L’avvocatura unita, per affrontare l’evoluzione della società e della professione con strumenti adeguati, innovativi e, soprattutto, semplici. È un ponte verso il futuro quello inaugurato questa mattina nella sede di Cassa Forense, dove è stata presentata la nuova Piattaforma digitale unificata degli avvocati (Pdua), realizzata dall’ente di previdenza professionale presieduto da Valter Militi.

La piattaforma, operativa dalle ore 13 di oggi, è stata presentata alla presenza, tra gli altri, del sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari e del presidente del Consiglio nazionale forense Francesco Greco. Grazie a Pdua, i professionisti del diritto potranno gestire il proprio lavoro in maniera più efficiente e sicura, con accesso continuo ai dati e documenti da qualsiasi dispositivo, che sia un computer, uno smartphone o un tablet. La piattaforma offre uno spazio personale di archiviazione su cloud, dove è possibile creare, consultare e scaricare fascicoli, anagrafiche dei clienti, delle controparti e dei difensori.

Grazie a un sistema avanzato di filtri, le ricerche all’interno del database diventano rapide ed efficaci. Uno dei punti di forza è la gestione del processo civile telematico: gli avvocati potranno consultare i registri di cancelleria, compilare gli atti con il redattore integrato e depositarli direttamente online, caricando i documenti sia dal proprio pc che dal sistema documentale in cloud. Inoltre, è possibile firmare digitalmente i documenti, leggere e spedire Pec tramite il client di posta integrato, e ricevere notifiche telematiche e comunicazioni dalle cancellerie giudiziarie.

«Un’idea condivisa da tutta l’avvocatura - ha sottolineato Militi - e segnatamente con il Cnf, l’istituzione della nostra avvocatura, un valore comune che simbolicamente appartiene a tutti noi». Importante, ha sottolineato Militi, la collaborazione di via Arenula e, in particolare, di Ostellari, sottosegretario con delega al digitale, che da avvocato ha anche dato un contributo di idee, potendo contare sulla propria esperienza professionale. Si tratta di «un punto di partenza, non un punto di arrivo», ha spiegato Militi. «La tecnologia sta cambiando e ha cambiato profondamente il modo di interpretare la nostra attività professionale e sulla tecnologia dobbiamo credere per migliorare. Il sottosegretario Ostellari ci ha incoraggiato e dato una mano per completare questa costruzione con la struttura tecnica del ministero, perché un lavoro di costruzione ha bisogno di un piano di interventi coordinati».

Cassa Forense si è mossa come operatore di mercato, ma con una marcia in più, «perché noi conosciamo le esigenze della categoria, le possiamo filtrare, le possiamo meglio rappresentare, possiamo collaborare con tutte le aziende che operano nel settore per migliorare la qualità del servizio giustizia - ha evidenziato -. È un valore comune che dobbiamo provare a perseguire». L’obiettivo è innalzare il target di miglioramento dell’efficienza di tutti quei processi che inevitabilmente vanno avanti, per migliorare e semplificare la qualità del lavoro. Per questo il lavoro appena iniziato va consolidato, arrivando ad ospitare su questa piattaforma «tutti gli elementi della giurisdizione» e metterli a disposizione degli avvocati. «La piattaforma è assolutamente semplice da utilizzare, intuitiva», adatta anche a chi non ha familiarità con gli strumenti del web. L’auspicio è che diventi «un punto di riferimento per semplificare la nostra vita e la nostra attività - ha aggiunto Militi -, con un risparmio di costi e di tempo».

Entusiasta anche il presidente Greco, secondo cui tale iniziativa «si inquadra in una nuova visione del ruolo delle istituzioni forensi. Fino ad oggi - ha evidenziato - le abbiamo sempre immaginate come soggetti che stavano a fianco degli avvocati e che svolgevano un percorso di intervento allorquando venivano coinvolte. Io credo però che le istituzioni debbano cambiare il modo di proporsi alla collettività dell’avvocatura, diventando non più un soggetto che sta a fianco, ma un soggetto che individua i problemi, cerca di immaginare le esigenze degli avvocati rivolte al futuro e si adopera per risolvere questi temi».

L’iniziativa si inserisce perfettamente nel solco tracciato dal Cnf, impegnato a immaginare l’avvocatura del futuro. Perché, ha evidenziato Greco, non bisogna fermarsi «ad analizzare la società moderna e i problemi che oggi gli avvocati affrontano e che il rapporto della Cassa ha fotografato qualche mese fa», ma è necessario intuire «come cambierà la società, perché non si può immaginare che l’avvocatura rimarrà inerte di fronte mentre tutto si sta evolvendo, sta cambiando, con una velocità elevatissima che aumenterà nell’immediato futuro». L’avvocatura, dunque, «deve mettersi al passo coi tempi» e rivedere, ad esempio, i criteri organizzativi degli studi. «È compito delle istituzioni forensi mettere a disposizione degli avvocati gli strumenti con cui adeguarsi - ha evidenziato ancora il numero uno del Cnf -, altrimenti rischieremo di essere tagliati fuori».

Proprio mentre l’avvocatura istituzionale sta riscrivendo - con i tavoli istituiti dopo il congresso di Roma - la legge forense, è necessario «pensare al futuro e questa iniziativa di Cassa è importantissima, perché mette a disposizione di tutti quanti uno strumento di una nostra istituzione, facile da utilizzare e che consentirà a tutti di cominciare a misurarsi» con il cambiamento. «Un primo passo insieme - ha concluso - per dare agli avvocati tanti strumenti per guardare al futuro in un’ottica di crescita dell’avvocatura, in una visione diversa rispetto a quella artigianale che talvolta ancora è peculiare per alcuni avvocati». Importante, in tal senso, è stata la collaborazione tra Cassa e Cnf, ma anche con gli ordini territoriali, che hanno partecipato con un proprio delegato alla sperimentazione.

Ostellari si è detto «colpito dall’entusiasmo che nasce da questa iniziativa, che mette in primo piano il mondo dell’avvocatura, quindi Cnf e Cassa Forense, che in questo caso sono attori principali determinanti per la realizzazione di un servizio a favore non solo del singolo avvocato, ma del mondo giustizia, perché riesce e riuscirà a mettere in collegamento e in relazione anche diverse piattaforme. È vero, ci sono tanti studi ancora “artigianali” - ha sottolineato -. Io credo che in questo, però, dai giovani noi possiamo attenderci molto. Vedo qui anche il presidente di Aiga (Carlo Foglieni, ndr), ci vediamo spesso e parliamo ovviamente delle iniziative, anche innovative volte al futuro e credo che da loro ci si possa aspettare molto, anche in qualità, in termini di contributi, di idee».

Ma anche la politica deve «essere a disposizione per cercare di proteggere questa professione, che a volte ha subito interventi che l’hanno un po’ minata. Anche il tema dell’avvocato in Costituzione è uno dei temi di cui si parla e vede noi attori principali e convinti sostenitori di questa iniziativa, ma c’è qualcuno che magari, sotto sotto, forse non ci sta dando una mano - ha sottolineato il sottosegretario -. E allora, in Parlamento, giochiamola questa partita, facciamo uscire anche coloro che fanno finta o lo dicono perché magari conviene e poi, però, magari quando c’è da agire, da combattere scappano. Invece noi vogliamo questa partita giocarcela e, perché no, anche in occasione della famosa riforma che riguarda la giustizia, perché non ci dobbiamo inserire anche il tema dell’avvocato in Costituzione? Io credo che questa sia una battaglia che noi dobbiamo fare apertamente, trasparente e nella quale ognuno di noi dovrebbe dare un’opinione».