in servizio almeno 6.000 unità di personale tra “Aupp” e altre categorie professionali. Questo «grazie a un investimento annuo di oltre 136 milioni di euro dal 2027». Ma via Arenula segnala appunto che «la stabilizzazione totale del personale previsto dal Pnrr non è sostenibile, considerando la natura straordinaria dell’Ufficio per il processo». I cui addetti sono, come detto, «dipendenti amministrativi con funzioni di supporto alla giurisdizione».

Monitoraggio e strategie

Il ministero rivendica di aver costantemente monitorato l’andamento dell’investimento sia in termini quantitativi che qualitativi. «La scopertura del contingente, a dicembre 2024, non supera il 9%», e si prevede un ulteriore scorrimento degli idonei. Un altro aspetto fondamentale è rappresentato dalle tecnologie utilizzate. L’Upp ha permesso una maggiore integrazione delle piattaforme digitali nei processi giudiziari. Il ministero sottolinea che «gli investimenti nella digitalizzazione hanno migliorato i tempi di risposta del sistema giudiziario e la qualità del servizio reso ai cittadini». Tuttavia, aggiunge che sarà necessario un ulteriore aggiornamento delle infrastrutture per garantire la piena efficienza del modello organizzativo.

Il potenziamento della formazione del personale rappresenta un altro pilastro strategico. Dal 2023 sono stati attivati corsi di aggiornamento specifici per gli addetti all’Upp, con l’obiettivo di migliorare le competenze tecnico- giuridiche e amministrative. Il dicastero di via Arenula conferma che «la formazione continuerà a essere un elemento centrale per la crescita professionale del personale, in linea con gli standard europei».

Infine, si apre alla possibilità di estendere il modello Upp a uffici giudiziari oggi esclusi, sebbene tale decisione dipenda dalla necessità di mantenere adeguati contingenti presso gli uffici già operativi. In questo contesto, sarà fondamentale valutare l’impatto delle misure adottate sul sistema giustizia nel suo complesso e garantire un adeguato equilibrio tra risorse disponibili e necessità operative.