Fabio Roia resta presidente del Tribunale di Milano: lo ha deciso il Tar del Lazio, che ha respinto il ricorso proposto dal giudice Massimo Orlando contro la delibera di nomina adottata dal Csm a gennaio scorso. Roia, che era stato presidente della sezione misure di prevenzione, sempre al Tribunale milanese, era stato preferito a Orlando, presidente del Tribunale di Livorno dal 2018 al 2020: il ricorso presentato da quest'ultimo si fondava sulla contestazione di una presunta illegittimità della delibera per eccesso di potere e difetto di motivazione e per la violazione del testo unico sulla dirigenza giudiziaria.

Per mezzo degli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, che lo assistevano, Roia ha ribattuto che la propria nomina era legittima e corretta, tenendo conto degli eccellenti risultati conseguiti nell'incarico di vertice alle misure di prevenzione e anche come vicario del presidente del Tribunale, come facente funzioni alla guida dello stesso Tribunale e coordinatore dell'ufficio del giudice di pace.

Nessun rilievo, alla luce di tutto ciò, secondo i difensori, aveva la circostanza che Orlando avesse ricoperto, a differenza di Roia, incarichi direttivi. Lo svolgimento di precedenti incarichi direttivi, secondo i legali, non può rappresentare di per sé un automatico criterio preferenziale, in quanto il testo unico sulla dirigenza giudiziaria consente di attribuire preferenza anche al candidato che ha svolto funzioni semidirettive, rispetto a chi abbia avuto incarichi direttivi, purché venga data una motivazione "rafforzata". Cosa che il Csm ha fatto, giustificando ampiamente la propria scelta.