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Un momento dell'incontro organizzato alla Camera dalla Fondazione Einaudi
«La disciplina europea e interna in materia è estremamente corposa, ma oggi è necessario un nuovo paradigma che valorizzi la promozione dei diritti “potenziati” dall'intelligenza artificiale», ha spiegato Giovanni Guzzetta, ordinario di diritto pubblico presso l'Università di Roma Tor Vergata.
Per fare il punto sull’IA, e presentare l'ultimo Rapporto redatto da Guzzetta, la Fondazione Luigi Einaudi ha organizzato ieri presso la sede di Roma un convegno dal titolo: “Le sfide dell'intelligenza artificiale: il diritto di fronte all'innovazione, l'innovazione come diritto”.
«Serve una sensibile correzione della regolamentazione e l'affinamento delle tecniche di bilanciamento tra diritti “minacciati' e diritti “digitali'. Anche la governance dei processi dev'essere conseguentemente modificata in modo tale da consentire che tale bilanciamento sia svolto correttamente e non sia squilibrato», ha quindi aggiunto Guzzetta, ricordando che l’IA «non è solo una soluzione tecnologica o un'opportunità economica ma anche un mezzo per ampliare i diritti fondamentali delle persone».
«Il governo sta investendo con decisione sull'intelligenza artificiale, sia in termini economici che di posizionamento strategico, con l'obiettivo di arrivare a una regolamentazione chiara, in linea con l'IA Act, che garantisca un equilibrio tra sviluppo e tutela dei cittadini», ha fatto sapere il sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio con delega all'Innovazione tecnologica, Alessio Butti. «Il caso DeepSeek - ha aggiunto il sottosegretario - ci insegna che lo sviluppo dell'IA può essere più rapido e meno oneroso di quanto si creda, e l'Europa deve saper cogliere questa sfida con pragmatismo e visione».
«L'IA è uno strumento di sviluppo, ma anche uno strumento da cui bisogna proteggersi e che aiuta a proteggere», ha invece dichiarato il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto. «Non può dunque avere un'unica forma di regolamentazione. Si pensi ad esempio alla scienza, alla medicina e alla giustizia», ha puntualizzato il vice ministro.
Intervenendo nel dibattito, Giusella Finocchiaro, ordinaria di diritto privato e diritto di internet presso l'università di Bologna, ha commentato: «L'eccesso regolatorio tutto è fuorché tutela dei diritti. Le imprese e i singoli cittadini hanno bisogno di un quadro normativo chiaro, semplice, comprensibile per poter programmare investimenti e azioni future. Non è esattamente questo ciò che sta accadendo». Per il segretario generale della Fondazione Luigi Einaudi, Andrea Cangini, «lo sviluppo dell'intelligenza artificiale è essenziale per garantire lo sviluppo dell'economia nazionale ed europea. Va perseguito salvaguardando i vecchi e i nuovi diritti individuali».
Il convegno si è poi concluso con un video messaggio del ministro della Giustizia Carlo Nordio. «L'avvento dell'intelligenza artificiale segna un cambio epocale nella storia dell'umanità, una rivoluzione che può essere paragonata ai caratteri mobili di Gutenberg», ha esordito il Guardasigilli, facendo propria la proposta della Fondazione Luigi Einaudi: «L'AI avrà impatti trasversali sulla vita di tutti noi, per questo, è bene introdurre nuove competenze trasversali nelle Autorità di regolamentazione per poter attuare un bilanciamento tra diritti e le opportunità sociali ed economiche che sono offerte dalla tecnologia».
Dopo l’ultimo G7 sulla Giustizia, tenutosi a Venezia e presieduto proprio da Nordio, è stato istituito un gruppo di lavoro sull’IA, il “Venice group”, composto dai massimi esperti mondiali in materia, per elaborare linee guida, direttive e consigli. «Soprattutto nell'ambito della giustizia questa novità costituisce un’opportunità ma anche un pericolo. Dobbiamo riconoscere questi potenziali rischi derivanti da tecnologie rivoluzionarie», ha ricordato Nordio.
«Con l'IA si possono creare sentenze, poesie, manipolare dati sensibili. Ci sono delle opportunità molto positive e criticità molto pericolose, come attività che potremmo definire neutrali perché quelle puramente imitative che non hanno nulla di originale e quindi nulla di creativo», ha aggiunto Nordio.
«Il rapporto di Guzzetta ci mostra cos'è l'Ia, una grandissima opportunità, una grandissima sfida, una fortissima possibilità per ampliare i diritti fondamentali delle persone, tenendo conto di due grandi pericoli, ossia mera imitazione e manipolazione dei dati», ha infine concluso il ministro, terminando i lavori con un paragone quanto mai azzeccato: «La pietra nelle mani di Michelangelo può fare la Pietà, nelle mani di Caino può uccidere Abele. A secondo dell'uso che l'uomo fa dello strumento può essere una opportunità o un grande pericolo».