PHOTO
LaPresse
Un Consiglio dei ministri durato circa tre ore. Cinque i provvedimenti all’ordine del giorno, tutti di facile gestione tranne quello sui test psicoattitudinali per l'accesso alla professione di magistrato che ha allungato i tempi della discussione. Alla fine il Cdm ha approvato la vecchia bozza circolata nelle ultime ore che ha subìto però delle modifiche.
In pratica, ecco cosa prevede: sarà il Consiglio Superiore della Magistratura a nominare i docenti universitari in materie psicologiche - su indicazione del Consiglio universitario nazionale, organo indipendente dell'università - che costituiranno la commissione giudicante per i test psicoattitudinali per i magistrati. Il colloquio psicoattitudinale si svolgerà durante la prova orale e chi avrà superato la prova scritta, prima dell'orale riceverà dei test scritti individuati dal Csm, sul modello di quelli utilizzati per quelli effettuati agli agenti di polizia. Questi ultimi costituiranno la base per il futuro colloquio psicoattitudinale. Il colloquio orale sarà comunque diretto dal presidente della commissione esaminatrice, e non da uno psicologo, che sarà presente solo come ausilio. Infine la commissione esaminatrice, che valuta collegialmente, formulerà il giudizio conclusivo sulla totalità delle prove.
Non ci sarà dunque una valutazione specifica sul colloquio attitudinale - come emergeva dalla prima bozza circolata nel week end - ma il giudizio sarà globale. Ci sarà dunque un doppio livello di garanzia: il Csm disciplinerà i test in via generale e poi la commissione esaminatrice deciderà. La nuova norma si applicherà al primo bando 2026, stessa scadenza del fuori ruolo.
Al termine del Cdm c’è stata la conferenza stampa alla quale ha partecipato anche il Ministro Nordio che ha esordito con il «rammarico» per le polemiche di questi giorni. Il riferimento è ai testi licenziati dall’Anm e dalle dichiarazioni dei suoi vertici. Come per il concorso ai soli giudici onorari quando si è assistito a critiche «senza leggere la bozza di un testo ancora in fieri», adesso abbiamo raccolto «polemiche sterili, vuote astrazioni polemiche, nessuno ha mai pensato di introdurre valutazioni periodiche dell'attitudine e della psiche dei magistrati». Parlare di «oltraggio all'indipendenza della magistratura è, secondo noi, assolutamente improprio», ha detto il Guardasigilli che ha aggiunto: «l’esame è previsto per tutti coloro che ricoprono funzioni importanti come i medici, i piloti, le forze dell’ordine. Il pm è il capo della polizia giudiziaria» a cui vengono somministrati i test, «perché non dovrebbe farli anche chi li comanda? Quello dei carabinieri dura tre giorni».
Il Guardasigilli ha poi ribadito: «Sui test non c'è un'invasione di campo da parte del governo nei confronti della magistratura. Non vi sono interferenze da parte del governo. Non c'è nessun vulnus, nessuna lesa maestà. Tutta la procedura di questo test è affidata al Consiglio superiore della magistratura». Ha concluso così sul tema: «Mi sono sottoposto ai test psicologici del Minnesota, che è quello che vorremmo introdurre qui. Non c'è nulla di male se una persona cerca di capire com'è fatta e magari può cercare di correggersi, si tratta di persone che hanno in mano le vite degli altri, come i medici». «E se il candidato non superasse il test?» gli ha chiesto un giornalista: «L'esame di accesso alla magistratura si potrà ripetere non più tre ma quattro volte», ha ricordato Nordio.
Il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia, intanto era in diretta su La7 ospite della Gruber e ha replicato: «Le polemiche sono più che fondate, altro che sterili: i controlli sui magistrati ci sono già» e il ministro Nordio «lo vorremmo più attento sul piano delle risorse per la giustizia». Sul merito della nuova disposizione il vertice del sindacato delle toghe ha precisato: «I test? Il fatto che il presidente di commissione, in sede di esame, debba tenere un colloquio è un modo per annacquare il provvedimento ed evitare le risposte. Più che una sciagura, è una norma simbolo, lo scopo era creare una suggestione nell'opinione pubblica: questi magistrati hanno bisogno di un controllo psichico. È un messaggio simbolico per gettare ombra sulla magistratura». Il presidente ha poi ricordato, come nei giorni passati, che «il governo non aveva la delega per introdurre i test».
Sulla eventualità di uno sciopero Santalucia ha risposto: «Ne parleremo di nuovo, siamo tutti uniti. È una norma irrazionale, entrerà in vigore nel 2026, c'è spazio per convincere» ad eliminarla ha aggiunto il Consigliere di Cassazione, ricordando che i test sono stati aboliti in Francia dopo essere stati in vigore per pochi anni.
Nel pomeriggio l’Ansa aveva fatto circolare l’ipotesi di una legge che avrebbe fatto da cornice a una futura norma dove solo in seguito sarebbero state specificate le modalità di svolgimento dei test stessi. Si era pensato che dietro questa modifica fosse intervenuto il Quirinale per due motivi: eccesso di delega, in quanto i test psico-attitudinali non erano previsti, e per presunti profili di incostituzionalità. Infatti l'articolo 106 della Costituzione prevede quale unico criterio di accesso alla magistratura professionale quello tecnico come sottolineato due giorni fa da tutti i consiglieri togati del Csm in una richiesta di apertura di una pratica avente ad oggetto proprio questa questione perché l’organo di governo autonomo non era stato investito della materia.
Ma poi tale previsione è stata accantonata a favore della vecchia bozza circolata nelle ultime ore con delle modifiche. Durante il Cdm sono stati approvati in via definitiva anche i due schemi di decreto legislativo dell’ordinamento giudiziario, dove è contenuta la norma sui test, e dei magistrati fuori ruolo. Su quest’ultimo punto era noto che il taglio sarebbe stato rimandato al 31 dicembre 2025.