Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno dichiarato inammissibile il ricorso presentato da Cuno Tarfusser, ex sostituto procuratore generale di Milano, sanzionato con la censura per le modalità con cui ha avanzato la richiesta di revisione del processo per la strage di Erba.

La decisione conferma la violazione delle procedure interne della Procura generale da parte di Tarfusser, che aveva portato avanti l'istanza senza delega e senza informare i vertici dell'ufficio.

Il ricorso e la decisione della Cassazione

Il Procuratore Generale, nella sua memoria, aveva richiesto di dichiarare cessata la materia del contendere, poiché Tarfusser è in pensione dall’agosto scorso. Tuttavia, la difesa ha insistito affinché il ricorso fosse valutato nel merito, sostenendo l'interesse morale dell'ex magistrato a vedere esclusi gli addebiti, considerata la sua lunga carriera «immune da censure disciplinari».

I giudici supremi, però, hanno respinto il ricorso, sottolineando che il procedimento disciplinare si estingue con la cessazione del servizio e che la censura non ha effetti concreti sul futuro dell'ex magistrato.

Le motivazioni della sanzione

Nella sentenza, la Cassazione evidenzia la gravità della condotta di Tarfusser, che ha violato il regolamento interno dell’ufficio di Milano portando avanti il procedimento di revisione: ha trattato il caso senza delega da parte dell'Avvocato generale o del Procuratore generale; ha mantenuto contatti con i difensori di Olindo Romano e Rosa Bazzi già dall’ottobre 2022, senza informare i vertici dell’ufficio; ha ricevuto documenti e perizie dagli avvocati e depositato l’istanza di revisione senza alcuna autorizzazione il 31 marzo 2023.

Solo successivamente ha informato i vertici dell’ufficio, quando l’istanza era ormai stata depositata.

Per la Cassazione, questi elementi dimostrano una grave violazione procedurale, confermando la legittimità della sanzione.

Censura confermata, ma il procedimento si estingue

Nel respingere il ricorso, i supremi giudici sottolineano che la sanzione della censura ha effetto solo per il futuro e, dato che Tarfusser non è più in servizio, non può più essere applicata.

«Non si può legittimare la prosecuzione del giudizio disciplinare per un interesse meramente morale», affermano i giudici, confermando la chiusura definitiva del caso.