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A un magistrato non compete «fare analisi dei fatti sociali». Ma se quei fatti costituiscono un fenomeno «odioso e insopportabile», che si materializza in «minacce, aggressioni, scritte e manifesti» contro gli stranieri, è doveroso anche per gli uffici giudiziari «dare risposta». È l’idea piuttosto lineare enunciata ieri in un incontro con i giornalisti dal procuratore di Torino Armando Spataro e dal procuratore generale Francesco Saluzzo. Discorso che è anche alla base di una direttiva emanata dal capo dei pm torinesi e rivolta sia ai suoi sostituti che alle forze di polizia.
Indiscutibile che si tratti di un’inziativa nata a partire da un clima, che procuratore e pg di Torino avvertono sia a livello locale, con il perpetuarsi degli episodi a sfondo razziale, sia sul piano più generale, con la tensione che, sul tema dell’accoglienza, si registra a livello governativo ed europeo. Non a caso nella circolare illustrata ieri sono previste anche misure per «accelerare la trattazione dei procedimenti in materia di protezione internazionale» e quelli che relativi al contrasto «dell’immigrazione clandestina». Ma l’approccio globale a un tema ormai stabilmente in cima all’agenda politica non scongiura il deflagrare delle polemiche. È veroo che lo stesso Spataro non si rifugia in perifrasi ed entra anche nel merito delle decisioni annunciate dal ministro dell’Interno Matteo Salvini sull’approdo delle navi con migranti: «Non si può respingere in mare gli immigrati e non vagliare la loro richiesta di status di rifugiato politico. Se per assurdo un barcone di immigrati attraccasse ai Murazzi sul Po, nessuno potrebbe vietare alle persone a bordo di scendere. Se accadesse, tale comportamento sarebbe oggetto di una nostra indagine», dice Spataro. Arriva in tempi rapidissimi la replica di Salvini, che scrive su twitrer: «Forse il procuratore capo di Torino pensa che l’intera Africa possa essere ospitata in Italia? Idea bizzarra». Poi in conferenza stampa rincara la dose: «Bloccare i porti ai trafficanti di esseri umani non è un diritto ma un dovere. Chi la pensa diversamente può presentarsi alle elezioni e chiedere che cosa ne pensano gli italiani».
Tra chi controreplica a Salvini c’è l’ex guardasigilli Andrea Orlando: «Il procuratore di Torino spiega che c’è una norma derivante dai trattati internazionali che impedisce di chiudere i porti alle persone che necessitano di soccorso. Alle elezioni si è candidato Salvini e malauguratamente le ha vinte», aggiunge Orlando, «quindi o smentisce Spataro in punto di di- ritto dicendo che quella norma non esiste o la cambia. Ma penso che Salvini lo sappia e tenti di intimidire i magistrati: per fortuna la nostra Costituzione prevede una rigida separazione dei poteri», chiosa l’ex guardasigilli.
Nel dettaglio, nella parte della direttiva di Spataro destinata agli episodi di intolleranza si prevede che «reati commessi per finalità di discriminazione o di odio etnico, nazionale, razziale o religioso saranno trattatati come prioritari». A occuparsene ci sarà «un pool di magistrati che eviteranno di richiedere l’archiviazione per particolare tenuità del fatto». I sostituti potranno inoltre «promuovere l’azione penale» e «svolgeranno personalmente le funzioni di pm in dibattimento». C’è quindi l’invito a Questura, Carabinieri, Gdf e Polizia municipale affinchè i dirigenti dei diversi Corpi valutino «misure organizzative idonee» al più efficace contrasto di quei reati.
L’iniziativa, nota il pg Saluzzo, nasce in seguito a «comportamenti odiosi che si sono manifestati in quest’ultimo periodo, e che incitano all’odio razziale nei confronti di soggetti stranieri provenienti soprattutto dall’Africa e dal Medio Oriente. Come se si dovesse comunicare alla gente che è arrivato il momento di passare al contrattacco», osserva il pg, «ma questi comportamenti sono reati che devono essere perseguiti». E nella circolare Spataro, appunto, si rivolge così ai suoi sostituti: «Non tocca a noi magistrati intervenire nelle analisi di tipo sociale e politico, mentre è vostro compito dare risposta a questo tipo di reati, odiosi e insopportabili». Tutto nasce, spiega il procuratore di Torino nell’incontro con la stampa, «dall’aver constatato che negli ultimi tempi vi è stata una crescita di questi reati, spesso accompagnati dalla passività delle persone presenti». A questo, è il discorso di Spataro, si aggiunge la necessità di rispettare il diritto nazionale e internazionale sulla protezione dei rifugiati: «L’immigrazione è una questione che riguarda tutto il mondo: esiste il divieto di respingere un rifugiato verso luoghi in cui la sua vita possa risultare minacciata. Non si può respingere in mare gli immigrati e non vagliare la loro richiesta di status di rifugiato politico».